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Scritto da nel Internazionale, Numero 64 - 1 Novembre 2009 | 0 commenti

Il Muro dei media

Correva l'anno 1989, esattamente il 9 novembre, quando cadde il muro di Berlino con sottofondo le note del leggendario concerto dei Pink Floyd “The Wall”. In quella precisa fase storica, così come in altre più recenti della storia contemporanea, c'è stato un uso e abuso attraverso i media di quella che oggi chiamiamo “comunicazione politica”, che nel Dopoguerra si esplicava con la propaganda politica. Su tutti radio e cinema, anche più delle televisione, visto che la radio ed il grande schermo nel Secondo Dopoguerra raggiungevano una massa di popolazione certamente superiore a quella della Tv, come efficacia del messaggio.

Possiamo operare una distinzione tra le radio ufficialmente riconosciute e quelle clandestine. Le radio più importanti erano Radio Berlino Internazionale, trasmetteva da Berlino Est e si rivolgeva anche agli Italiani con programmi di 45 minuti che si ripetevano più volte nell'arco di una giornata. Ma soprattutto era un importante strumento di amplificazione del comunismo russo; però, dopo la caduta del muro, radio Berlino Internazionale ha subito un repentino cambio editoriale fino a spegnere completamente la trasmissione del segnale il 10 ottobre 1990. (cit. in www.italradio.org).
Merita di essere menzionata anche Rundfunk der DDR, fondata dall'Unione Sovietica il 13 maggio 1945 così come Radio DDR1, che in seguito vennero spacchettate in una serie di stazioni radiofoniche regionali, da cui nacquero le attuali radio tedesche Mitteldeutscher Rundfunk ed Ostdeutscher Rundfunk Brandeburg.

Nell'Ovest di Berlino invece, ed esattamente da Colonia, trasmetteva Deutsche Welle (http://www.dw-world.de) e Deutschlandfunk; quest'ultima trasmetteva in più lingue, il Tedesco ovviamente su tutte ma raggiungeva anche l'allora Cecoslovacchia, la Croazia, la Polonia e la Serbia. Si calcola che oltre diecimila ascoltatori hanno contattato radio Deutschlandfunk. Dai programmi di informazione, i cosiddetti bollettini, fino aglii sceneggiati radiofonici, il tema della guerra e della contrapposizione era sempre presente, sia che fosse centrale nel messaggio dello speaker, sia come spesso è accaduto anche nel cinema, come “scenografia” naturale per i racconti.

La propaganda al centro delle trasmissioni radiofoniche, concetto che nel tempo è cambiato nella terminologia comune fino a confondersi e coincidere nella sua accezione con quello di populismo, definito da Alain Touraine come ” l pericolo che minaccia di distruggere la democrazia stessa”. Nelle diverse fasi della storia cosi come negli anni del muro, il populismo ha sempre rappresentato il rifiuto di ogni istituzione e di ogni sistema rappresentativo, ma anche di ogni sforzo di libero pensiero in nome dell'essenza del popolo (Taguieff). Ciò avveniva soprattutto ad Est di Berlino, tra coloro che venivano definiti dall'Occidente “peccatori senza Dio”. Svariate le radio clandestine che riportavano e trasmettevano qualsiasi tipo di notizia da un blocco all'altro, come un fuoco che ha alimentato in quegli anni l'agognata libertà e democrazia. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, nella parte occidentale della Germania i media si svilupparono sulla base della legge del mercato, mentre la parte Est era chiaramente intrisa di quella comunicazione propria dell'Unione Sovietica, cioè influenzare i cittadini verso una accettazione passiva del Comunismo.

