Pages Menu
RssFacebook
Categories Menu

Scritto da nel Numero 68 - 1 Aprile 2010, Scienza | 0 commenti

Regioni d'Italia: meteo e orientamenti politici

La varietà dei microclimi in Italia è davvero un dato assodato come peraltro la variabilità degli umori politici dell'elettorato post tangentopoli. Ma ci si soffermerà a tratteggiare solo il clima di quei territori che più di altri son sospesi, ossia che sono in bilico fra tendenze divergenti.

PIEMONTE : il clima della regione è assai mutevole in quanto si tratta di un territorio che risente della notevole diversità altimetrica, pertanto si passa dalle temperature molto rigide delle valli del verbano, del biellese e del cuneese alle condizioni meteo più miti delle pianure solcate dal fiume Po e delle colline delle Langhe e del Monferrato; anche se tale scarto tende ad evidenziarsi nei mesi primaverili ed estivi e a divenire marginale nei mesi invernali, a causa in genere del fenomeno dell'inversione termica. Basti sottolineare al riguardo che fra dicembre e marzo la media delle temperature di Bardonecchia, a 1.300 m.s.m., è similare a quella di Vercelli, piatto capoluogo delle risaie. I rigori termici si riflettono forse in una maggiore ombrosità delle popolazioni delle vallate alpine e prealpine? E chi lo può dire…certo si riflettono in un voto storicamente più incline al centro-destra e ciò vale per le province di Biella, Verbania, Cuneo, mentre nelle aree più miti, ossia nelle province di Torino, Asti e Alessandria si tende più verso sinistra. Ma potrebbe benissimo trattarsi di sbandamenti dovuti alla maggiore nebbiosità di queste terre o al fatto che esse siano assai generose di pregiatissimi vini; e stare a sinistra al Nord, come ormai acclarato, è sintomo di scarsa lucidità o di anomalia psichica.

LIGURIA : terra di mare e di montagne notoriamente dal braccino corto e quindi dal territorio ristretto. Un'anomalia geografica che rende il clima della regione gradevole e burrascoso, luminoso e cupo, in un'orgia di contrasti feroci nel tempo e nello spazio…quel poco che c'è; quasi un unicum nel panorama europeo. Tutti pensano alla Liguria come l'enclave del Nord in cui migra perenne il sole mediterraneo ma basta guardare qualche elementare statistica per scoprire come in realtà sia un'area ad altissima piovosità e con fenomeni spesso alluvionali, specie nel genovesato e nello spezzino; tutti s'immaginano di svernare fra ulivi e fiori ma in realtà nelle valli Bormida, Polcevera e Trebbia nessuno si scappella ed ammaina la sciarpa prima di marzo. E tale variabilità parimenti si registra nell'appartenenza partitica, la quale si dipana dall'inossidabile abbraccio con il centrodestra che caratterizza le terre di ponente alla passione per la rivolta che segna il capoluogo regionale e l'altro grande porto di levante; se fra i terrazzamenti sanremesi, oltre a cantare, si coltiva con amore la predilezione per il moderatismo, nei carrugi e tra i containers dei moli, nonostante “quella faccia un po' così” che rimanda ad una malcelata malinconia, poco ci manca che ancora oggi s'intoni a squarciagola “Avanti popolo”.

