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Scritto da nel Numero 65 - 1 Dicembre 2009, Politica | 0 commenti

Crocifisso: alieni dallo stesso pianeta

Questa invadenza della libertà libertà libertà libertà… ormai non sono più libera di essere cristiana
Una donna italiana


Un'avvertenza preliminare: questo articolo si pone come unico obiettivo l'informazione. L'informazione al fine di descrizione della realtà – la realtà delle opinioni, che si trasformano in intenzione ed azione politiche – e della conseguente riflessione. Per questa sola finalità riporto qui un estratto del dibattito sviluppatosi su Facebook tra un gruppo di persone estremamente eterogeneo a seguito di un'intelligente provocazione lanciata sul tema del crocifisso nelle scuole italiane. I fatti sono più che noti, della recente sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo è inutile parlare. E' invece fondamentale sapere che il granitico laicismo che domina i ristretti circoli di amici e giornali in cui noi tutti pascoliamo le nostre convinzioni non esauriscono la pluralità lacerante del nostro Paese. Essere coscienti della reale sostanza del cattolicesimo italiano quale intenzione ed azione politiche presuppone anche il tentativo di intessere un dialogo ed un compromesso, oltre le primitive pulsioni dello stomaco. I superficiali la chiamerebbero “mentalità-PD”. Io la chiamo coscienza politica. Essenzialmente, democrazia. Le isole deserte stanno altrove, questo è un Paese. Multi-religioso, per giunta.

B.Z. Una sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo dice che i crocifissi nelle aule delle scuole pubbliche italiane non devono esserci. Le reazioni. Le più spettacolari. Una processione di ministri, politici, vescovi, cittadini, che fin nei bar si straccia le vesti davanti a questo attentato inflitto alla carne viva della nostra tradizione. In una nazione dove a Messa non si reca il 70-80% delle persone tutto questo rumore potrebbe sorprendere. Si è attaccati all'idea, ma non alla concretezza della pratica che da quell'idea dovrebbe discendere.


LS. il problema non è la croce di nostro Signore, ma che cosa è una 'nazione'. Ogni nazione ha la propria storia e la propria identità e non importa quanti vanno o no a messa. [...] La storia di questo paese ha a che fare volenti o nolenti con quella del cristianesimo e il simbolo religioso del crocifisso è un simbolo che fa parte della sua identità, che comunica alle persone dei contenuti, a prescindere dall'adesione di fede al simbolo in se. Volete togliere il crocifisso perché adesso non ne avete più voglia? O perché è un messaggio che non avete il coraggio di affrontare? O perché comunica contenuti che non sapete più capire? Toglietelo e sul quel muro cosa rimarrà? Niente.

L.S.S. La figura di Cristo non rappresenta, come alcuni temono, la Chiesa istituto, ma la Chiesa istituzione, quindi coloro che portano avanti il messaggio cristiano – un messaggio di amore, verità, pace, fratellanza, libertà. Messaggio che dovrebbe essere lodato da ogni uomo con un minimo di senso del bello e del buono e non osteggiato a prescindere. Chi vuole togliere il Crocifisso perché lo vede come uno strumento che la Chiesa come potere temporale o la politica hanno usato come mezzo per raggiungere i propri fini è anche comprensibile, ma sbaglia nell'identificare con quel simbolo una cosa che in realtà non è, e i cristiani dovrebbero farglielo capire.


B.Z. Innanzitutto, stiamo parlando dello 'Stato' e non della 'nazione'. Mentre si può dire che la nazione sia cristiana o cattolica (il dato è culturale) non lo si può dire dello Stato, che i nostri padri hanno deciso non fosse confessionale. La Repubblica Italiana scrive nella sua Costituzione che tutte le confessioni sono ugualmente libere. Nessuno tocca il valore culturale di quel simbolo, nessuno. Lo Stato è laico in questo senso. Distingue tra cultura e religione. Che la religione cattolica informi gran parte della nostra cultura non significa che le si debba riconoscere una supremazia religiosa.


L.D.Z. Il crocefisso nelle scuole (o alla posta) ha il significato simbolico di una bandiera. Ogni bandiera è un confine e ogni confine è una esclusione. Uno stato pluralista non è uno che includa tutti i simboli, ma piuttosto uno che sappia concepire zone di neutralità.


L.S. Concordo fortemente che si debba seriamente distinguere fra religione e stato, ma occorre ricordare che lo Stato è strumento della nazione, mai e poi mai e poi mai che i cittadini servano lo stato. Non mi piacciono le vie giudiziali per risolvere i problemi culturali, problemi che, vengono sempre prima delle leggi.

L.G. L'ora di religione dovrebbe essere obbligatoria. E' bene si approfondisca e si conosca la cultura che ci circonda che è sempre anche religiosa e inscindibile da essa: una scuola che volesse insegnare (e quindi “formare culturalmente”) prescindendo dalla religione, non ottempererebbe alla sua missione. La soluzione non sta nel togliere l'insegnamento della religione cattolica e crocifisso, ma nel rendere entrambi obbligatori. Ma cose vere e intelligenti non me le aspetto certo da Strasburgo: è più facile possa trovarle nel Vangelo.

M.Z. Tribunale… tribunale… tribunale… fatto di uomini: ciò che è importante non lo decide un tribunale.


F.P. Il principio su cui oggi si fonda l'ordine pacifico delle nostre comunità nazionali (in estrema sintesi, il Costituzionalismo liberale) ha posto fine a due secoli di massacri tra e dentro le nazioni per dispute religiose, cristiane (riforma, contro-riforma). Neutralizzare la fede come fatto pubblico e definire uno stato laico è stata l'unica soluzione per fare convivere religioni diverse, perché l'alternativa era la guerra civile: libertà del singolo di credere, credere diversamente e non credere, e di non essere oppresso dalle convinzioni altrui.Vi piaccia o non vi piaccia il mondo in cui viviamo è e sarà sempre di più un mondo multi-religioso, dove peraltro la confessione assume un carattere di identità collettiva. Affermare la coincidenza dello stato con quelli di una nazione e di una nazione con una religione significa una sola cosa: guerra civile.


L.G. I paesi del Nord Europa (Olanda, Germania, Belgio, Svezia ecc) stanno all'Europa quanto i Barbari a Roma. Vittime dello scempio della Rivoluzione Francese e dell'ideologia che l'ha contraddistinta e che l'ha fatta sfociare nel bagno di sangue laicista che è lo Stato. La cosa veramente orribile è questo continuo inculcare i “diritti” (che creano consenso e si trasformano in fecondo bacino elettorale) e mai i “doveri”. Io resto col crocifisso: Cristo è una sapienza vera, non ideologizzata e perfettamente identificabile proprio nel simbolo del Crocifisso. Poi cosa starnazzino a Strasburgo importa poco a me e assai meno a Nostro Signore.

L.S.S. Sbagliate a pensare che i diritti di qualcuno all'uguaglianza vera o presunta possano prevalere sulle libertà dei singoli che in questo caso sono rappresentate da un simbolo di libertà, pace e verità, valori. Siccome l'ateismo – ossia la religione che prevede l'abolizione degli altri simboli – e' di base sempre raffigurata col simbolo del vuoto amorfo della parete bianca. Se la religione (compreso il laicismo ateo) è oggettivamente parte dell'uomo e come tale un diritto per il benessere delle persone, al massimo non si dovrebbe togliere il Crocifisso, ma riempire per rispetto le pareti di tutti i simboli che rappresentano le religioni riconosciute dallo stato (e quindi non in contrasto coi diritti e le liberta') e non lasciare solo il simbolo della parete bianca amorfa.

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