Oggi in Germania la libertà di stampa e di opinione sono tutelate dall'articolo 5 della costituzione. Nei 28 anni in cui il muro ha diviso Berlino anche il cinema ha svolto un ruolo importante. La propaganda anti – sovietica era incentrata soprattutto sulla psiche delle persone che erano da poco uscite dalla guerra ma anche sfruttando molto l'immaginario collettivo americano, attraverso la rappresentazione di una società libera e democratica.
Secondo Lenin il cinema è “la più potente di tutte le arti” e non mancò di sfruttarlo. Konrad Wolf è sicuramente uno degli esponenti più importanti della cinematografia della Germania dell'Est; ciò che emerge soprattutto nelle sue opere è l'amore per il Comunismo, uno studio psicologico attento dei personaggi e l'efficacia del messaggio. Prendiamo ad esempio uno dei suoi film più importanti: Stensen Ich war neunzehn (Avevo diciannove anni). Il protagonista è Gregor Hacker, pilota appartenente a una ricognizione tedesca, che torna in Germania negli ultimi anni della guerra e vive un doloroso processo di riavvicinamento ad un popolo a cui non si sente più di appartenere. Ciò che va sottolineato è che in questo film non vi è una rappresentazione della società fatta per gruppi sociali, ma vengono messe in evidenza le motivazioni personali di ognuno. Stensen Der geteilte Himmel (Il cielo diviso) racconta invece una dolorosa storia d'amore tra Rita, la protagonista, ed un giovane chimico che decide di trasferirsi a Berlino Ovest prima della costruzione del muro. Questa è una delle prime opere cinematografiche che raccontano e analizzano il periodo della costruzione del muro.
Alexander Kluge
è invece uno dei maggiori esponenti del cinema della Germania Ovest, fondatore del Giovane Cinema Tedesco, nel 1962 ha redatto un celebre documento firmato poi da 26 autori tedeschi in cui si chiede ed auspica la nascita in Germania di un cinema nuovo, soprattutto libero nei contenuti e nel linguaggio. Ha esordito nel cinema tedesco con un lungometraggio, “La ragazza senza storia”: sullo sfondo della ripresa economica della Germania, una giovane ragazza sbandata, finisce in riformatorio ma non accetta di essere rieducata. Già da quest'opera come dalle seguenti di Kluge, emerge la critica costante dell'autore al capitalismo tedesco che si è sviluppato negli anni.

Citando Focault: “il potere stesso trae origine proprio dall'emissione e della modulazione dei flussi d'immaginario proiettati sullo schermo della mente collettiva”.
Nel 2003 la pellicola record di incassi in Germania, “Goodbye Lenin” di Wolfgang Becker, sull'illusione e la disillusione del comunismo: il regista negli anni del muro ha lavorato nella Germania dell'Ovest, in contatto con Alexander Kluge.
Un ultimo cenno va fatto a un celebre fumetto americano del 1947 che immagina gli Stati Uniti guidati da un regime comunista e quindi lo stato di disperazione e catastrofe di un intero Paese guidato da comunisti descritti come assassini e cospiratori che non hanno nessuna remora di gettare la propria popolazione nella fame. Questa la prefazione della rivista che è possibile trovare sul web:

Is This Tomo
rrow è pubblicato con uno scopo: FARTI PENSARE. Per farti stare ancora più allerta contro la minaccia del comunismo. Oggi, approssimativamente 85.000 membri del partito comunista vivono in America. Questa gente lavora segretamente giorno e notte per sovvertire il TUO GOVERNO! L'Americano medio è pronto a dire: “No, non può accadere qui”. Milioni di persone nelle altre nazioni erano soliti affermare la stessa cosa. Oggi, queste persone sono morte o vivono sotto la schiavitù del comunismo. CIO' NON DEVE ACCADERE QUI!

I fumetti statunitensi hanno tratto ispirazione da quegli anni in maniera costante e massiccia.

Tutto ciò, la radio, il cinema, la televisione in maniera speculare alla radio, i fumetti, i giornali, sono stati strumenti essenziali di lotta e sopravvivenza nei 28 anni in cui un muro ha diviso Berlino e la Germania, e oggi, a vent'anni di distanza da quel 9 novembre 1989, speriamo di non dover più raccontare di muri e divisioni, come il muro che dal 2003 il governo Israeliano ha costruito intorno a Gerusalemme e alla Cisgiordania, di cui poco i media raccontano.

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