Il futuro dei Musei? Risposte italiane ed europee
[recensione: Il futuro dei Musei della città in Europa: esperienze e prospettive, a cura di G.Campanini e M.Negri, BUB, Bologna 2008. (con testi in italiano ed inglese)]
Edito da Bonomia University Press, “Il futuro dei Musei della città in Europa: esperienze e prospettive” è lo specchio del congresso sul tema del “Museo della Città” organizzato dalla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e dall'European Museum Forum nel luglio 2007 al Museo della Sanità e dell'Assistanza-Oratorio di Santa Maria della Vita a Bologna.
Lo scorso anno si celebrava tra l'altro il trentesimo anniversario della nascita di questa associazione indipendente e no-profit impegnata a migliorare la qualità dei musei in tutta Europa. Tra le diverse attività, L'European Museum Forum, che opera sotto il Consiglio d'Europa, organizza annualmente l'European Museum of the Year Award, conferenza internazionale che culmina con l'annuncio del vincitore della Comunità Europea.
Il volume, ricco di importanti contributi, è curato dal Direttore dell'European Museum Forum, Massimo Negri, e dal Direttore del Museo della Sanità e dell'Assistenza di Bologna, Graziano Campanini, secondo il quale il museo della città “maestro della nostra sensibilità” deve essere una “struttura capace di raccontare con pienezza e qualità una storia civica”.
Un significativo esempio è senza dubbio l'ambizioso progetto della Fondazione Carisbo di Bologna che nel 2003 ha dato inizio, in accordo con l'Azienda Sanitaria Locale e la Curia, al processo di costituzione del Museo della Città di Bologna, una sorta di circuito articolato nel centro cittadino tra numerosi palazzi e chiese di grande rilevanza storico artistica come Palazzo Pepoli Antico, Palazzo Fava, Casa Saraceni, la Chiesa di Santa Cristina, San Giorgio in Poggiale, San Colombano ed i complessi monumentali di Santa Maria della Vita e di San Michele in Bosco: la vicenda ed i progetti futuri sono raccontati da Fabio Roversi-Monaco, Presidente della Fondazione, Beatrice Buscaroli Fabbri, Curatrice delle collezioni d'arte e di Storia, e Graziano Campanini, Direttore di una delle sedi più prestigiose.
Tutta Bolognese è anche l'esperienza del Cimitero Monumentale della Certosa, istituito nel 1801, per il quale il Comune (con Mauro Felicori, responsabile) ha avviato da diverso tempo un progetto volto a restaurarlo, custodirlo e promuoverlo, essendo luogo unico in Europa per il suo patrimonio artistico di pittura, scultura e architettura dei secoli XIX e XX.
Nel libro sono riportate poi le esperienze di alcune importanti realtà europee: il Museo Leventis di Nicosia, che dal 1984 opera per promuovere la lunga e travagliata storia di Nicosia e di Cipro in generale;il Musée Carnavalet di Parigi, aperto nel 1880, nel quale si offre al visitatore un percorso di più di cento sale consacrate alla storia di Parigi, dalla preistoria ai giorni nostri; il Museo di cultura bizantina a Salonicco, impegnato dal 1994 a raccontare i vari aspetti della vita durante il periodo bizantino ed indagare i modi con cui i cambiamenti storici e la situazione politica influenzarono la vita quotidiana del popolo macedone, ed ancora il Museo Storico Tedesco di Berlino, inaugurato nel 1987 in occasione del 750° anno dalla fondazione della città; e il Museo storico della città Amsterdam, che dal 1975 occupa l'antico convento di San Luciano risalente ai primi anni del XV secolo. Altre realtà esplorate sono la Galleria Nazionale di Parma, che ispira lo storico dell'arte Eugenio Riccomini a narrarci come, di necessità virtù, si sia riusciti nell'impresa di “infilare un museo moderno dentro una vecchia caserma”; L'Ecomuseo Urbano di Torino, impegnato nel salvaguardare il patrimonio urbano in tutti i suoi elementi fisici, naturali, ambientali e paesaggistici; il Museo della Città di Lubiana, che con le sue svariate attività è divenuto una fonte indispensabile per la conoscenza del passato e la comprensione dell'attuale città e, più in generale, della nazione slovena; ed il Museo del cinema e della televisione di Berlino, che sin dalla sua fondazione nel 1963 ha raccolto e conservato tutto ciò che riguarda la tecnologia cinematografica. Chiude il testo un contributo di Antonio Paolucci che a metà strada tra raccomandazione e monito ricorda: “il museo deve documentare, deve evocare, deve commuovere. Bisogna evitare con ogni mezzo la noia da museo. Attenzione però a non cadere nell'equivoco pericoloso e oggi molto diffuso di chi crede che si possa capire in modo spontaneo e divertente, senza fatica, senza personale impegno. Non è così, non può essere così.”