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Scritto da nel Energia e Ambiente, Numero 61 - 1 Luglio 2009 | 0 commenti

Ricostruire e riprogettare L'Aquila: l'impegno del Collettivo99

Passato il 6 aprile ed i primi giorni di assoluta emergenza, nella sola attesa di aggiornarsi sul numero crescente delle vittime, i cittadini ed i professionisti aquilani si trovano all'interno di un grande fermento da essi stessi generato, in cui si diffondono voci, paure, si organizzano assemblee all'aperto e si cerca di capire qualcosa del proprio futuro, privato e professionale. Si parla della ricostruzione della città, delle verifiche di agibilità sulle unità immobiliari gestite senza coinvolgimento delle professionalità locali; si capisce la necessità di dover partecipare, dare un contributo efficace alla rinascita di una città che sembra abbandonata dalle stesse amministrazioni locali, una città apparentemente in piedi ma sventrata del proprio nucleo trainante, svuotata di ogni identità culturale, politica, economica. L'inquietudine tra i professionisti sale, accertata la consapevolezza dell'impossibilità di avere un ruolo nella prima fase; accertate le enormi difficoltà di una gestione locale quasi assente, in balìa di mosse dall'alto, in attesa di risposte già date, inebetita, intimorita. Si diffonde la notizia di una o più “new town”, della volontà di costruire nuovi interventi sparsi nel territorio per gli sfollati; ma con quale logica progettuale? Secondo la tutela di quali valori locali, paesaggistici, ambientali? E per mano di chi? In una mattina ed in una casa privata decide dunque di riunirsi dopo pochi giorni un gruppo di professionisti aquilani, allo scopo di dare una riposta concreta alle domande che ogni cittadino si pone ricevendo spiegazioni spesso divergenti. Il gruppo, composto inizialmente di una ventina di persone, vuole essere costituito di professionalità aventi ben definite caratteristiche: essere aquilani (di nascita o residenti), under 40 e tecnici. Occorrono forze giovani, fresche, che vogliono urlare la propria identità professionale e culturale in una città che in passato, vittima delle solite logiche di favoritismi reciproci, ha dato loro poco spazio, nonostante l'impegno, le capacità, le competenze tecniche. Il gruppo condivide l'obiettivo: lavorare ad un progetto urbano di ricostruzione della città intera, al fine di fornire alla comunità un masterplan accompagnato da linee guida per la riqualificazione e nuova costruzione di diversi ambiti di intervento, che si riconoscono nella “città storica”, nella “città intermedia” e nella “città dislocata”, con un'uscita assolutamente apartitica. Si afferma fin da subito la necessità di dover coinvolgere “saggi” di esperienza nazionale ed internazionale a cui sottoporre le fasi di avanzamento del progetto, perché il gruppo non vuole avere la presunzione di porsi come unico riferimento professionale, ma chiede di avere un ruolo definito e certo nel futuro della città, seppur accompagnato da competenze esterne. Le riunioni del gruppo di professionisti, che si chiamerà Collettivo99, proseguono con scadenza settimanale: le adesioni aumentano ed in pochi giorni si raggiunge il numero di quaranta – cinquanta presenze. Contemporaneamente viene stilato l'organigramma di lavoro: il Collettivo99 si suddivide in differenti aree tecniche ciascuna costituita da 4 – 5 membri ed un referente, che lavorano autonomamente al progetto di ricostruzione interfacciandosi e dialogando tra loro durante incontri programmati. Le aree tecniche riguardano varie discipline tutte inerenti la progettazione: la rappresentazione, il restauro, il recupero, la tecnologia, l'energia, le strutture; si aggiungono inoltre l'area legale, che sin dall'inizio si occupa di trovare la migliore forma di legame tra i vari soggetti del Collettivo; l'area stampa; l'area web, che provvede alla realizzazione del sito internet (www.collettivo99.org); l'area di organizzazione eventi; l'area video e fotografie, impegnata in vasti reportages fotografici del centro storico cittadino e di tutte le aree periferiche; l'area antropologica, che si occupa di analizzare le dinamiche sociali e le azioni dell'uomo scatenate dall'evento sismico. A metà maggio il Collettivo99 si costituisce Associazione, definendo i soci ordinari, aventi le caratteristiche suddette, e quelli sostenitori, eventualmente non aquilani, non tecnici ed over 40. Il lavoro sui tre ambiti della città prosegue attraverso accesi dibattiti, riunioni, dialoghi on line, in vista dell'evento del 24 maggio a Roseto – TE, in cui vengono presentate le prime tavole di progetto ed il Collettivo99 per la prima volta parla di sé alla comunità. I tre pannelli progettuali, work in progress realizzato con fotomontaggi su immagini in B&N di ambiti distinti della città post terremoto, hanno l'obiettivo di proporre idee di intervento e qualificazione – non soluzioni progettuali definite – per una città contemporanea, che possa riconvertirsi oltre che ricostruirsi, secondo logiche di sicurezza sismica, autosufficienza energetica, qualità urbana e territoriale, sensibilità alla produzione alimentare da filiera corta. In particolare:
- per la “città storica”: il nucleo pulsante della città, ormai in molte parti diruto, deve ricominciare ad essere vissuto dai suoi stessi abitanti e da tutti i cittadini, in una nuova veste ed in diverse modalità. Il pannello mostra allestimenti temporanei da installare nella seconda fase dell'emergenza lungo le principali vie del centro storico, opportunamente messe in sicurezza, ospitanti attività commerciali e per il tempo libero; la ricostruzione prosegue e permette alla popolazione di riappropriarsi lentamente ma sin dal principio di luoghi e valori apparentemente perduti. Il nucleo storico va inoltre reinterpretato in chiave contemporanea dove non è possibile conservare l'architettura: si lavora ad una riqualificazione che non tuteli a priori gli edifici come cimeli imbalsamati ma criticamente proponga modificazioni rispettose del contesto, della storia e della qualità urbana.
- per la “città intermedia”: le periferie, ereditate da un'edilizia spesso inconsapevole diffusasi per lo più dagli anni Cinquanta in poi, risultano zone dormitorio prive di servizi e caratterizzate per la maggior parte da una scarsa qualità architettonica. Il pannello di progetto mostra invece come si possa intervenire su vari livelli, sia nell'ambito di quartiere realizzando nuclei funzionali ad alta efficienza energetica contenenti servizi e spazi per le attività, sia sul singolo edificio secondo il danno specifico provocato dal terremoto, sulla struttura e/o sull'involucro. La riqualificazione deve garantire la sicurezza statica della struttura, adeguare l'edificio intero alle norme vigenti in materia di risparmio e certificazione energetici, dotandolo di sistemi attivi e passivi di accumulo e conversione delle energie alternative, e, dove possibile, riprogettare ambienti e spazi secondo principi di sfruttamento della bioclimatica locale.
- per la “città dislocata”: il territorio naturale spesso incolto e non progettato può divenire una fonte di guadagno per l'intera comunità se dotato di sistemi per la coltivazione diretta di prodotti alimentari. Il pannello mostra interventi progettati e farm energetiche, in cui allevamento e coltura costituiscono le fonti primarie di impiego e ricchezza del territorio locale e limitrofo.
Di settimana in settimana la visibilità del Collettivo99 cresce tra le amministrazioni locali e la comunità cittadina, anche attraverso varie interviste ai membri rilasciate su argomenti come gli espropri dei terreni privati per la realizzazione del Piano C.a.s.e., o
anche il Piano stesso, delle cui conseguenze sulla trasformazione della città il gruppo di lavoro non intende occuparsi, se non limitatamente alla pura considerazione nel masterplan generale. La partecipazione crescente è dimostrata per lo più in occasione dell'evento del 6 giugno, Convergenze#01, prima tavola rotonda organizzata dal Collettivo all'interno di un ciclo di conferenze destinato al dialogo con professionisti di fama internazionale, con amministrazioni locali e non, con altri comitati cittadini nascenti ed operanti, con i cittadini aquilani. All'evento, a cui vengono invitati a relazionare tre giovani studi di architettura di Roma (Ian+), Milano (Metrogramma) e Madrid (Ecosistema Urbano), partecipa un folto numero di uditori, nonché vari esponenti politici che prendono la parola dando dettagli sugli ultimi decreti in uscita e sostenendo il lavoro dei giovani tecnici aquilani, impegno mirante ad un risultato cartaceo, concreto, applicabile alla realtà urbana.
Nel frattempo, acquisita la notizia di L'Aquila come sede del G8, il Collettivo99 inizia la preparazione di Convergenze#02, evento che si terrà il 4 luglio in cui sono invitati Andrea Branzi, Carlin Petrini e Jeremy Rifkin. E' opportuno sottolineare che i temi che il Collettivo ha elaborato e applicato al progetto di ricostruzione si ritrovano perfettamente in quelli che saranno affrontati durante il G8 (cambiamenti climatici, misure per la riduzione di anidride carbonica, sicurezza alimentare), a dimostrazione della ineccepibile attualità dei principi adottati, e di un approccio che vuole non solo ricostruire ma anche adeguare la città a logiche urbane contemporanee, dove, assodata la necessità di garantire la sicurezza sismica come da normativa vigente, non si può prescindere dai concetti di sostenibilità sociale, ambientale, economica.

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