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Scritto da nel Numero 48 - 16 Ottobre 2008, Scienza | 0 commenti

Vicini troppo vicini

Cento anni fa, il 30 giugno del 1908, il cielo sopra Tunguska, in una remota regione della Siberia centrale, fu sconvolto da un' esplosione di potenza stimabile fra i 10 e i 15 Megatoni. Gli effetti della deflagrazione furono devastanti, vennero distrutti più di 2.000 chilometri quadrati di tundra siberiana e oltre 60 milioni di alberi. Non ci furono vittime umane solo perché la zona era scarsamente popolata.
Il primo a ipotizzare che l' evento di Tunguska fosse stato causato da un corpo proveniente dallo spazio fu l' astronomo Shapley, che nel 1930 suggerì potesse trattarsi di una cometa. Dieci anni dopo, Leonid Kulik propose l' ipotesi che all' origine dell' impatto ci fosse un asteroide.
Prove definitive sulla natura del corpo che colpì il nostro pianeta quella mattina d' estate non ce ne sono, anche se recenti studi sembrano rafforzare l' ipotesi asteroidale, ma l' evento di Tunguska è la prima dimostrazione storicamente accertata che la Terra può essere bersaglio di proiettili cosmici in grado di fare molto male.
L' attività geologica del nostro pianeta ha cancellato quasi completamente le tracce delle precedenti collisioni, al contrario di altri corpi celesti, come la Luna e Mercurio, dove i crateri da impatto sono perfettamente visibili sulla loro superficie.
Uno dei crateri terrestri più famosi è certamente il Meteor Crater in Arizona, con un diametro di poco superiore al chilometro, esito di una collisione databile a circa 49 000 anni fa.
Anche se le probabilità che un oggetto celeste collida con la Terra sono molto basse, calcoli statistici lo considerano un evento possibile ogni dieci milioni di anni, nel sistema solare non mancano corpi che seguono orbite in grado di portarli in prossimità del nostro pianeta.
Definiti Near Earth Objects (NEO), questi oggetti cosmici transitano generalmente ad una distanza inferiore ai 50 milioni di chilometri dal nostro pianeta. Quando un NEO ha un diametro superiore ai 150 metri e viene a trovarsi a una distanza dalla Terra di 7,48 milioni di chilometri, viene considerato potenzialmente pericoloso, Potentially Hazardous Object (PHO).
I PHO attualmente censiti sono circa 560, ma si tratta di un numero in costante aumento, grazie alle tecniche osservative sempre più precise.
Nonostante le ridotte dimensioni dei NEO, se comparate con il diametro terrestre (12.756 chilometri), l'impatto con un piccolo corpo che si muove ad una velocità di decine di chilometri al secondo, potrebbe avere conseguenze devastanti per il nostro pianeta.
A parte soluzioni fantasiose tipiche della cinematografia ispirata all' argomento, la migliore prevenzione da questi proiettili cosmici è un attento monitoraggio delle loro orbite, in modo da valutare con un buon anticipo se rappresentino o meno una reale minaccia.
Se avvistati per tempo, è molto più facile deviare la loro traiettoria piuttosto che bombardarli o andare di persona a imbottirli di esplosivo.

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