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Scritto da nel Internazionale, Numero 60 - 1 Giugno 2009 | 0 commenti

1979-2009: 30 anni fa gli Europei per la prima volta al voto

“Qualunque sia il nostro credo politico, siamo tutti consapevoli del fatto che questo passo storico, l'elezione del Parlamento europeo a suffragio universale, sia un momento cruciale per i cittadini della Comunità. Tutti i suoi Stati membri si trovano di fronte a tre grandi sfide: la sfida della pace, la sfida della libertà e la sfida di prosperità, e sembra chiaro che essi possono essere raggiunti solo attraverso la dimensione europea.”

(Simone Veil, presidente del Parlamento Europeo – Strasburgo, 17 luglio 1979)

Tra il 7 e il 10 giugno del 1979 i cittadini europei vennero chiamati per la prima volta a scegliere direttamente i propri 410 rappresentanti per il Parlamento di Strasburgo (attraverso un sistema proporzionale in tutti i Paesi Membri eccetto Regno Unito).
La Comunità Europea univa assieme Francia, Italia, Regno Unito, Germania Ovest, Irlanda, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo e Danimarca, baricentro di un continente ancora diviso a metà dalla Cortina di ferro tra mondo comunista e Occidente.
Gli aventi diritto al voto erano 191 milioni di cittadini, il 63% dei quali si recò alle urne. Le preferenze determinarono la vittoria del Gruppo socialdemocratico (113 parlamentari), seguito dai Cristianodemocratici (107), Conservatori (64), Comunisti (44), Liberali (40), Nazionalisti (22), Gruppo misto e Indipendenti (20). Le delegazioni più nutrite erano quelle francesi, italiane, tedesche e britanniche con 81 rappresentanti ciascuna (Paesi Bassi 25, Belgio 24, Danimarca 16, Irlanda 15, Lussemburgo 6). I Tedeschi rappresentavano il nocciolo duro dei Socialisti e dei Cristianodemocratici, i Conservatori parlavano Inglese (la Thatcher aveva da poco vinto le elezioni politiche), mentre la quasi totalità del Gruppo comunista proveniva da Italia e Francia (il PCI raggiunse il 29,6% dei consensi contro il 36,4% della DC, quest'ultima il maggior partito europeo per numero assoluto di voti). Scaturì un Parlamento al maschile: solo il 17% dei delegati era donna; come Presidente dell'assemblea fu scelta Simone Veil, europeista francese.

Le prime elezioni si collocavano in un contesto del tutto diverso da quello odierno, una piccola Europa lontanissima sotto ogni aspetto: per le strade di Londra giovani Punk manifestavano i disagi della propria generazione; Apocalypse Now scioccava il pubblico di Cannes; in Francia le donne marciavano in sostegno dell'aborto; dal Giappone giungevano notizie dei primi walkman marca Sony ormai prossimi alla vendita.
Si aveva ancora scarsa consapevolezza delle conseguenze che le attività umane potessero avere sull'ambiente: il risparmio energetico era dettato soprattutto da esigenze economiche a causa degli shock petroliferi; nonostante il riscaldamento globale fosse ancora una fantasiosa minaccia catastrofista, gli stati europei furono tra i primi ad interrogarsi su temi riguardanti il controllo dell'inquinamento, la gestione dei rifiuti, la tutela dell'acqua.
Muoversi all'interno della Comunità implicava problemi ormai dimenticati: file alle dogane per ispezione passaporti (il primo accordo di Schengen risale all'85), file davanti agli uffici per sbrigare pratiche burocratiche per il riconoscimento dei propri titoli di studio o per la ricerca di un lavoro, file e fastidiosi calcoli davanti agli uffici di cambio per convertire le Lire in Marchi o i Franchi in Fiorini, con tassi volatili e sempre svantaggiosi.

A 30 anni da quella storica data, 500 milioni di cittadini abitano i 27 Paesi Membri dell'Unione: da Malta alla Finlandia, dal Portogallo a Cipro.
375 milioni di aventi diritto al voto chiamati, in questo giugno 2009, ad eleggere 736 rappresentanti che siederanno nell'emiciclo di Strasburgo, uniti nella diversità, portando avanti ciascuno la propria idea di Europa.

I temi europei purtroppo latitano in campagna elettorale, non solo in Italia ma in tutta l'Unione: un passo in avanti verrà compiuto solo attraverso una vera campagna politica di stampo europeo, con una vera competizione tra vere liste europee, dando la possibilità a tutti di acquisire una piena, partecipata e consapevole cittadinanza.
L'Unione Europea è un simbolo ed un'ambizione per tanti, ma, in fin dei conti, è ancora un cantiere aperto.


Fonti:

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Parlamento Europeo
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La Macchina del Tempo dell'Unione Europea 1979-2009
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Votewatch.eu
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European Navigator
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Wikipedia – European Parliament Election 1979





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