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Scritto da nel Economia e Mercati, Numero 50 - 16 Novembre 2008 | 3 commenti

Come decrescere felicemente nelle nostre case

Come decrescere felicemente nelle nostre case

L'attuale modello di sviluppo, basato sulla preponderanza dell'agire economico nel sistema sociale, rischia di portare alla distruzione del genere umano sul nostro pianeta. Non alla distruzione del pianeta come molti dicono, ma solo del genere umano, in quanto l'uomo è tutto sommato la specie più vulnerabile a fenomeni quali la devastazione delle foreste, la fine del petrolio, la crisi delle materie prime, etc. Per chi crede nella Decrescita Felice la soluzione sta nel riportare il sistema economico nel suo alveo fisiologico da quella posizione centrale e dominante (patologica) in cui dal 1929 in poi volontariamente l'uomo l'ha messa. Si tratta, in altre parole, di prendere coscienza che oltre agli scambi mercantili (gli unici e soli che fanno crescere il PIL) è possibile e necessario che la società si basi sugli scambi non mercantili (economia del dono) e sull'autoproduzione.

Se rappresentassimo con tre cerchi concentrici le attività produttive ponendo al centro quelle orientate all'autoproduzione (ovvero alla produzione finalizzata all'utilizzo diretto proprio o al più di alla ristrettissima cerchia della propria “famiglia”), nella prima corona circolare quella orientata all'economia del dono (o di relazione) e nell'ultima quella orientata all'economia mercantile avremmo subito evidenza di come nelle comunità umane sino al boom del consumismo la prima e la seconda area erano molto ampie e la terza molto ridotta. Grazie alla tecnologia, alla ricerca scientifica, alla disponibilità di fonti energetiche a basso costo questi tre cerchi si sono molto allargati nelle zone sviluppate della terra, negli ultimi due o tre secoli, ma comunque fino al boom del consumismo l'area dell'autoproduzione era quella proporzionalmente più grande. Da quel momento in poi tutto è cambiato: l'area dello scambio mercantile ha cominciato a prendere il sopravvento e ha eroso spazi sempre più ampi alle altre aree. Gli scambi non mercantili sono stati sostituiti da surrogati di servizi pensati per “liberare” le persone (ed in particolare le donne, per permettere loro di andare a lavorare nella zona “mercantile”): babysitter, badanti, dogsitter, addetti alle attività domestiche hanno reso inutile lo scambio non mercantile e con ciò hanno depauperato le relazioni di vicinato. Trent'anni fa in un condominio di 40 famiglie ci si conosceva tutti e nel cortile bastava un adulto per “sorvegliare” decine di bambini. Oggi in minicondomini di 6 famiglie si rischia di non sapere chi abita sopra o sotto di noi e nel cortile, se c'è, ci sono solo le macchine; i bambini sono negli asili nido, nei centri sportivi, nelle ludoteche. L'autoproduzione è stata addirittura additata come pericolosa, rischiosa, inutile, dannosa per la società.
Occorre dunque riportare il giusto equilibrio fra i tre cerchi, usando la tecnologia e la scienza per realizzare processi produttivi e prodotti di lunga durata, riutilizzabili, smontabili e smaltibili al massimo. Tutte azioni che riducono ovviamente l'ampiezza della corona più esterna a vantaggio di quella più interna.
Ad esempio in materia di edilizia ci sono esperimenti di autocostruzione e autoristrutturazione di immobili destinati all'abitazione: in Italia ci sono una decina di casi, in genere cooperative di giovani famiglie che iniziano questo percorso prevalentemente per motivi economici. Sono molto osteggiati dalle autorità e dalle lobbies dei costruttori e dei professionisti. Trovano molti ostacoli per le certificazioni impiantistiche che le norme prevedono, ma stanno riuscendo a cavarsela. Diffusissimi sono i casi di autocostruzione, o almeno di autoinstallazione, di impianti per il solare termico; numerosi anche quelli di autoinstallazione di impianti fotovoltaici. Ecco credo che se voi cominciaste a progettare edifici che siano facilmente “mantenibili” da chi li usa, fareste cosa utile per la Decrescita Felice e in particolare per il recupero del cerchio interno rispetto alla corona esterna del modello di cui abbiamo parlato.
In materia di architettura si pensi agli esperimenti di progettazione e realizzazione di immobili con molti spazi e strutture comuni. È il tema del cohousing, dove si riscopre il piacere (oltre che il vantaggio economico e soprattutto sociale) di stare insieme utilizzando al massimo spazi e strutture comuni per il lavaggio e l'asciugatura del bucato, spazi comuni per stare con i propri figli, officine comuni in cui riparare elettrodomestici, mobili, suppellettili, etc, sfruttando le competenza disponibili nella comunità. Nel caso di immobili destinati alla produzione (fabbriche, uffici, etc) si pensi al recupero dell'idea di sala mensa, o per lo meno di spazi comuni da dedicare alla pausa pasto, alla presenza di infrastrutture per tenere i figli dei dipendenti affidandoli a propri colleghi (e non, possibilmente, a personale appositamente assunto). Ecco credo che se voi cominciaste a progettare edifici che facilitino le relazioni fra chi li usa, fareste cosa utile per la Decrescita Felice e in particolare per l'ampliamento della prima corona rispetto alla corona esterna dell'economia di mercato.
A questo punto vi chiedo – quando pensate nuovi materiali, nuovi processi produttivi, nuove distribuzioni degli spazi ed uso degli ambienti e vi preoccupate che siano compatibili con l'ambiente, parsimoniosi nelle necessità energetiche – di aggiungere alle vostre valutazioni anche una attenzione a come le vostre scelte impattano, e impatteranno per molti anni, su quei tre cerchi concentrici.

