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Scritto da nel Letteratura e Filosofia, Numero 62 - 1 Agosto 2009 | 0 commenti

Sostiene Pereira

C'era una bella brezza atlantica che filtrava attraverso le persiane e agitava le tende. Pereira si addormentò quasi subito. Fece un bel sogno, un sogno della sua giovinezza, lui era sulla spiaggia della Granja e nuotava in oceano che sembrava una piscina, e sul bordo di quella piscina c'era una ragazza pallida che lo aspettava con un asciugamano tra le braccia. E poi lui rientrava dalla nuotata e il sogno continuava, era proprio un bel sogno, ma Pereira preferisce non dire come continuava, perché il suo sogno non ha niente a che vedere con questa storia, sostiene.

Ero in viaggio da Pantelleria a Londra, quando, quasi tre anni fa, incontrai per caso Sostiene Pereira. Lo incontrai in un'edicola vicino al porto di Trapani, una di quelle vecchie e grandi edicole, che somigliano un po' a dei bazar, che puzzano di carta umida e chiuso, dove si può trovare anche cose uscite vent'anni prima. Quando lo vidi sullo scaffale, perso tra una cinquantina di altri vecchissimi inserti, sentì l'irresistibile impulso di comprarlo. La sera, arrivato in Inghilterra, avevo già finito di leggerlo e i margini delle pagine erano piene di note che avevo scritto durante la lettura.

Siamo a Lisbona, nel 1938. Il Portogallo vive sotto il regime fascista di Antonio de Oliveira Salazar. Aldilà dei confini, sul suolo spagnolo si consumano gli atti finali della guerra civile che vedrà vincere le truppe del generale Franco. Hitler ha appena annesso lo spazio austriaco ai confini tedeschi, e il regime fascista in Italia ha promulgato le leggi razziali.
Pereira è un giornalista che si occupa della pagina culturale di un piccolo giornale cittadino. All'inizio della storia si presenta agli occhi del lettore come un personaggio sbiadito, mediocre, ossessionato da tante piccole manie, come quella di parlare con il ritratto della moglie morta. Sembra insensibile alle trasformazioni politiche e sociali che lo circondano. Un personaggio quasi insopportabile.

A un certo punto però, la Storia si intromette nella sua vita: conosce un giovane e sprovveduto partigiano, che ha bisogno di soldi e protezione. Questo ragazzo gli ricorda se stesso da giovane, riporta alla sua mente ricordi della passata baldanza giovanile, di una primitiva felicità che sembra ormai irraggiungibile. Tutti i pilastri su cui si poggiano le convinzioni di Pereira cadono e si produce una serie di processi a catena verso una sua nuova maniera di essere, una nuova coscienza di sé. Al progredire della storia corrisponde una graduale regressione nel passato del personaggio, la sua fisionomia assume contorni più definiti, viene fuori un carattere forte e coraggioso.

Scritto in terza persona, nello stile freddo di un verbale da commissariato, Sostiene Pereira riesce ad essere molto introspettivo. E' il viaggio all'interno della mente di un personaggio che non riesce a regolare i conti con il proprio passato e che per questo non può vivere il presente.

Ad aiutare il protagonista è uno psicologo che spiega la metamorfosi di Pereira con la suggestiva teoria della confederazione delle anime. Secondo questa teoria, che viene attribuita ai filosofi-scienziati francesi Theodule Ribot e Pierre Janet. la personalità di ogni individuo è formata da tante anime, una confederazione, che si pone sotto il controllo di un io-egemone. Secondo il dottore nella personalità di Pereira è in corso un colpo di stato, in cui una delle anime tenta di sostituire l'io-egemone.

Qualche mese dopo aver incontrato Pereira, feci un viaggio a Lisbona, dove mi fermai una decina di giorni. La città raccontata da Tabucchi era una città luminosa, fresca, viva, che io immaginavo colorata di giallo e di verde, con una leggera brezza oceanica che accarezzava la pelle. Non somigliava per niente a quella che io visitai. Non che Lisbona non sia una città luminosa e bella, anzi, è una città bellissima, ma durante il mio viaggio di rientro mi sorpresi di non aver pensato al romanzo nemmeno una volta. La Lisbona di Pereira era altro da quella reale, era una città immaginaria, fatta di luoghi, odori e personaggi che esistevano solo nella mia mente.

Se avete voglia di un romanzo leggero, piacevole, ma impegnato allo stesso tempo, Sostiene Pereira è il libro che fa per voi. Durante la pausa estiva, un romanzo come questo può essere uno stimolo per riflettere sul nostro presente e sul nostro passato.

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