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Scritto da nel Letteratura e Filosofia, Numero 60 - 1 Giugno 2009 | 0 commenti

Senza luce

La città moderna non conosce quasi più il buio perfetto o il vero silenzio,
né l'effetto di un lumicino isolato nella notte o di un grido nella lontananza.

Johan Huizinga

Nello scorso numero ci siamo occupati dell'ucronia, ovvero quel genere letterario che si propone di rispondere alla domanda “che cosa sarebbe successo se”, inventando un nuovo divenire a partire da un determinato momento storico. Negli articoli di Letteratura vi era un tratto in comune: la creazione di una Storia diversa serviva a riflettere sul nostro presente. Questa volta invece ho deciso di misurarmi con un libro ambientato ai giorni nostri, che permette di riflettere su alcune problematiche fondamentali del nostro vivere contemporaneo. Il libro in questione si intitola
Senza luce, ed è l'ultima prova letteraria dello scrittore bolognese Luigi Bernardi.
Un giorno come tanti altri, in un piccolo borgo dell'hinterland bolognese, un anziano squilibrato perde la ragione e inizia a sparare dalla finestra facendo varie vittime. A sera inoltrata, le forze dell'ordine, che per l'intera giornata non sono riuscite a stanare il folle di casa, decidono di togliere la luce a tutto il paese. 100 minuti senza luce… buie le case, buie le strade, nessun rumore, nessun suono. Niente televisione, niente musica, nemmeno la possibilità di leggere. 100 minuti al buio, in attesa…
Nella maggior parte delle case di questo piccolo centro abitato, non cambia assolutamente nulla, la vita in questi cento minuti è andata avanti quasi normalmente. Ma in quattro luoghi, la mancanza di luce ha un effetto travolgente. Un timido e nervoso impiegato comunale trova il coraggio per parlare con la vicina di casa di cui è segretamente innamorato. Una donna abbandona la propria prigione familiare, un uomo dal passato torbido decide che è il momento di avere una vita normale, uno scrittore sceglie di mettere in pratica una terribile vendetta contro il mondo. Il buio in cui si trovano immersi questi personaggi è una dimensione parallela abitata da minacce invisibili: le frustrazioni, le ossessioni, la rabbia e i desideri più reconditi dell'animo umano. Entità represse che in questo periodo di momentanea anarchia prendono il sopravvento. Sono storie che si incrociano a vicenda e che hanno degli sviluppi imprevedibili.
In Senza luce vengono messe in discussione questioni importanti del mondo attuale: la dipendenza dalla tecnologia (che senza corrente elettrica non può esistere), le ansie e i desideri che questa aiuta a reprimere, il tema della “prigione” familiare.
Interessante soprattutto è il primo punto: quanto è importante per noi? Verrebbe da pensare al mondo creato da Ray Bradbury in Fahrenheit 451: questo romanzo, scritto negli anni '50, mostrava un mondo nella quale la tecnologia era divenuta uno strumento di distrazione di massa presente in ogni aspetto della vita quotidiana delle persone. Quel mondo cadrebbe nel giro di 24 ore se venisse a mancare la luce. E nel nostro mondo? La persona che scrive, controlla la propria mail una decina di volte al giorno, mantiene la maggior parte dei rapporti sociali attraverso internet e diviene nevrotica ogni volta che perde il cellulare… ciononostante mi chiedo quale sia il valore della tecnologia nella nostra vita, se questa nostra dipendenza sia una cosa negativa, e se davvero sia divenuta, o stia diventando, una maniera per “non pensare”.
Senza luce è un bel libro, si legge facilmente e pone il lettore di fronte a tematiche interessanti. Un libro, non da comprare assolutamente, ma consigliabile agli amanti del noir.

N.d.A: Luigi Bernardi é un nome noto nel panorama letterario bolognese. Editore, scrittore di romanzi gialli (e non solo), lavora nel mondo dei fumetti, nel teatro e collabora con le maggiori case editrici italiane. Senza luce è il suo settimo romanzo.

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