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Scritto da nel Numero 63 - 1 Ottobre 2009, Politica | 0 commenti

Libertà di stampa e libertà politica

Per una Rivista di Libero Pensiero come L'Arengo il tema oggetto della manifestazione indetta dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana è particolarmente importante.
Fin dalle nostre origini ci interroghiamo su che cosa sia, che cosa rappresenti, che cosa significhi libero pensiero e come questo si possa tradurre in un prodotto editoriale. Considerato che la nostra missione è quella di mantenere collegate le esperienze professionali di un gruppo di ex studenti con l'obiettivo di non disperdere una massa critica di energie intellettuali, il tema della libertà politica è confacente al nostro spirito. In nome della libertà le nostre riunioni diventano spesso occasioni di interminabili confronti.

Innanzitutto occorre capire che cosa si intenda per libertà e a che cosa serva.
Dal punto di vista personale, rappresenta il diritto dei singoli all'espressione di sè; dal punto di vista politico, nella storia delle società liberali è una condizione necessaria per il progresso della medesima. E' il principio economico della libera circolazione dell'informazione che consente il confronto di idee e le arricchisce, secondo i criteri della libera concorrenza.

Il nostro Arengo vive in una situazione in cui le opinioni di tutti sono accolte, qualora rispettino alcuni criteri di tipo 'organizzativo' e non 'politico': una dimensione non eccessiva, un contenuto argomentato.
Cioè abbiamo imposto dei vincoli, in quanto essi non limitano la libertà di chi scrive, ma sollecitano a sviluppare quella di chi legge. Evidentemente in una società complessa e moderna la libertà di ognuno si scontra con quella degli altri e la difficoltà della democrazia risiede proprio nella ricerca di un equilibrio che non può non passare dalle regole comuni.
Per questo abbiamo voluto registrarci in Tribunale e iscriverci all'Ordine dei Giornalisti: il valore della libertà si deprime qualora essa sia senza regole e, pur in presenza di una normativa obsoleta e facilmente eludibile tramite web, abbiamo voluto applicarla.

Secondo la FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana) la libertà d'informazione “ da quanto si legge nel volantino della manifestazione – sarebbe oggi messa in pericolo dai comportamenti del Governo, da “disegni di legge bavaglio. Azioni forti in sedi giudiziarie. Continue, giornaliere invettive pubbliche dei potenti, a cominciare dal premier, contro giornali e giornalisti, considerati non graditi."
L'articolo 21 della costituzione italiana, al primo comma, afferma che "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione."

A questa opinione della FNSI, il Ministro Brunetta ha risposto a chiare lettere: sotto la bandiera della libertà d'informazione, si celano le insegne di quei poteri forti che attraverso l'uso di un popolo di sinistra sbandato e senza guida danno l'assalto agli eletti dal popolo. Non sarebbe neanche la prima volta, conosciuti i precedenti della gogna mediatica che hanno impiccato la Prima Repubblica tirandole le monetine (e dai quali l'attuale premier non è escluso).
Dunque ci troviamo di fronte a un'opinione ed al suo contrario.

Una situazione ottimale per il nostro Arengo, che chiederebbe un testo di 4000 caratteri alla FNSI ed altrettanti al Ministro della Funzione Pubblica per spiegarsi ai lettori. Dopodichè, dopo un'assurda litigata come capita agli appassionati, uscirebbero insieme per cena, come capita alla fine delle riunioni della nostra Redazione.

Invece no. Nello spazio pubblico si schierano gli eserciti.
La Repubblica svela i misteri a luci rosse dei Palazzi del premier, il Giornale quelli del Direttore di Avvenire, la stampa straniera si avventa sui nostri rappresentanti. Fin qui è la stampa, bellezza.
Il problema sorge quando una delle parti chiama la folla in piazza: questa ਠpolitica, alla quale l'altra parte potrà rispondere in maniera uguale e contraria.
Ai tempi dei romani queste folle sarebbero eserciti e scoppierebbe la guerra civile.

Adesso non lo sono, ma non si spiega perchè un valore come la libertà di stampa sia incompatibile con un Paese in lutto per i suoi soldati caduti sul campo, se non che esso ਠinvece evidentemente incompatibile con una manifestazione in cui si sostiene che il proprio concittadino sia un usurpatore assassino della libertà . Forse dobbiamo pensare che sia questo il motivo dello slittamento della giornata? Uscire dall'onda mediatica dei morti a Kabul per non smorzare l'intensità della propria?

Sull'Arengo, anche se il Paese è in lutto, si può discutere di ogni cosa.
Dispiace che non possa succedere nello spazio pubblico: si scrive libertà d'informazione, ma non si riesce a leggere altro che l'odio di una parte contro l'altra e l'incapacità di capire che, entrambi, si viva nella stessa Italia.
Non è gridandoci addosso che i cittadini di tendenze politiche diverse – capiranno meglio e impareranno il valore del libero pensiero, rendendo migliore il nostro Paese.
In Redazione lo stiamo imparando: ma fuori, lo sapete?

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