La stampa brasiliana sul caso Battisti
Il Caso Battisti ha avuto un forte risalto sulla stampa brasiliana.
I giornali di destra, come Folha e Estadão hanno strumentalizzato la vicenda per attaccare Lula e il Ministro della Giustizia Tarso Genro, accusandoli di simpatizzare per i terroristi di esquerda. La stampa di sinistra ha invece difeso in maniera compatta Battisti. L'unica voce fuori dal coro è stata quella di Carta Capital, rivista di centro-sinistra vicina al Presidente Lula. In un editoriale, il giornalista Mino Carta ha duramente attaccato la decisione del Ministro della Giustizia. Da qui la polemica con l'edizione brasiliana de Le Monde diplomatique, che lo ha accusato di essere disinformato e tendenzioso.
Ma chi si è più schierato a favore di Battisti è stato sicuramente il quotidiano economico Valor. La giornalista Maria Inês Nassif ha paragonato Battisti ad un “cavaliere errante” e Tarso Genro non avrebbe commesso nessuna eresia nel concedergli lo status di prigioniero politico. Sempre secondo la Nassif, il Ministro della Giustizia si sarebbe convinto della sua innocenza leggendo l'autobiografia di Battisti stesso, Minha fuga sem fim (La mia fuga senza fine). La giornalista incalza poi lamentando che Battisti non ha mai avuto l'opportunità di difendersi davanti alla giustizia italiana poiché non è mai stato presente in Aula ed è stato condannato in contumacia; ma soprattutto dovrebbe pagare per quattro omicidi che non ha commesso e che anche il buon senso non gli attribuirebbe. Secondo la ricostruzione fatta dal giornale, due dei quattro omicidi sono stati commessi lo stesso giorno a 500km di distanza e Battisti non avrebbe potuto materialmente essere presente in entrambi i luoghi. Per quanto riguarda invece l'omicidio del poliziotto Andrea Campagna, l'assassino, sempre secondo Valor, non potrebbe essere Battisti perché la descrizione dell'omicida fornita da un testimone oculare non coinciderebbe con quella di Battisti.
Il giornalista Altamiro Borges di Correio da Cidadania e membro del PC brasiliano arriva addirittura a sostenere che Battisti sia stato vittima di un complotto della CIA e che alcuni dei crimini che gli sono stati attribuiti siano in realtà stati commessi da terroristi di destra pagati dal governo americano.
La chiave di lettura della diversa posizione assunta dalla stampa di sinistra e di destra, a mio parere, risiede nell'appellativo con cui si fa riferimento a Battisti: per i giornali di sinistra è lo “scrittore italiano” mentre per quella di destra è il “terrorista di sinistra”. La Sinistra brasiliana, come in parte quella italiana e francese, vede in Battisti la figura dell'intellettuale rivoluzionario costretto all'esilio prima in Francia e poi in modo rocambolesco a Rio de Janeiro e gli “perdona” crimini che anch'essa sa che molto probabilmente ha commesso. Per la Destra è “semplicemente” un terrorista colpevole di aver seminato il terrore in uno dei periodi più bui della storia italiana e che dovrebbe essere consegnato alla giustizia del nostro Paese.
I giornali di destra, come Folha e Estadão hanno strumentalizzato la vicenda per attaccare Lula e il Ministro della Giustizia Tarso Genro, accusandoli di simpatizzare per i terroristi di esquerda. La stampa di sinistra ha invece difeso in maniera compatta Battisti. L'unica voce fuori dal coro è stata quella di Carta Capital, rivista di centro-sinistra vicina al Presidente Lula. In un editoriale, il giornalista Mino Carta ha duramente attaccato la decisione del Ministro della Giustizia. Da qui la polemica con l'edizione brasiliana de Le Monde diplomatique, che lo ha accusato di essere disinformato e tendenzioso.
Ma chi si è più schierato a favore di Battisti è stato sicuramente il quotidiano economico Valor. La giornalista Maria Inês Nassif ha paragonato Battisti ad un “cavaliere errante” e Tarso Genro non avrebbe commesso nessuna eresia nel concedergli lo status di prigioniero politico. Sempre secondo la Nassif, il Ministro della Giustizia si sarebbe convinto della sua innocenza leggendo l'autobiografia di Battisti stesso, Minha fuga sem fim (La mia fuga senza fine). La giornalista incalza poi lamentando che Battisti non ha mai avuto l'opportunità di difendersi davanti alla giustizia italiana poiché non è mai stato presente in Aula ed è stato condannato in contumacia; ma soprattutto dovrebbe pagare per quattro omicidi che non ha commesso e che anche il buon senso non gli attribuirebbe. Secondo la ricostruzione fatta dal giornale, due dei quattro omicidi sono stati commessi lo stesso giorno a 500km di distanza e Battisti non avrebbe potuto materialmente essere presente in entrambi i luoghi. Per quanto riguarda invece l'omicidio del poliziotto Andrea Campagna, l'assassino, sempre secondo Valor, non potrebbe essere Battisti perché la descrizione dell'omicida fornita da un testimone oculare non coinciderebbe con quella di Battisti.
Il giornalista Altamiro Borges di Correio da Cidadania e membro del PC brasiliano arriva addirittura a sostenere che Battisti sia stato vittima di un complotto della CIA e che alcuni dei crimini che gli sono stati attribuiti siano in realtà stati commessi da terroristi di destra pagati dal governo americano.
La chiave di lettura della diversa posizione assunta dalla stampa di sinistra e di destra, a mio parere, risiede nell'appellativo con cui si fa riferimento a Battisti: per i giornali di sinistra è lo “scrittore italiano” mentre per quella di destra è il “terrorista di sinistra”. La Sinistra brasiliana, come in parte quella italiana e francese, vede in Battisti la figura dell'intellettuale rivoluzionario costretto all'esilio prima in Francia e poi in modo rocambolesco a Rio de Janeiro e gli “perdona” crimini che anch'essa sa che molto probabilmente ha commesso. Per la Destra è “semplicemente” un terrorista colpevole di aver seminato il terrore in uno dei periodi più bui della storia italiana e che dovrebbe essere consegnato alla giustizia del nostro Paese.