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Scritto da nel Numero 61 - 1 Luglio 2009, Politica | 0 commenti

G8 a L'Aquila: Yes we camp!!

A L'Aquila dalle 7:00 di questa domenica 5 Luglio e fino alla mezzanotte dell'undici è “off-limits” la zona rossa intorno alla Caserma della Guardia di Finanza di Coppito, sede di questo G8 spostato in extremis dalla Maddalena in una città colpita al cuore dal terremoto.
Nonostante i lavori sul territorio sardo fossero già stati avviati, il governo Berlusconi ha abilmente deciso di sfruttare “l'emergenza sisma” spostando l'intera macchina organizzativa del summit nel territorio aquilano.
Se le “opportunità e i vantaggi” offerti dal G8 non appaiono chiari, ciò che sembra, invece, evidente è l'intento del Governo di scongiurare ogni possibile contestazione forte della presenza sul territorio di un cospicuo dispiegamento di forze dell'ordine e di una struttura di supporto come la Caserma della Guardia di Finanza.
E' possibile accedere alla “zona rossa” solo muniti di uno speciale pass. E' interessata un'area di circa 122.000 mq dove sono stati piantati 1.000 alberi d'alto fusto e 18.000 zolle di tappeto erboso intorno a 19 fabbricati contenenti 1.100 stanze, 1.000 bagni, 1.750 sanitari e 3.500 rubinetterie, il tutto per ospitare a festa gli otto grandi della Terra con i loro entourage dall'otto al dieci Luglio.
Per quanto riguarda l'aspetto sicurezza il governo ha tenuto a comunicare che sarebbero stati 100 i milioni di euro risparmiati a L'Aquila: 150 milioni di euro la spesa complessiva per la sicurezza alla Maddalena contro i 50 milioni in Abruzzo ma la realtà è diversa. Lo si scopre da un recente intervento di Giuseppe Tiani, segretario del sindacato di polizia Siap. La sicurezza alla Maddalena sarebbe costata 113 milioni, a L'Aquila costerà 87 milioni.
Desta curiosità che gli spostamenti degli otto capi di stato, all'interno della cittadella della Guardia di Finanza, avverranno su auto elettriche non inquinanti, mentre 15.000 agenti preposti alla sicurezza si dovranno muovere con aerei, elicotteri e veicoli gommati ad alimentazione tradizionale scaricando tonnellate di CO2 in atmosfera in pochi giorni. A L'Aquila arriveranno anche altri 21 Capi di Stato tra cui il cinese Jin Tao che, assieme alla cancelliera Angela Merkel, sostiene chiaramente che gli attuali problemi del clima, dell'ambiente e le questioni alimentari non possono essere risolti da soli otto Stati.
E' stato approntato anche un piano di evacuazione degli edifici ospitanti il summit: in caso di scossa sismica di magnitudo superiore al quarto grado Richter il vertice verrà trasferito nell'Istituto Superiore di Polizia di Roma.
Questi i temi del summit: economia mondiale e regole dei mercati finanziari, questioni internazionali con particolare attenzione all'Iran, politiche per lo sviluppo, clima, sicurezza alimentare con la partecipazione dei paesi africani.
La speranza è che i lavori non si concludano con un altro nulla di fatto come è stato per il recente summit di Kobe, Giappone, dove i ministri per l'ambiente del G8 si sono incontrati per preparare il terreno in vista dell'imminente vertice aquilano.In quella sede, infatti, esprimendo la consueta volontà di andare verso un taglio di metà delle emissioni di gas a effetto serra entro il lontano 2050, egoisticamente non sono riusciti a trovare un'intesa a medio termine sugli obiettivi di riduzione da fissare per il 2020. Le visioni rimangono difatti su piani difficilmente conciliabili, con i Paesi europei che ritengono prioritario che le nazioni emergenti condizionino la propria crescita industriale ed economica al rispetto di severe normative sulle emissioni inquinanti, mentre questi ultimi rivendicano il loro sviluppo e chiedono che le nazioni industrializzate taglino le proprie emissioni tra il 25 e il 40% tornando al di sotto dei livelli del 1990, entro il 2020, compresi i leaders G8 e gli Stati Uniti che, invece, continuano a rifiutare restrizioni per i propri gas a effetto serra.
E' doveroso augurarsi che questo G8 abruzzese passi alla storia come il momento di una radicale inversione di tendenza rispetto a quelli passati e di improrogabili decisioni: mantenere gli impegni finanziari presi in passato e prevedere ulteriori aiuti per i Paesi meno sviluppati per far fronte ai drammatici effetti del cambiamento climatico. In pochi anni oltre 40 tra i Paesi più poveri hanno stilato piani nazionali di adattamento al cambiamento climatico, ma nonostante le promesse di sostegno da parte dei Paesi più sviluppati nessuno di essi è stato avviato.
Parallelamente al vertice si svolgeranno a L'Aquila una serie di manifestazioni organizzate dai comitati cittadini sorti spontaneamente all'indomani del sisma, per partecipare attivamente alla ricostruzione della città: una fiaccolata nella notte del 6 Luglio in memoria delle vittime a tre mesi dal terremoto, un forum sulle questioni della ricostruzione il giorno 7, un presidio dei comitati nel centro storico l'8 Luglio e la “festa della liberazione” il giorno 11 subito dopo la chiusura del vertice, accompagnati dallo slogan di denuncia “Yes, We camp”.

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