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Scritto da nel Itaca, Numero 63 - 1 Ottobre 2009 | 0 commenti

XII – Cena nel tempio

  Itaca

Romanzo a puntate
Capitolo Dodicesimo
Dove la trama s’infittisce
Rifugiati dalla pioggia in quel che rimane del tempio della città sacra di Troia, Zenone e lo scriba accendono un fuoco e cuociono il pesce. Con le tavole incise ci avevano fatto due seggiole: a quello servivano, ormai. E lo scriba cucinando accompagna nel canto il vecchio; un canto ininterrotto da quando sulla barca s’erano messi per rientrare. Per grazia del temporale non si sentono più gli Achei al lavoro per la ricostruzione della città e la preparazione della cena è accompagnata solo dal ticchettìo delle gocce, dal volo di qualche uccello ingrottato nel tempio anche lui al riparo, dal canto dei due Pelasgi.

E come faceva un filosofo a essere il più grande nemico di un principe? – chiede alla fine lo scriba, come chi da troppo tempo vuol dire e si tace. Benignamente sorrideva Zenone: Non ho detto il più grande nemico; il più grande nemico suo era un re che la voleva far vendetta, e già aveva ucciso il padre di sua madre, proprio sotto i suoi occhi, a cena travestito da mendicante, per una questione di vacche rubate…
è Odisseo, questo re travestito da mendicante? – dice lo scriba.
No…no, no… – gli fa Zenone – …è Sisifo, ch’era il re di Corinto. La conosci questa storia? Conosci la fine che gl’è capitata a Sisifo?
E il ragazzo: So che quand’è morto ha legato il diavolo con un inganno ed è scappato via dall’Inferno.

Questa storia l’aveva inventata Odisseo, molti anni prima, volendo persuadere la gente di una minaccia su Itaca per cui la vecchiezza di Laerte non li avrebbe protetti, volendo essere lui, Odisseo, il re.
Anch’io l’ho sentita, questa – gli fa Zenone al ragazzo – …ma tu forse non sai chi lo ha mandato a faccia a faccia col diavolo…eh? questa la sai?
Non la so – dice lo scriba.
Io ero lì quando la freccia è stata lanciata – racconta Zenone – …la freccia che l’ha trafitto alla gola.
  • A Sisifo?
  • Sì, a Sisifo. L’ha trafitto alla gola a Sisifo. Eravamo sul punto più alto della montagna, io e il principe selvaggio e la donna dell’isola dei lupi…
  • dell’isola dei lupi?
  • Sì, sì, poi ti racconto anche questa…e insomma: nemmeno il tempo di mettere piede giù e toccare terra e Zas! – una feccia dritta in gola. E così s’è poi ritrovato Sisifo col diavolo.
Ma allora è questo principe che ha ucciso Sisifo – fa lo scriba – …ma dai, …pensa un po’! – ormai erano sazi, i due Pelasgi, del pesce. Già s’era in quella notte che presto t’incontra, passato il solstizio; il vento portava nuvole e squoteva i rami riportandoli a una leggera dignità sottile.
e tu eri lì, presente – continua lo scriba.
  • Ero lì
  • E perché mai ha ucciso Sisifo, questo selvaggio?
  • Era una questione di vendette…cose tipiche achee, non so se conosci, se hai presente gli Achei come ragionano…
  • E il filosofo? Come faceva a essere nemico del principe?
Palamede, il filosofo – racconta Zenone – è per una questione d’infanzia, che dato che il nonno del principe era un ladrone…e per quest’esser ladrone c’ha lasciato la pelle per via di Sisifo…
  • Sisifo?
  • ..ragazzo, tu non m’ascolti.
  • No, no…è che mi sono perso…
  • Comunque: non importa, va bene? …il nonno del principe era un ladrone. Fin qui ci siamo?
  • Fin qui ci siamo.
  • Allora era un ladrone. Ed esercitava il suo mestiere accompagnato spesso e volentieri dal nipote…
  • che sarebbe il principe.
  • Bravo. Allora una di queste ruberie loro, capita proprio che rubano le vacche a…
  • ..a Sisifo!
  • No! …anzi sì, anche a Sisifo…ma insomma: ascoltami un attimo…rubano le vacche alla famiglia di Palamede…
  • Oh no!
  • E fatto è che Palamede ch’è nascosto ed è un bambino come il principe, li vede…
  • Mannaggia la mignotta!
  • ed è così che Palamede è un grande nemico del principe. Capito?
  • Sì. E quindi lo vuole uccidere.
  • No, no, non vuole uccidere nessuno… comunque: sarà proprio per la vendetta di Palamede che il principe dovrà partire per la guerra e lasciare la moglie e suo figlio e la sua isola…
  • La guerra?
  • La guerra degli Achei.
C’era nei due quella dolcezza della fatica, che dal di dentro ti fa stender le membra, cercare un manto d’avvolgersi, e riposare.
Troia: sempre distrutta, come s’è detto. E loro due nel tempio, arrangiati alla meglio. Prima ancora di accorgersene, Zenone e lo scriba erano già addormentati.

Nei prossimi episodi: Chi è la donna dell’isola dei lupi? E come può un filosofo far partire in guerra un re contro la sua volontà? Zenone racconta la storia del Satiro di Atene.

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