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Scritto da nel Bologna, Numero 66 - 1 Febbraio 2010 | 3 commenti

L'assioma violato e licenziato

Dimettendosi, il sindaco Delbono ha violato l'assioma di non sazietà. In base ad esso, infatti, avrebbe dovuto rimanere al suo posto anche se rinviato a giudizio ed anche se condannato, perché una carica in più è meglio che una carica in meno. Anzi, è proprio per averlo violato che è caduto: affermando che con tutti i soldi che guadagna non avrebbe avuto interesse a farsi rimborsare 490 euro in più ha cercato di ingannarci sul fatto che l'assioma in questione potesse variare in base al reddito. E invece no, non vale ceteris paribus ma erga omnes. Dopo un weekend di riflessione Prodi deve essersi sentito preso in giro da questo fatto, e gli ha detto che non lo scocciasse più con i suoi grafici. Licenziato.

Dimettendosi, il sindaco ha inoltre deprezzato il proprio valore politico, affermando che la sua presenza a Palazzo D'Accursio non valesse i 490 euro di un rimborso spese che immaginiamo sia stato compilato per errore. Altrimenti avrebbe chiesto scusa, e continuato la sua battaglia politica, come in un primo tempo aveva tuonato. Ne avesse avuta una, diversa da essere l'impiegato di Prodi e Bersani.

E' chiaro a questo punto che la dannazione eterna cadrà su di lui e che Bologna non gli dedicherà mai una via, mai e poi mai: forse per i 490 euro, o forse perché nessuno avrà motivo di ricordarsi del professor Flavio Delbono.
Stimato docente di economia, in pole position per la sostituzione di Vitali preferì non schierarsi contro la corazzata Bartolini prediligendo l'insegnamento di Microeconomia (in particolare al sottoscritto, nel 1999) e poi l'aspettativa obbligatoria per far quadrare i conti della regione e aprire la propria pagina politica nell'accolita prodiana dell'Asinello bolognese.
Il suo turno da sindaco giunge dopo l'addio di Cofferati che se ne va sbattendo la porta in faccia alla città.
Sergio Gaetano, dapprima sull'altare e successivamente gettato nella polvere per non essersi piegato ai diktat delle consorterie cittadine, viene dunque detronizzato in nome di un conosciativismo totale, di una politica dell'unanimismo che pian piano stava cominciando a dare i suoi frutti. Un grande piano contro i graffiti ne era il fiore all'occhiello e una gigantesca coltre di ovatta sparsa da una politica degli accordi lunghi ed eterni che cancellasse le polemiche dal dibattito pubblico l'ambiente necessario per sopravvivere.
Non si sente più parlare del problema sicurezza, o dell'ordinanza illiberale contro il fatturato dei pakistani, neanche dei locali fracassoni, neppure del traffico perché la colpa delle telecamere è di Cofferati, o del CIVIS, idem come sopra.

Forse non è strano che in una politica addormentata le crisi escano da sotto le coperte e da dentro i cassetti, che le notizie si riducano ad un gossip e il voto a una scelta fra miss. Che se l'unica ragione per cui il PD chiede il voto è l'ineccepibilità del proprio fascicolo in procura, allora effettuare una telefonata col cellulare della Regione senza anteporre il codice della chiamata privata diventa motivo di scandalo, ragione di odio e astio, di tradimento del partito, di titoli sui giornali e foto scioccanti.

Non credo che dalle indagini in corso emergeranno reati, ma probabilmente sarò smentito come spesso accade. Certo, si vedrà uno spaccato di un normale sistema di potere, dove i dirigenti comandano, dove esercitano anche il diritto di fare i propri affari con le società degli amici e che questi sono leciti finchè non intaccano il patrimonio pubblico, dove ci si muove frequentemente con l'aereo e ci si accompagna con la signora. E non si è così pedanti da voler pagare fino all'ultima lira, non è costume. Non mi scandalizzo, non mi interessa e non sarei coerente, per questo genere di svogliatezza.

Mi preme però capire in nome di quale politica esiste il partito del quale parliamo, di quale idea da difendere, di quali ragioni per i militanti, di quali politiche per Bologna e per la sinistra del Duemila. La domanda che il popolo del centro sinistra pone non è né difficile né strana, e aspetta una risposta dai dirigenti.

Oppure diamo retta a Di Pietro e limitiamoci ad aspettare la prossima miss da plebiscitare alle primarie alla modica cifra di 2 euro.

3 Commenti

  1. Chapeau tobia! Domanda da girare ai diretti interessati, magari a mezzo giornale cittadino che sarebbe interessato a circolare la questione.

    p.s. quanto ti ha dato Delbono in microeconomia. A me Pasquino 27…me la sono un po' presa

  2. Micro per quello è un bel ricordo, la prima lode, bei tempi

  3. sborone…

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