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Scritto da nel Arte e Spettacolo, Numero 61 - 1 Luglio 2009 | 1 commento

In memoria di Frida

In memoria di Frida

Ero una giovane studentessa di poco più di vent'anni quando incontrai per la prima volta Frida Kahlo. Lei faceva parte di un periodo storico in cui l’arte era al servizio della rivoluzione “zapatista” del 1910. L'arte, nel Messico di quegl'anni, aveva la funzione di far arrivare al popolo ogni messaggio rivoluzionario, sviluppando il Muralismo. Ma Frida, nonostante condividesse gli stessi ideali, scelse di realizzare una produzione artistica più personale. All’inizio i suoi quadri mi ricordarono la pittura francese naif del XIX secolo, un movimento artistico semplice, che rinuncia a tecniche troppo sviluppate, esprimendosi in un modo quasi infantile o ingenuo. In Frida vediamo una pittura, innocente, vera, semplice ma emotiva.

 

Nelle prime tematiche affrontate, nelle nature morte o nei ritratti è evidente una giovane passione creativa, quasi una bambina che avesse scoperto di avere una qualità sconosciuta mostrandola a tutti con euforia. Lo dimostrano i modelli scelti, pescati tra amici e familiari. La nuova pittrice, appena scoperto il suo dono, cadde preda di una appassionata ricerca verso la perfezione.

L'infantile pittrice trasse ispirazione da altri artisti: primo fra tutti il marito Diego Rivera, massimo esponente del Muralismo, poi da pittori europei del XVI secolo (Bronzino, Botticelli) e anche dalle avanguardie europee contemporanee come il cubismo. Le varie influenze comporteranno un cambiamento delle tematiche affrontate, anche se non abbandonerà mai le nature morte.

Da un certo punto in poi l'opera di Frida comincia a parlare di se stessa: ogni quadro è una finestra aperta sui suoi pensieri e sentimenti. Attraverso essi si arriva a capire il suo dolore, sempre presente nelle sue opere. Il dolore, il trauma di Frida ha origine nella sua infanzia: da piccola una malattia gli provocò una malformazione al piede destro. Problema che si aggravò in un incidente d’autobus, dal quale non si recuperò mai del tutto. Fu durante la convalescenza che lei cominciò a dipingere.

In alcune delle sue opere è possibile intravedere l'amore per il marito, ma anche un nuovo dolore, quello che le provocò la rottura del loro matrimonio per il tradimento di Diego con la sorella Cristina.

Protagonista di altre opere è la dualità: un disagio, un trauma, una divisione dell'io, che provava a causa delle sue strane origini: figlia di un ebreo-ungherese e di una madre di sangue indigeno-spagnolo. Una duplice realtà rappresentata dal vivere tra due mondi: tra il Messico delle tradizioni, dei colori, dei frutti della terra; e gli Stati Uniti dove visse lunghi anni per seguire suo marito.

Nella rappresentazione della dualità raggiunge il grado massimo della sua espressione. Il suo stile è più evoluto, maturo. I modelli che l'hanno influenzata fino a questo momento, lasciano il posto alla sua personalità, diventando a mio avviso la migliore rappresentante del surrealismo messicano.

Insomma, i suoi quadri appartenevano a un universo differente. I murales erano uno sguardo rivolto verso l'esterno, verso ciò che stava accadendo fuori; i suoi quadri erano un viaggio interiore. Diventavano, opera dopo opera, capitoli del libro che ancora doveva essere scritto su Frida Kahlo.

Dopo aver studiato la pittura di Frida Kahlo avevo come la sensazione che attraverso le sue immagini lei stessa mi raccontasse, all’orecchio e sottovoce, la sua vita, come se l’avessi conosciuta di persona. A quanto pare non faccio parte di un club numeroso: nei giorni che ho dedicato a scrivere quest'articolo ho parlato con la gente di Frida Kahlo, per scambiare qualche opinione o scoprire delle nuove cose. Ho scoperto che la maggior parte delle persone pensa che Frida Kahlo sia un personaggio fittizio.
Il film girato da Julie Taymor, in cui la pittrice viene interpretata da Salma Hayek, ha fatto credere a tante persone che Frida sia solo un altero ego dell'attrice, come lo è Carrie Bradshaw di Sarah Jessica Parker. 

Frida Kahlo, nata nel luglio del 1907, ci lasciò il 13 luglio del 1954. Nei prossimi giorni sarà il cinquantacinquesimo anniversario dalla sua morte. Quest'articolo è un omaggio alla sua memoria. Un invito a ricordarla, e per chi ancora non la conosce, a scoprirla. La sua conoscenza vi porterà nel mondo del surrealismo, un mondo dove, veramente, tutto è possibile.

1 Commento

  1. Aggiungerei che Frida kahlo rappresenta un eccelso esemplare di resilienza, la rappresentazione del cambiamento adattivo; dove il dolore e la sofferenza prendono vita nella forma e nei colori,con passione e coraggio.

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