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Scritto da nel Numero 57 - 16 Marzo 2009, Politica | 0 commenti

Il Partito dell'Amore





Probabilmente Pannella se lo sarebbe aspettato, prima o poi, di ritrovare nelle file del suo partito un’attrice porno.

Sicuramente non se lo aspettava Rutelli di prendere meno preferenze.

Ma non facciamoci prendere da tempeste ormonali, proviamo a ragionare a mente fredda e raccontare il rapporto… e daiii… tra il mondo del porno e la politica.

1987. Ilona Staller viene eletta in parlamento nelle file del Partito Radicale risultando con circa 20.000 preferenze seconda solo al capolista Pannella.

A dire il vero non è la prima volta che Ilona, attrice hard ungherese naturalizzata italiana meglio nota col nome d’arte Cicciolina, prova la carriera politica.
Già nel 1979 si candidò nella “Lista del Sole”, senza però riuscire a essere eletta in parlamento.
La sua carriera ebbe un impulso positivo dopo il 1985, anno che vide la sua entrata nelle file del partito di Marco Pannella, partito che la vide protagonista nella lotta al Nucleare e per i diritti umani.

Si devono però aspettare quattro anni dall'elezione in parlamento di Cicciolina per poter assistere alla nascita del primo movimento ricollegabile al mondo della pornografia.

Il 1991 infatti vede la nascita del Partito dell’Amore. Capofila del partito, oltre all’ex deputata, la nuova icona del cinema a luci rosse italiano Moana Pozzi e il produttore cinematografico Riccardo Schicchi.
L’obiettivo di base era la ricerca di una maggiore libertà sessuale e la rimessa in discussione del comune senso del pudore.
Coerente con questi pilastri la campagna elettorale del 1992, che vide il Partito dell’Amore candidarsi nella sola circoscrizione del Lazio, fu decisamente innovativa e senza precedenti (… nè seguiti) per la cattolicissima Italia: spogliarelli, comizi in
déshabillé. Le cronache dell’epoca narrano  che alcuni di questi fenomeni provocarono non pochi disordini nella capitale: ad esempio i classici pulmini pubblicitari con immagine e/o voce monotona al megafono vennero sostituiti da decisamente più efficaci pulmini con spogliarelliste dal vivo.

Oltre a una campagna volutamente provocatoria, anche alcune delle tematiche proposte dal Partito dell’Amore erano decisamente provocatorie: la possibilità che anche i detenuti godessero di una libertà sessuale, la revisione del concetto di oscenità e quindi la ridiscussione dei confini della censura artistica, e una innovativa tassa alle case automobilistiche sulla fabbricazione delle macchine, da destinare a opere di rimboschimento.
Infine, la creazione di Parchi dell'Amore, aree destinate a una libera attività sessuale, spontanea o mercenaria.
Infine il colpo di genio, paragonabile a un tocco di tacco di un grande numero 10: l'alleanza con il Partito dei Pensionati! Una sorta di precursore del viagra!

L'esito delle urne non fu anch'esso provocatorio, con appena lo 0,06% dei voti il Partito dell'Amore non ottenne alcun seggio, ma va altresì segnalato che la capofila Moana Pozzi ottenne con 12.393 più preferenze di Francesco Rutelli (e dire che i primi segnali erano evidenti da tempo… possibile non accorgersene…).

Moana ritentò la carriera candidandosi (senza grosse pretese) a sindaco di Roma nel 1993, cambiando stile della campagna elettorale e cercando di prendere le distanze dal mondo della pornografia (Moana era l'unica attrice di film a luci rosse presente nella lista). Questa mossa non venne molto apprezzata dall'elettorato: il risultato finale vide un netto calo dei voti, appena poco più di 8.000.

Le attività del partito ebbero un drastico arresto in seguito alla morte di Moana nel 1994 a soli 33 anni.

Attualmente il partito è ancora attivo, anche se a dire il vero le tematiche e gli argomenti che riempono il sito appaiono a volte piuttosto capziosi; vive più che altro del mito che si è venuto a creare intorno alla figura di Moana Pozzi, mito cresciuto grazie alle apparizioni televisive di un personaggio sì trasgressivo ma comunque distinto, capace di sorprendere l'immaginario collettivo abituato a vederla in tutt'altre avventure, e a una morte su cui tutt'ora aleggia un fitto mistero.


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