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Scritto da nel La Cantina del Viaggiatore, Numero 65 - 1 Dicembre 2009 | 0 commenti

Dove osano le aquile…





Così si intitolava un film storico del 1969 con Richard Burton e Clint Eastwood e così mi viene da pensare guardando l'etichetta colorata che ricopre con una curiosa immagine astratta una bottiglia di CentoPassi…

Osare, perché sicuramente non è mestiere di tutti i giorni decidere di dare nuova vita ai terreni rubati alla lotta alla criminalità organizzata, convincersi che quanto è stato sottratto dalla mafia nel corso degli anni debba tornare a produrre qualcosa per la collettività.

Passione, generosità, attaccamento al territorio, questa è la filosofia di Libera Terra e delle cooperative sociali che in qualche modo sono legate ad essa, la Pio La Torre, la Libera Terra Puglia, la Placido Rizzotto, solo per citarne alcune; perché se è dalla terra che è stato sottratto qualcosa alle popolazioni che vivono in quelle zone, sembra quasi naturale pensare che siano quegli stessi terreni a dover generare nuova linfa vitale.

Perché in fin dei conti la legge 109/96, che prevede l'utilizzo sociale dei beni confiscati alla mafia va esattamente in questa direzione, dà la possibilità a cittadini e associazioni di strappare all'incuria e all'abbandono o peggio ancora al recupero da parte delle associazioni mafiose, terreni ed edifici che appartenevano ai boss della criminalità organizzata; al ché mi sorge spontaneo pensare che se ogni tanto viene fatta una buona legge anche in Italia, è bene che ci sia uno slancio produttivo in grado di sfruttarla al meglio e in grado di dare una bella opportunità imprenditoriale ai giovani che abitano in quei territori.

CentoPassi è la storia di due cooperative sociali, la Placido Rizzotto e la Pio La Torre che coltivano circa 42 ettari a vigneto sulle colline dell'Alto Belice Corleonese, il vino viene prodotto direttamente utilizzando la produzione delle cooperative o dei soci che condividono gli ideali e gli obiettivi di Libera. Le varietà prodotte si adattano bene a questo territorio, caratterizzato da terreno calcareo e da forti escursioni termiche tra il giorno e la notte; i vitigni scelti includono le varietà autoctone Catarratto e Grillo per i bianchi e Nero d'Avola e Perricone per i rossi, ma anche grandi vitigni internazionali come Chardonnay, Merlot, Syrah e Cabernet Sauvignon.

Libera Terra Puglia coltiva uva Negroamaro su circa 30 ettari di vigneti in provincia di Brindisi, nei comuni di Mesagne, Torchiarolo e San Pietro Vernotico, vale a dire in una delle zone della Puglia più votate alla produzione di olio e vino.

In entrambi i casi la produzione è cominciata grazie al sostegno finanziario di Regione Sicilia, Regione Puglia e Legacoop che offre anche un importante supporto da un punto di vista commerciale e sfruttando il contributo tecnico offerto dagli agronomi di Slow Food.

Siccome non si può parlare di vino (e per gli amanti del genere, tengo a precisare che sono tutti vini ottenuti da uve biologiche) guardando solo una scheda o una bottiglia e siccome i pranzi nella common room del Dipartimento di Scienze Economiche rappresentano un'ottima sala di degustazione, in primo luogo per la convivialità con cui il vino viene assaggiato, queste che seguono sono alcune brevi note prese durante una degustazione collettiva:

Catarratto Terre Rosse di Giabbascio Sicilia IGT – Centopassi 2008 (10 euro) È un vino molto interessante, ottenuto da uve Catarratto 100%, con un bel colore giallo paglierino tenue e qualche riflesso verdolino. Al naso sprigiona profumi intensi di agrumi, frutta esotica, salvia e una nota di mineralità che si ritrova poi al palato. Buona acidità, lascia una piacevole e prolungata freschezza in bocca. Il vino è dedicato a Pio La Torre, sindacalista e politico del PCI ucciso dalla mafia.

Placido Rizzotto Rosso Sicilia IGT – Centopassi 2008 (6,90 euro) Ottenuto da un blend di Syrah e Nero d'Avola, colore rosso rubino intenso, ha un profumo spiccato di frutta rossa matura soprattutto ciliegia, e delle belle note di tabacco e di speziato. È un vino di corpo, ma che in bocca lascia comunque una buona freschezza e qualche tannino ancora da smussare. E'dedicato a Placido Rizzotto, sindacalista ucciso dalla mafia.

Hiso Telaray Rosato Salento IGT – Libera Terra Puglia 2008 (6,20 euro) Si tratta di un rosato di Negramaro, un bel rosa chiaretto. Al naso ricorda sapori fruttati e floreali, fragolina di bosco, marasca e rosa. In bocca delude un po', sicuramente fresco, ma con un acidità un po'troppo pronunciata e con una persistenza abbastanza limitata. Il vino è dedicato Hiso Telaray, ucciso nell'estate del 1999 all'età di 22 anni nelle campagne pugliesi dalla violenza dei caporali che ne sfruttavano il lavoro nei campi.

Lasciatemi concludere dicendo che se c'è qualche vino che deve ancora fare un po'di strada per raggiungere il top da un punto di vista qualitativo, la goduria di bere un bicchiere di vino prodotto sui terreni che appartenevano ai clan affiliati a Riina o Brusca è davvero impagabile…

Per info:

http://www.liberaterrapuglia.it/

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