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Scritto da nel Numero 66 - 1 Febbraio 2010, Scienza | 4 commenti

Mala tempora currunt

Meteo..meteo..meteo..siam pazzi per la meteo e non sappiamo perché, ci serve a poco e ci confonde assai, ma non ne prescindiamo mai”, si potrebbe intonare tutti insieme questo motivetto, sulle note della più famosa “soldi..soldi..soldi”, per sottolineare l'insana mania, o smania, che ci ha colto negli ultimi anni, rendendoci sempre più “british”.

Bando agli infingimenti, lo confesso, sono un affetto di primordine, anche se non dell'ultima ora ed alla luce di tale passione proverò ad intrattenervi, tra il serio ed il faceto, in questa rubrica sulla meteo e sulle sue ridondanze, premettendo che non sarà il punto di vista dello “studioso”, anche perché non si dispone di tutte le necessarie competenze fisico-matematiche, che, per inciso, già ci avvertono dell'esattezza, quantomeno potenziale, di tale scienza, a dispetto della comune opinione; d'altro canto si cercherà di non rincorrere i tanti apprendisti stregoni che ammantano i sistemi informativi, discorrendone troppo spesso in modo catastrofista o superficiale.
Per un verso, chiunque abbia una qualche visibilità mediatica parla di meteo con la stessi enfasi con cui si narra di guerre batteriologiche o di faide fra etnie dedite al cannibalismo. Pochi giorni di pioggia continua diventano situazioni monsoniche, temperature di poco superiori ai 30° desertificano le generose pianure padane e via di questo passo. Invero l'impatto che hanno oggi le condizioni climatiche sugli assetti organizzativi e di funzionamento della società, nonché, nel lungo periodo, sulle ricadute socio-economiche, è senz'altro maggiore che in passato, stante la maggiore complessità della società medesima ma questo è un altro discorso e ci porterebbe lontano.
Per altro verso, con un eccesso di semplificazione, si tende a spacciare le previsioni o per fumosi oracoli o per certezze inattaccabili; esse invece, per la loro intrinseca natura, non sono l'una cosa ma non possono essere l'altra. Mi preme insomma mettervi in guardia sia da coloro che, usciti in canotta ed inzuppati come un babà al rhum, oppure al Pordoi in aprile con le gomme lisce, sbottano con la frase “lo sapevo io…tanto non ci prendono mai”, sia da coloro che vi garantiscono che all'alba di dieci giorni a venire potrete tranquillamente raccogliere funghi alla Raticosa sotto un bel sole autunnale. A parte che non si capisce in quale catena appenninica possa mai splendere il sole nelle mattinate ottobrine e tanto meno perché mai si debba fare una simile “alzataccia” per uno scopo ludico, quando peraltro i gustosi miceti, se non troppo esibizionisti, vi attendono inermi anche a mezzodì. Ma ciò che conta è che sia i primi che i secondi sono fuori strada se sperano di piegare le previsioni meteo ai propri “desiderata”: esse infatti hanno carattere di quasi infallibilità solo nell'ambito delle 48-72 ore e su aree territoriali né troppo vaste né troppo ristrette.

Torneremo spesso sull'argomento della validità delle previsioni, per ora azzardiamone qualcuna per il prossimo mese.
Nei giorni scorsi si è fatto una gran parlare nei siti specializzati della lotta fra l'orso russo e la balena canadese, suggestivo modo di definire due imponenti figure cicloniche, ossia di basse pressioni. Queste, seppur posizionate di norma a migliaia di chilometri dall'Europa e dal Mediterraneo, estendono vicendevolmente la loro influenza su queste aree e specie nei mesi invernali ne condizionano il clima, fronteggiandosi con il cammello sub-sahariano, con l'anticiclone russo-balcanico e con il noto anticiclone delle Azzorre. Senza entrare nel dettaglio delle spiegazioni sulle configurazione bariche delineate, che approfondiremo prossimamente, basti per ora dire che quando le due aree cicloniche lasciano il campo agli anticicloni azzorriano e russo e quando questi si abbracciano e tendono a disporsi sui paralleli, per l'Italia sono dolori. Ed è probabilmente quanto accadrà nell'imminente mese di febbraio.

