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Scritto da nel Numero 49 - 1 Novembre 2008, Politica | 0 commenti

L'onda anomala

L'onda anomala


Milano, Piazza San Babila , ore 10.30 . Una ragazza esce dal corteo, entra da Mac Donald , prende un milkshake e poi si rimette a marciare, un ragazzo manifesta con un “due aste” (tipico striscione da curva) che recita ” si a Mourinho no alla Gelmini”, i cori che si sentono sono tutti mutuati dallo stadio, quasi nessun riferimento alle ideologie della sinistra novecentesca , nessun intento bellicoso, tanta goliardia. D'altra parte c'è un dato , se non altro anagrafico, che segna, forse, la fine di un'epoca . Gli studenti che manifestano sono quasi tutti nati dall' '89 in poi , o comunque subito prima. Non c'è ricordo di ideologia che tenga. Questo movimento “occupa” e non “okkupa”. Sono segnali, forse marginali, che danno il senso di una rottura rispetto al passato che sarebbe bene che il circuito politico-mediatico rispetti e comprenda e non cerchi di inquinare con improbabili analisi sociologiche e/o politologiche.
Altro dato importante e assolutamente centrale: stiamo assistendo ad un movimento di individui e non di masse, non esistono “leader” riconosciuti. Quando vengono intervistati o quando parlano tra di loro, è l'esigenza individuale di più opportunità e di più libertà che emerge, non la rivendicazione di più o meno astratte idee collettive. “ io voglio fare ricerca una volta laureata ma non ci sono fondi, le borse di studio vengono assegnate senza trasparenza” è una frase che si sente spesso. Anche quando vanno in televisione, i rappresentanti di questo mondo studentesco parlano a nome di loro stessi, partono dalla loro esperienza indivudale. Ciò che ha messo insieme tante ragazze e tanti ragazzi è proprio questo: la condivisione di problemi individuali, l'aspirazione a vivere in un paese in cui ogni persona abbia la possibilità di giocarsi le proprie chances, in cui sia il merito a prevalere, non la rivendicazione di un generico “tutto per tutti”.
Uno degli slogan simbolo di questo movimento recita “ non pagheremo la vostra crisi” . Questo è un altro aspetto centrale della protesta : la volontà di spazzare via le rendite di posizione, le troppe caste inaccessibili che impediscono a molti giovani l'accesso a professioni, cattedre, ordini . C'è la preoccupazione individuale rispetto al futuro, anche la paura di una crisi di cui non si sentono responsabili, a ragione. Questi giovani individuano nelle caste, nei vincoli, nei troppi muri che si trovano a non poter scavalcare le ragioni della loro inquietudine rispetto al futuro.
C'è in questo una furia iconoclasta da salutare positivamente, una spinta forse inconsapevolmente libertaria e/o liberista.
Anche il nome scelto da questo movimento è significativo: Onda, una parola liquida . L'onda non dà senso di compattezza, di blocco sociale o generazionale. L'onda è fatta di gocce d'acqua che si riversano e poi si mischiano, senza una direzione necessariamente prestabilita.
I ragazzi di questo movimento sono orgogliosi della loro individualità e si mettono insieme proprio con lo scopo di ottenere più libertà e più opportunità individuali. Non è un caso che questo movimento non abbia “piattaforme unitarie” , organizzazioni egemoni politicamente, sponde nei sindacati o nei partiti. Non è un caso che Veltroni , per esempio, come unico modo per comunicare qualcosa di politico al movimento studentesco abbia lanciato l'idea di un referendum contro il decreto Gelmini e non un progetto politico, non un invito agli studenti a unirsi al PD. La sinistra dà la sensazione di essere spiazzata da un movimento su cui non riesce a piantare bandierine ideologiche, anche questo è un fatto da salutare positivamente.
Certo non è tutto oro ciò che luccica. Per esempio, un errore commesso dal movimento è quello di essersi unito alla protesta dei professori universitari e dei docenti delle scuole. Se l' Onda è contro lo status quo e vuole davvero essere elemento di novità, prima o poi dovrà anche contestare il sistema baronale che regge le università italiane, il conservatorismo dei docenti e dei sindacati della scuola che non hanno mai accettato alcun tentativo di riforma da 20 anni a questa parte. E' pur vero che oggi l'obiettivo di questo movimento è quello di contestare non una riforma, ma dei tagli da parte del governo. Si ha come la sensazione che questi giovani stiano contestando la Gelmini in quanto la identificano come il peggio possibile, ma non siano disposti a lottare per mantenere le cose così come stanno. Questo lo si verificherà nel futuro.
C'è infine la questione politica. A questo movimento non servono sponde nei partiti o nei sindacati. Serve che le intelligenze migliori si mettano a sua disposizione per esercitare l'antica arte socratica della maieutica. Ciò che molti osservatori non colgono è che questi giovani le soluzioni le hanno già dentro di loro, le esercitano nella vita di tutti i giorni ( hanno stili di vita e trovano soluzioni low cost ai loro problemi, hanno totale padronanza della tecnologia, vivono da individui in una società appunto individualizzata , vivono senza problemi all'interno delle reti di cui è fatta la nostra società, sono glocali nei fatti), bisogna solo che qualcuno li aiuti a farle prendere forma, a estrarle dal loro vissuto e farle diventare proposta politica. Serve quindi una sana formazione politica indipendente, che fornisca gli strumenti di analisi e non soluzioni e idee precostituite. La grande opportunità che è di fronte a noi è la possibilità nella nascita di un consapevole movimento di
EGO-SOLIDALI, cioè di persone che non hanno intenzione di cedere parte della propria individualità, ma che sentono l'esigenza di costruire un sistema di opportunità e libertà, in cui siano le migliori idee a prevalere e non le corporazioni, i privilegi, le rendite.

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