3 Commenti

  1. Sono d accordo al 100 per 100 con quello che dici. Però serve un passo successivo: io sono un ingranaggio di un sistema che mi ruba tempo in cambio di soldi -però non abbastanza soldi per comprare tempo libero lavorando meno. Come posso iniziare un circolo virtuoso di decrescita centrato intorno a me?

  2. Gentilissimo Francesco,

    ti suggerisco un semplice esercizio:

    Cosa diresti al tuo datore di lavoro se ti proponesse, al posto di un aumento di stipendio del 5%, una settimana di ferie in più all'anno?

    Molto probabilmente accetteresti.

    Se ti proponesse invece di ridurti lo stipendio del 5% in cambio di una settimana di ferie in più non accetteresti mai.

    Il fatto è che siamo tutti convinti che i soldi che riceviamo per il nostro lavoro sono sempre indispensabili. Salvo scoprire che, se la retribuzione aumenta, aumentano anche le “spese indispensabili”. E' così, ci hanno convinto di questo da sempre, da quando eravamo bambini.

    Cambia il tuo punto di vista base e vedrai che si può vivere con meno. Devi partire da lì.

    Auguri e fammi sapere…..fra un anno almeno, questi processi sono lunghi.
    Vieni a trovarci su http://www.depiliamoci.it .

    Buona Decrescita Felice, Nello DE PADOVA

  3. E' significativo quanto hai rappresentato in tema di cohausing, riguardo ai non pochi problemi affrontati da coloro che decidono di intraprendere questa nuova metodologia di costruzione. Credo che spetti proprio alla politica, riappropriarsi, di un ruolo che le è proprio, quello di emanare norme che, lungi dal favorire lo scambio delle “merci”, daino la possibilità, in ultima analisi di ristabilire un equilibrio, in quell'immagine fornita nell'articolo, fra i cerchi concentrici, riallargando progressivamente quello dell'autoproduzione e degli scambi non mercantili. Ciò in prima battuta, richiede naturalmente una riconsiderazione dell'attuale paradigma culturale che ci ha indotto a formulare l'erronea equazione: merci=beni(f)del mercato.

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