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Scritto da nel Bologna, Numero 53 - 16 Gennaio 2009 | 0 commenti

De Andrè dal Pratello non se ne è mai andato

Qualche anno fa, in una notte di estate, tra via del Pratello e Piazza San Francesco veniva concepita per la prima volta l'idea di creare uno spazio informativo on-line, libero ed indipendente, che potesse dare a chiunque la possibilità di scrivere e discutere. Un'iniziativa che servisse in primis a noi stessi, a mantenerci attivi, con mente e penna, e con l'ambizione di raccontare e descrivere la realtà secondo una forma di giornalismo partecipato.
La nostra risposta all'assopimento bolognese non poteva limitarsi ad invettiva, alla solita lamentela. Nasceva così il viaggio dell'arengo.info. Partiti dai sanpietrini di Via del Pratello, in due anni e mezzo abbiamo ospitato settanta persone, sotto i trent'anni ed in giro per il mondo. Si è scritto di economia, di arte, di vino, di politica, di letteratura.
Si è scritto della nostra città, Bologna. Anche il 16 Novembre 2008, a seguito dell'ordinanza del Sindaco che imponeva la chiusura forzata a cinque locali del Pratello, l'Arengo intitolava il nuovo numero della rivista “La Cattiva Strada”, ricordando ai bolognesi che “c'è amore un po' per tutti, e tutti hanno un amore” in Via del Pratello.
Le puttane, il rispetto per gli ultimi, l'anarchia, il senso della giustizia, l'amore per la musica, per la letteratura, il rispetto per la tradizione. Ritrovare De Andrè al Pratello, nella sua gente, nelle sue osterie, è stato davvero facile. Il percorso itinerante nella poetica del cantautore genovese sembrava già scritto sulle porte delle osterie bolognesi. “La Cattiva Strada – De Andrè al Pradel” esisteva già, non l'ha inventata nessuno. Perché in questi dieci anni De Andrè al Pratello l'abbiamo sempre incrociato, tra le persone che ci ha cantato.
“La Cattiva Strada” è stata l'occasione migliore per uscire da internet ad organizzare qualcosa nel mondo reale, nella strada dove è stato concepito.
E tornare a vivere il Pratello con una iniziativa civile, appassionante e spontanea ci è sembrato il modo migliore di rispondere alle ordinanze ingiuste e alle accuse di degrado.
Appena pronunciata, la parola “De Andrè” si è rivelata un passepartout capace di schiudere tutte le porte. Musicisti, lettori, osti, disegnatori, studenti, il quartiere Saragozza stesso e le varie associazioni, tutti hanno detto di sì, e subito. Tutti accomunati dall'amore per il Pratello, e per De Andrè. È grazie a loro se questa giornata è stata messa in piedi, in meno di un mese.
Organizzare questa giornata è stato bellissimo, il miglior modo per continuare a mantenere vivo il nostro piccolo mondo, contro quella pace terrificante che ci circonda.

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