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Scritto da nel Internazionale, Numero 49 - 1 Novembre 2008 | 1 commento

Bush game over

Barak Obama o John McCain? Stando ai sondaggi, George e Laura Bush traslocheranno dalla Casa Bianca per far largo alla famiglia Obama, il primo presidente afroamericano nella storia degli Stati Uniti d'America. Simbolo del cambiamento, gli Americani e non solo ripongono speranze nelle capacità di Barak. In caso di vittoria di Obama come cambieranno i rapporti con i principali partner mondiali? La politica estera è stato l'argomento meno discusso nel corso dei tre dibattiti fra il veterano McCain e il giovane Obama. In attesa di ciò che sarà possiamo però dire ciò che è stato. Cercare di tracciare un bilancio sulla maniera in cui hanno operato le due Amministrazioni Bush dal 2001 ad oggi in materia di politica estera.

La politica estera dell'amministrazione Bush è profondamente legata alla tragedia dell'11 settembre, episodio senza precedenti storici sul suolo americano. Dunque George attraverso personaggi quali Colin Powell prima e Condoleeza Rice poi ha dato vita ad una politica fatta di strategie che avevano l'unico obiettivo quello della lotta al terrorismo fondamentalista che ha il suo simbolo in Osama Bin Laden: George vs Osama. Lo specchio di ciò è l'invasione dell'Iraq e la gestione delle operazioni in Afghanistan dopo la presa di Kabul. L'Iraq è stato invaso con la farsa delle armi di distruzione di massa che, come si è poi dimostrato, non aveva; confermato anche da Colin Powell in un'intervista al Corriere della Sera, ricordando il suo imbarazzo quando di fronte all'Onu ha mostrato prove false atte a giustificare le operazioni militari. In caso di vittoria di Obama, Powell potrebbe essere uno dei suoi collaboratori. Nella seconda fase della guerra l'amministrazione Bush ha cambiato concept, non si parla più di lotta al terrorismo ma di “esportazione della democrazia”, e quindi la cattura di Saddam anch'esso simbolo, di oppressione e dittatura. L'Iraq, l'antica Mesopotamia, teatro dello scontro tra il bene e il male, la lotta al terrorismo come la principale sfida del XXI secolo. Recita così Bush junior davanti milioni di americani che lo guardano in tv.

Circa il contributo che le guerre hanno fornito in termini di sicurezza dell'Occidente il conto è fortemente in rosso. Gli attentati di Madrid, Londra, Nassirya, le migliaia di vittime militari e civili, le immagini di Guantanamo e due nascenti governi, afgano ed iracheno, che non sono affatto in grado di governare sia solo la città di Kabul e Baghdad. L'unilateralismo americano ha fortemente screditato l'Onu, unica sede riconosciuta capace di mettere allo stesso tavolo tutti i paesi del mondo, democratici e non, a cui si aggiunge la mancanza di una politica estera comune dell'Europa. La teoria degli “Stati canaglia” ha dimostrato che i problemi che coinvolgono il mondo non si risolvono con l'unilateralismo militare ma attraverso un dialogo senza pregiudiziali fondato su regole internazionali. Non può certamente essere positivo il giudizio sull'amministrazione Bush junior. Per quanto riguarda il Medio Oriente molti presidenti nella storia degli Stati Uniti d'America si sono cimentati nella risoluzione di un problema a tratti irrisolvibile quale la questione israelo-palestinese, George W.Bush non ha fatto eccezione sia nel tentativo che nel risultato, fallimentare.

Al termine dell'amministrazione Bush il mondo si trova in uno stato di contrapposizione ben superiore a quello precedente l'11 settembre, in cui generazioni di arabi ma non solo continueranno ad odiarsi per molto tempo ancora.

1 Commento

  1. Visto che non c'è più la bacheca…
    salutiamo Barack e la grande vittoria dell'America che quando tocca il fondo alza la testa e sboccia con una nuova tendenza.

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