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Scritto da nel Letteratura e Filosofia, Numero 56 - 1 Marzo 2009 | 0 commenti

Medioevo italiano

Nelle scorse settimane, mentre le colonne dei quotidiani straripavano di interventi più o meno lungimiranti sul testamento biologico, un ragguardevole numero di politici ha dimostrato ad un tempo la propria ignoranza e pochezza etica, confondendo in un unico marasma temi come l'omicidio, l'eutanasia, e appunto, il testamento biologico.

Per ripercorrere brevemente con quale umanità e senso etico sia stata approcciata quella tragica vicenda, vorrei citare ad esempio, le illuminate parole di Enrico La Loggia, vice Presidente del Gruppo del Pdl alla Camera: A Udine contro Eluana si sta per compiere un vero e proprio omicidio. Tralasciando la sensibilità manifestata compattamente dalla maggioranza di governo, e purtroppo anche da numerosi esponenti dell'opposizione, resta comunque da sottolineare un dato allarmante: o la maggioranza dei deputati del nostro paese non è capace di distinguere tra prassi mediche completamente diverse, o pur riconoscendo tale differenza, non è disposta ad ammetterla per malafede, come si evince chiaramente dalle dichiarazione dell' On. La Loggia.

Dopo la tragedia di Eluana, volta, come spesso avviene nella nostra penisola, in una macabra commedia carnascialesca, era prevedibile un brain-storming alle Camere per sopperire al vuoto legislativo evidenziato da questa vicenda: mentre la maggioranza del Pd ammette in casi eccezionali la sospensione dell'idratazione, la capogruppo democratica in commissione Sanità, Dorina Bianchi, non sottoscrive la proposta. L'ex radicale Rutelli, folgorato sulla via di Damasco, insieme ai cattolici ritiene la nutrizione una forma di sostegno vitale, rendendone di fatto impraticabile la sospensione. È facile prevedere come l'esito delle solite divisioni all'interno del Pd, tipiche dell'armata brancaleone, finirà per spianare la strada a un disegno di legge in odore di santificazione vaticana, dove le illuminate posizioni di Laura Bianconi (Pdl) – la quale a prescindere dalle disposizioni in fin di vita, renderebbe obbligatoria oltre all'alimentazione anche la ventilazione artificiale – non rappresentano certo un'eccezione.

L'orizzonte angusto tracciato da questi sedicenti credenti, che sovente perdono di vista la pietas come elemento imprescindibile della morale cristiana, è desolante. Il rischio maggiore legato al dogmatismo col quale sono difese tali posizioni metafisiche e a-scientifiche, consiste nella non-scelta, alla quale, molto probabilmente dovranno uniformarsi anche gli individui che concepiscono esistenzialmente tali posizioni come estranee alla propria sensibilità. Personalmente, mi ritengo un amante della vita in tutte le sue innumerevoli sfumature, e qualora (toccando ferro), mi dovesse capitare qualcosa di irreparabile, vorrei che con socratico coraggio il medico potesse staccare la spina al mio respiratore artificiale; le inutili sofferenze e il perdurare in vita in uno stato larvale, le lascio a quanti scelgono di temprare la propria anima in preparazione alla vita ultraterrena in cui credono.

Tuttavia, in uno stato democratico che accampa ironicamente pretese libertarie, tali scelte personali che investono l'istante supremo dell'esistenza non dovrebbero essere imposte per legge, tanto meno per assecondare il furore irrazionale con cui dei legislatori farisei tentano di guadagnarsi il paradiso, ispirandosi ai dettami di una legge ultraterrena che noi mortali non riusciamo a comprendere.

Nonostante i due millenni di storia trascorsi, forse la cultura greca aveva sfiorato molto più della nostra contemporaneità il significato ultimo dell'esistenza, riscontrando nel corpo il tempio dell'anima. Secondo l'ovvio prosieguo di questa lezione esistenziale, nessuno dovrebbe augurarsi di arrancare in un tempio in rovina…

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