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Scritto da nel Itaca, Numero 62 - 1 Agosto 2009 | 0 commenti

VIII – Il banchetto di Tindaro (2)

Itaca
Romanzo a puntate
Capitolo Ottavo
Dove prosegue il banchetto di Tindaro
e si vuole sgozzare un maiale fuori stagione
Voi mi chiedete un aiuto, insomma – dice Agamennone – e un aiuto vi sarà certamente dato, caro il mio…
- Odisseo.
caro il mio Odisseo, figlio di Laerte se ho capito bene…ma è quello stesso Laerte della guerra in Tessaglia? – gli chiede a suo fratello Menelao che si strafoga con un pollo affianco a lui. Zenone sgambettava e sgomitava sotto il tavolo – …mi pare di capire che tuo padre era con noi in Tessaglia, con mio padre e con il nostro Tindaro, qui …beh: un aiuto vi sarà dato, come parte della federazione: accettate allora di far parte della federazione Achea o no? – non avrebbe mai dimenticato, Zenone, questo banchetto e la richiesta di Agamennone. Mai per i lunghi anni a venire, Voi mi chiedete un aiuto, insomma - gli suona a Zenone nel cervello quando dopo il massacro che avrebbe distrutto Troia, la più bella città per lui, sente di Agamennone ucciso dal fratello e dalla moglie insieme, al suo ritorno. Lo stesso Agamennone che al banchetto spadroneggiava a quella maniera sarebbe morto di una morte infame. E come un giorno ancora più lontano, con Odisseo s'una montagna, …e un aiuto vi sarà certamente dato - avrebbe pensato Zenone, vedendo arrivare una flotta di navi al porto di Itaca.


Un gran rimestìo distrae tutti al banchetto: è il satiro di Atene, loro amico. Un principe coi suoi servi lo stanno legando e appendendo per i piedi a testa in giù. Fermi là! – Odisseo col suo arco gigantesco già teso sembrava un dio invincibile – almeno per come questi si figurano gli dei: stava lì Odisseo con una postura ben piantata, l'arco gigantesco, sembrava Apollo che punta alla gola di un principe. Sarai ucciso all'istante, se lasci andare la freccia – lo avverte Agamennone – …un principe della federazione non viene ucciso così come niente,…metti da parte la tua gioventù, Odisseo: pensa saggiamente, con misura, come fanno i nostri padri – quell'altro principe, non curandosi più dell'arco puntato su di lui già stava con un coltello in mano, pronto a sgozzare il satiro appeso sottosopra, e Zan!: la freccia di Odisseo trafigge la mano del principe che corre via a gambe levate. Odisseo si risiede: La saggezza troppo spesso è solamente una prudenza più stagnante – dice – ..eh? ti è piaciuta, questa? E sai cosa c'è dietro la collina?
  • il porto
  • no, no,… non il porto!
  • il… il bosco!
  • Il sole! dietro la collina: il sole; lo sanno tutti….senti, Agamennone o come ti chiami… alleanza, non alleanza, fa un po' quel che vuoi ma passami il vino, che Menelao, qui…
  • Menelao cosa?

Eh: Menelao si strafoga, non ci si può distrarre un attimo, qui, non ci s'ha mai il bicchiere pieno, per Bacco! – Agamennone era tutt'occhi: Mi ricorderò certamente di te, Odisseo – si alza, scioglie il satiro con le sue stesse mani bisunte dal pollo arrosto, il re di tutti i re, e sempre avrebbe rimpianto, Zenone, di non essere riuscito a fermare quell'alleanza.


Sempre lo avrebbe rimpianto, lungo gli anni: una qualunque cosa, poteva fare, anche dare così di sorpresa un cazzottone sul naso a Odisseo, o far qualcos'altro al pari del satiro per distrarre l'attenzione – e come non avrebbe potuto rimpiangere la sua inazione il giorno che ha sentito cantare dell'uomo politropo: un eroe dai molti inganni e dalle molte lacrime chiamato Odisseo era riuscito a far penetrare le mura di Troia, Allora la facciamo questa alleanza? – e poi a distruggere Troia: come non avrebbe potuto rimpiangere, Zenone? eh: sono cose che si rimpiangono.

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