Pages Menu
RssFacebook
Categories Menu

Scritto da nel Economia e Mercati, Numero 62 - 1 Agosto 2009 | 0 commenti

Flatlandia

Schegge di mondi fantastici hanno colpito la nostra immaginazione fin dalle prime letture giovanili. Che dire dell'isola (che non c'è) dell'eterna fanciullezza, dei paesi visitati da Gulliver. Per non parlare di mondi onirici in cui un coniglio bianco può festeggiare un non-compleanno.

Il mondo fantastico descritto da Abbott nel libro Flatlandia è diverso da tutti: è un mondo 'perfetto', ecome talegovernato da un insieme perfetto di regole. Così come nella geometria è insita la perfezione della forma; nella geometria prende vita l'universo di Abbott, dove il rigore geometrico cela un'esasperata ricerca di equilibrio e nitidezza.

L'universo di Abbott è un semplice piano (una Flatlandia). Lungo esso scorrono i suoi abitanti, delle figure piatte. La loro è una società rigidamente gerarchica, in cui ogni cittadino appartiene a una casta a seconda del suo numero di lati: i soldati semplici sono Triangoli isosceli con una piccola base ed un angolo al vertice assai acuto, i professionisti sono dei Quadrati, i nobili Pentagoni ed Esagoni. Infine i sacerdoti sono quasi dei Circoli perfetti, guardiani della condotta e arbitri del destino; oggetto di omaggio universale e di adorazione.

La casta più vile è quella delle donne, che nemmeno arrivano ad essere dei poligoni. Una donna è un semplice segmento e costituisce una grave minaccia per ogni uomini; vista da un suo estremo sarebbe infatti un punto pressoché invisibile e pungente come un ago. Poiché nessun uomo rischi di rimanere trafitto, le donne sono costrette per legge a muoversi sinuosamente rendendosi visibili in tutta la loro lunghezza.

L'aspetto degli abitanti, non si ripercuote soltanto nel loro potere sociale, ma anche nella loro morale. Nell'universo di Abbott, la condotta è infatti indipendente da volontà, applicazione, esercizio, incoraggiamento o lode: è frutto soltanto della Configurazione. Ogni infrazione alle regole è ascrivibile a una deviazione della perfetta Regolarità della Configurazione corporea. La Regolaritàè il valore guida della comunità, da difendere a costo dell'eliminazione dell'irregolare, ovvero di colui che presenta minime differenze nelle lunghezze dei lati.

La prima parte del libro descrive accuratamente le gerarchie, la morale e la legge che governa il mondo a due dimensioni, in una simpatica mescolanza tra letteratura fantastica e principi di geometria. La deduzione è il processo logico che ci guida alla scoperta di questo mondo: ogni conclusione deriva da premesse che la implicano; ogni complessa costruzioneè linearmente tratta da semplici precedenti ovvietà.

Se queste pagine possono apparire appesantite da una pedanteria tipicamente ottocentesca, altrettanto non si può dire del seguito del libro. La seconda parte si concentra infatti sulla bizzarra avventura di un Quadrato, unico abitante della Flatlandia ad essere iniziato ai misteri dello spazio a tre dimensioni. Il racconto è qui vivace e accattivante.

Il Quadrato sperimenta una realtà di cui non avrebbe potuto dedurre l'esistenza. Questa esperienza, che relativizza le gerarchie del suo universo, gli fa trovare quella umiltà di cui difettava.

Nella parte finale del libro, il protagonista si farà profeta della terza dimensione e tenterà di convincere gli altri abitanti di Flatlandia dell'esistenza di qualcosa da loro non percepibile, missione che gli costerà la prigione a vita e il marchio di pazzo: nessuno degli abitanti è infatti disposto ad accettare una realtà che non può controllare con i sensi.

La fantasia del reverendo e pedagogo Edwin Abbott è decisamente attraente. Il suo jeu d'esprit ha il dono i tradurre concetti astratti in simboli tangibili, risultando interessante e divertente. Nel descrivere acriticamente l'organizzazione della società e nel limitarsi all'impostazione dei problemi, Abbott conduce il lettore a riflettere in prima persona circa la possibilità di mondi alternativi, che trascendono completamente dal nostro ordine delle cose, dalle nostre regole. Il lettore è trascinato lungo un sentiero in cui la geometria, da regola ferrea, diventa strumento per immaginare il non-percepibile.

Un raffinato invito a scoprire nuovi mondi non confinandosi ad un'esistenza piatta.

Scrivi un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>