Balena ed orso dunque, appellativi affibbiati forse durante gli anni della guerra fredda? Certo è scontata la maggior simpatia che si nutre verso il cetaceo rispetto al rude mammifero dei ghiacci ed è interessante ricordare che la predilezione nei confronti di “invasioni” nord americane risale agli anni della seconda guerra mondiale; ancora si potrebbe rammentare che il bastione politico degli italiani è stata per decenni la Democrazia Cristiana, detta anche “balena bianca” e che invece gli orsi polari mangiano i bambini e via discorrendo. Facezie a parte, la preferenza in inverno per la figura ciclonica discendente dalla Groenlandia anziché per le incursioni del vortice polare siberiano, che ci ha fatto visita ad esempio prima di Natale, deriva anche dalla sua relativa minore ferocia, in quanto le correnti dai quadranti nord occidentali sono, per loro natura e per il maggior riparo offerto dalla catena alpina, meno rigide rispetto alle correnti orientali, messe in moto dall'orso russo.

Le correnti orientali saranno invece le protagoniste della prima decade di febbraio e forse più, dopo che in un primo tempo, a cavallo del weekend prevarranno invece correnti settentrionali. Quindi freddo ovunque e neve, specie sui versanti adriatici, inizialmente al Centro e al Sud ma poi anche sulle nostre pianure settentrionali.

Ma si diceva prima dell'abbraccio fra due figure anticicloniche, le quali, ove presenti, di norma assicurano bel tempo, nebbie a parte. E allora da tale morboso amplesso fra campi di stabilità come si spiega il partorire del maltempo? Ed il nesso con balene ed orsi? Andiamo per gradi: in una prima fase il vortice canadese alimenterà una discesa d'aria fredda dall'Artico e dalle Isole britanniche, che per il tramite della valle del Rodano, in Francia, scaraventerà sull'Italia una vivace instabilità che darà luogo a fenomeni specie sui rilievi del Centro-sud ed anche a quote basse (neve a Roma? chissà, è come fare cinquina; certo meno di quella che anima le notti dei locali capitolini..a buon intenditor..). Si sottolinea che per i popoli padani questo ingresso può risultare anche gradevole, sia perché non incrudisce un freddo già presente a causa del lungo periodo di nebbie stratificate che si sono avute nella seconda metà di gennaio, sia perché lo rende meno monotono, sia perché contribuisce a ripulire l'aria dagli inquinanti atmosferici. In una seconda fase queste correnti piegheranno leggermente da nord-est, utilizzeranno i binari della porta della Bora e andranno a portare l'inverno alle regioni meridionali, sinora quasi indenni. In una terza fase, con l'inizio della prossima settimana, il vortice canadese si ritira, il che permette all'anticiclone delle Azzorre di alzarsi lungo i meridiani e di andare ad agganciare l'alta pressione russa creando una sorta di ponte fra Spagna ed Ucraina che permetterà alle correnti settentrionali di scorrere lungo il bordo orientale dello stesso, correnti alimentate dal vortice siberiano, che a quel punto entreranno sui bacini mediterranei direttamente dai Balcani, cariche di freddo e, a seconda della latitudine dello scorrimento, anche di umidità. Se queste manterranno una direzione nord-orientale (per capirci dall'Ungheria e Croazia) saranno temperature rigide con anche svariati gradi sottozero ma tempo bello al Nord, almeno sino ai confini romagnoli, se invece si disporranno da est/sud-est (per capirci dalla Serbia e dall'Albania) e riceveranno un apporto umido sciroccale, la neve tornerà copiosa anche al Nord, dal 6-7 febbraio in poi; se infine, come di solito accade, si invorticheranno, creando ovvero un minimo di bassa pressione sui nostri mari, si dovrà fare i conti con l'inverno dal volto truce per almeno tutto il mese.

Insomma buone gomme termiche a tutti. E buoni turni-neve straordinari a chi può.

4 Commenti

  1. Sull'Isola del Giglio stanotte ha nevicato!!
    Roma invece è rimasta inespugnata…

  2. Sebbene gli scenari macro non si siano sviluppati in funzione di alcune premesse previsionali vincenti a fine mese scorso, nel micro clima della nostra regione padana si è avuta sostanzialmente un'alternanza di giornate assolate e fredde e di nuovi episodi nevosi, così come ci si immaginava; e lo stesso è valso per le colline tirreniche che hanno visto e rivedono in questi giorni l'inconsueta, per loro, dama bianca. Teniamo botta, probabilmente dal tunnel si uscirà intorno al 18-20.

  3. E infine anche a Roma è giunta la neve!!
    Complimenti al metereologo

  4. Ma la neve arriva dal Rodano?

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