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Scritto da nel Media e Cultura, Numero 54 - 1 Febbraio 2009 | 2 commenti

Milk, in Italia

“Milk” è il film che racconta la vita di Harvey Milk, il primo uomo dichiaratamente gay eletto ad una carica pubblica (il consiglio comunale di San Francisco) negli Stati Uniti, dal momento in cui compì 40 anni fino al suo assassinio, avvenuto nel 1978. Una delle battaglie principali di Harvey Milk, raccontata nel film, fu contro la “Proposition 6”, una proposta di legge per lo Stato della California portata avanti da un senatore, John Briggs, e che aveva come testimonial principale la cantante Anita Bryant, fervente cristiana, allora molto nota negli Stati Uniti. Quest'ultima si era spesa per l'approvazione di referendum, in diverse contee degli USA, che avevano portato all'abolizione delle prime, timide leggi che riconoscevano diritti civili ai gay: per esempio, la possibilità di prendere una casa in affitto. La “Proposition 6”, a sua volta, mirava al licenziamento dalle scuole americane degli insegnanti omosessuali e dei loro difensori, sulla base dell'idea che l'omosessualità si diffondesse nella società a causa della corruzione dei ragazzi sin dalla tenera età da parte dei maestri e professori gay.
Il film, dalla sceneggiatura alla recitazione degli attori (primo tra tutti Sean Penn, che ha pienamente meritato la candidatura all'Oscar per la sua interpretazione di Harvey Milk), rende magistralmente e in modo raffinato, anche con l'aiuto di immagini di repertorio della San Francisco del tempo, la tensione, la paura e le speranze di una comunità che, per la prima volta, cercava di uscire allo scoperto. Ma porta in primo piano anche un altro tipo di tensioni e di paure, quelle della società cosiddetta “normale”, e in questo fa riflettere non solo sulla condizione degli omosessuali negli Stati Uniti di 30 anni fa, ma sul clima di caccia alle streghe nei confronti dei diversi, delle minoranze, e sull'idea – purtroppo tuttora molto diffusa – che la concessione di diritti civili ad una minoranza possa minare le basi su cui la società maggioritaria si è ritenuta salda per secoli.
E così viene quasi impossibile, guardando il film, non trovare continuamente parallelismi con l'Italia di oggi, nella quale tutte le ingiustizie perpetrate verso le minoranze, e nello specifico quella omosessuale, passano in secondo piano perché, si dice, ci sono altre urgenze, e gli atti di violenza quasi non fanno più notizia. E viene anche facile trovare i personaggi che potrebbero mettere in piedi una rivisitazione tutta italiana – con le dovute differenze – della storia di “Milk”, sebbene forse il risultato sarebbe una parodia un po' triste. Abbiamo il cantante, diventato celebre grazie a un paio di canzoni e alla sua vicinanza al mondo cattolico, che sancisce la necessità che i gay vengano guariti (Povia), il politico conservatore che denuncia le lobby gay e vuole porre un freno al dilagare di queste depravazioni (Luca Volonté… ma a quanto pare dovrebbe vedersela con Rocco Buttiglione, Luigi Bobba, e Sandro Bondi. Paola Binetti è stata esclusa in quanto il personaggio è maschile e lei non soddisferebbe tutti i requisiti in tal senso), il politico difensore della famiglia che sembra collaborare con Milk e la comunità gay ma poi inizia ad osteggiarli (Francesco Rutelli). L'unico personaggio per il quale, ad oggi, si fa fatica a trovare un corrispettivo è proprio quello di Harvey Milk. Non c'è.

2 Commenti

  1. il nostro Milk italiano??
    ma è Pannella!! ok, non è gay (dichiarato) ma è il nostro paladino del diritto civile..sfido io Milk a sopravvivere ai 300 e passa scioperi della fame che il Pannellone nazionale si è fatto..
    e poi lo sappiamo che il paladino del futuro sei tu..gaetano gaetano..continua a scrivere articoli belli come questo

  2. Mmmmm…mi state dicendo che Rutelli sta complottando ai danni di Pannella? Ecco perchè Pannella veste come Clint Eastwood…

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