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Scritto da nel Letteratura e Filosofia, Numero 48 - 16 Ottobre 2008 | 0 commenti

Letture a Bologna: Quattro ore a Chatila

Letture a Bologna: Quattro ore a Chatila

Letture a Bologna: “Quattro ore a Chatila” di Jean Genet
 
Da questa settimana l’Arengo rinnova la collaborazione con “La Bottega dell’Elefante”, un’associazione culturale bolognese che ogni Lunedì organizza delle serate di lettura presso il circolo Pavese di via del Pratello. La lettura della prossima settimana riguarderà uno dei più grandi atti d’infamia che conosca la storia degli ultimi decenni: la strage nei campi profughi di Sabra e Shatila. Una strage che avrà come indiretti responsabili un futuro Primo ministro e un premio Nobel per la Pace.
 
E’ il 16 Settembre 1982, le truppe israeliane comandate da Ariel Sharon occupano Beirut. La situazione nel paese si è destabilizzata dopo l’assassinio del presidente Gemayel , alleato degli israeliani e capo delle falangi cristiane, avvenuto due giorni prima. Grazie all’intermediazione della diplomazia internazionale Arafat è riuscito a fuggire con il grosso delle proprie forze, ma prima di partire ha voluto garanzie sull’incolumità della popolazioni dei campi profughi intorno la città, tutti a maggioranza palestinese. Ma Sharon e l’allora Primo ministro Begin vogliono porre fine alla questione palestinese in Libano. Così, trasgredendo alla promessa di difendere i campi profughi palestinesi presenti nella periferia Ovest della città, lasciano che le falangi cristiane vi entrino. La popolazione dei campi profughi è formata per la maggior parte da anziani, donne e bambini che vivono lì sin dalla creazione dello stato d’Israele. La sera del 16 settembre ha inizio un massacro che andrà avanti ininterrottamente per 48 ore. Gli israeliani messi a guardia dei campi, non intervengono direttamente, ma impediscono ai profughi di fuggire e di notte illuminano i campi perché i falangisti lavorino meglio. Il bilancio delle due giornate sarà di oltre 3.000 morti.
 
Avevo passato quattro ore a Chatila. Impressi nella memoria avevo circa quaranta cadaveri. Tutti – e dico: tutti - erano stati seviziati, probabilmente da ubriachi che cantavano, ridevano tra l’odore della polvere e della carogna. Indubbiamente ero solo, voglio dire il solo europeo (con poche vecchie palestinesi, ancora aggrappate a uno straccio bianco lacerato; con pochi giovani fedayin disarmati) ma se cinque o sei esseri umani non fossero stati là, se avessi scoperto io quella città abbattuta, i palestinesi atterrati, neri e gonfi, io sarei impazzito.”
                                                               Brano tratto da “Quattro ore a Chatila” di Jean Genet

 
 
La strage di Sabra e Shatila è stata definita dell’Assemblea delle Nazioni Unite come “un atto di genocidio”. Nei giorni seguenti 400.000 persone (la popolazione di allora era di tre milioni di persone) scesero per le strade di Israele per protestare contro la politica adottata dal proprio paese.
Jean Genet, drammaturgo e poeta francese, fu il primo europeo che entrò nel campo dopo la strage. Da quell’esperienza nacque il libro Quattro ore a Chatila. Lunedì 20 ottobre ne leggeremo alcuni brani. Primo lettore della serata sarà Sandro Provvisionato, giornalista del TG5 e conduttore del settimanale di approfondimento “Terra!”.  Sarà una bella serata, vi aspettiamo numerosi.

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