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Scritto da nel Economia e Mercati, Numero 49 - 1 Novembre 2008 | 2 commenti

Banche o non più banche?

In questi giorni a leggere i titoli dei giornali si è avverata infine la profezia di Marx ed il capitalismo è finito. Nella nostra vita di tutti i giorni non è cambiato nulla, ma la realtà virtuale dell'informazione non lascia pensare altrimenti. Davvero?

Proviamo a mettere ordine, in maniera schematica per focalizzarci su alcuni punti chiave.
Le banche si sono esposte verso creditori che non sono stati in grado di ripagare i propri debiti ed in cambio si sono ritrovati senza casa. Il problema è che queste case, magari brutte, in periferia e vicino alle fabbriche, chi se le compra più? Quindi le banche, vere e povere vittime del sistema, si sono ritrovate ad avere delle case senza valore, perché non avevano più persone interessate all'acquisto.

Questo il dunque: il bene che scarseggia in questo caso sono i soldi. L'economia globale vive di soldi, senza soldi non sono possibili scambi: se non hai i soldi, sei fallito. Che tu sia cittadino, che tu sia banca, che tu sia un Governo. Game Over.
E dopo il Game Over la schermata successiva dice, beffarda, Insert Coin.

La politica monetaria si sta occupando di questo. Il bello dei soldi è che per fortuna non crescono sugli alberi, ove altrimenti sarebbero alla mercè delle intemperie metereologiche e dei vagabondi che li andrebbero a raccogliere o degli oziosi giardinieri da terrazza che si farebbero l'orticello e smetterebbero di lavorare, ma si riproducono negli scantinati delle Banche Centrali. Un getto d'inchiostro ed ecco che dal cilindro escono migliaia di miliardi, milioni di miliardi, miliardi di miliardi.

La politica monetaria si domanda che fare di questo jackpot.
In questo gli Stati Uniti d'America sono alla guida del mondo occidentale: in un momento difficile discutono, scelgono, si assumono le proprie responsabilità. Osservate voi che cosa succede in Italia, e provate come con la Settimana Enigmistica a trovare le piccole differenze nascoste.

Gli americani stringeranno la cinghia, dopo essere ingrassati per anni e anni sulle spalle del futuro e del resto del mondo, e continueranno a lavorare. Perché l'effetto collaterale, quello pericoloso, generato in assenza di soldi, è il lavoro.
Se lavori, campi. Ma se mancano i soldi non si lavora più, non ci si scambiano beni e lavoro, e si chiude tutti per fallimento. Se le banche falliscono e non ci danno i soldi, falliamo tutti.

Chiariamo che di per sé non c'è niente di male se la Borsa crolla: qualcuno perde i soldi investiti, qualcun'altro li guadagna spendendo meno degli altri per gli stessi titoli. E' questa la legge nel mercato dei soldi. Non possiamo certo aspettarci che il valore della Borsa cresca all'infinito: dovendo riflettere il valore dell'economia reale (pure inclusa la redditività futura) di un mondo finito e non eterno a un certo punto un limite razionalmente ce l'ha. Chi cerca di superarlo, prima o poi paga, come succede a chi fallisce. Non possiamo certo aspettarci che la Borsa svolga un'assistenza sociale.

In questo caso, sintetizzando, le banche che non hanno ricevuto i pagamenti promessi si sono trovate senza liquidità. E con esse chi di loro si era fidato. Erano stati fatti i conti con soldi che non ci sono. Come fare la guerra e trovarsi senza armi in mezzo alla battaglia. This is the end.

Ma ecco che subito un'altra banca (e se non ci fossero più banche private ci sarebbero sempre quelle centrali) si avventa sulla macchinetta e inserisce le monetine, rilevando gli asset, pagando i debiti (salvo non siano scaricabili sullo Stato), assumendo il personale. Mors tua vita mea. Altro che comunismo.

La morale della favola è che se investite i soldi in Borsa potete guadagnare come rimetterci. Se lavorate per vivere e non siete falliti allora le Banche centrali, a differenza che nel 1929 o più recentemente in Argentina, si stanno organizzando per non lasciarvi a piedi.

Il problema è che adesso le banche hanno paura l'una dell'altra, temono che per i propri crediti e se prestano i soldi dall'oggi al domani, come che di notte l'altro banchiere potesse intossicarsi. Dopo averci precipitato nella crisi, sembrao far di tutto per continuare a farcela pagare.

State serene care banche, per cortesia, e abbassate il costo del denaro. Alzando i tassi tra di voi impedite all'economia di svilupparsi e ai vostri correntisti di guadagnare e non fate altro che continuare a persistere nel non fare il vostro lavoro: darci i soldi per lavorare.

2 Commenti

  1. i mutui che crescono ci fanno accorgere che qualcosa e' cambiato!

  2. Adesso dovrebbero calare per l'effetto riduzione tasso di sconto. Vediamo quanto l'effetto-panico sul mercato interbancario rallenterà questo processo.

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