LAZIO : come in Piemonte e più che in Liguria, anche nella regione dei Papi, e non pensate subito al cavaliere che egli è stato papi un poco più a Sud, la forbice, sia climatica che elettorale, s'instaura fra centro e periferia o meglio fra il capoluogo e le altre province. Se a Roma quando nevica è come se la Magica avesse vinto lo scudetto tanto è il clamore che crea, nell'alta Ciociaria o nella zona fra Terminillo e Monti della Laga la prassi vuole inverni rigidi e ammantati di bianco, ma anche all'interno della stessa provincia di Roma assai diversa è la temperatura che si registra sul litorale rispetto a quella dei colli Albani, e non è un caso se in queste ultime zone trionfano porchetta e vino. Il divario sul piano della politica mette addirittura la freccia e sorpassa il gap meteorologico, divenendo esponenziale nel confronto fra i dati elettorali storici della città eterna e quelli dei feudi bianchi e neri, non in senso di Juventus, dell'Agro Pontino. Bianchi, specie nei decenni passati, con i plebisciti democristiani, che peraltro accomunavano le piane bonificate della provincia di Latina con i monti del Frusinate, dove, con le sonorità dei dialetti resi nobili dai films del neorealismo, spiccavano sempre le invocazioni mistiche alle tante madonne. Neri come storia vuole, giacchè il deus ex machina della zona meridionale della regione fu il pelato romagnolo che non volava sulla bici ma che un po' dopato pure era.
La capitale d'Italia invece, seppur fra mille contraddizioni, ha sempre un cuore grande a sinistra che fonde varie anime: quella intellettuale e radical chic dei circoli del centro dove il sole, comunque vada, batte sempre alto sulle tasche dei calzoni, quella popolare di Testaccio e Trastevere dove soffia il ponentino, quella piccolo e medio borghese dell'esercito degli impiegati pubblici sulle cui teste si vorrebbe rovesciare improvvisi acquazzoni grandigeni.

PUGLIA : qui i fili della matassa si intrecciano in modo più complesso, perché l'equilibrio fra i due schieramenti più che sul piano orizzontale del territorio è da scorgersi sul piano verticale della successione nel tempo. Dal punto di vista geopolitico le differenze sono sempre state marginali, in quanto storicamente la regione si è sempre orientata, nel suo complesso, a destra; con l'eccezione, negli anni del boom industriale, della massiccia adesione al Pci degli operai delle aree ad alto inquinamento (e torna dunque il dato del parallelismo fra voto a sinistra e condizioni oggettive di scarsa visibilità, nebbia e smog) del brindisino e del tarantino, nelle quali si pasteggiava a petrolio ed acciaio più ancora che a falce e martello. Il fenomeno, che fa di questa regione una delle zone sul filo del rasoio, è dunque più che altro cronologico, con i rovesciamenti fra fronti opposti che si sono verificati nell'ultimo decennio, dove certo determinante è stato il fattore Vendola, il ciclone che ha spazzato via le barriere dell'omofobia e le barriere scogliere del porto di Gallipoli, che ha ripulito l'aria dalla cappa di immobilismo barocco tipicamente meridionale, che da ultimo con un fitto rovescio ha fatto gettare la spugna, intrisa d'acqua, al ministro Fitto.
Quanto alla disomogeneità meteorologica va ricercata anch'essa su percorsi meno lineari rispetto a quelli delle altre regioni. Nella lunga e sottile Puglia ci sono differenze climatiche ovvie per latitudine, quelle ad esempio che distinguono i contrafforti ventosi della Daunia dalle calette assolate del Salento ma ci sono altre differenze dovute all'esposizione opposta dei due litorali. Quella settentrionale delle province di Foggia e Bari, nei mesi invernali, fa penetrare come lama nel burro il vento di grecale, facendo battere i denti e permettendo anche pesanti nevicate; quella meridionale permette l'ingresso di correnti più umidi e miti, all'insegna del vento di scirocco; le quali fra l'altro sono una vera e propria manna dal cielo, per la città di Taranto, in quanto siccome esiste il rischio che le polveri e gli inquinanti emessi dall'Ilva, dalla Ip e compagnia varia, possano disperdersi, permettono che ciò non accada, trattenendole in un mix esplosivo che fa venire una voglia irresistibile di aerosol a chiunque passi da quelle parti.

Un breve cenno alle previsioni lo vogliamo fare o ci trinceriamo dietro il pesce d'aprile incombente? Bene allora azzardo un mese prettamente primaverile con connotati che a volte assumeranno sembianze di precoce estate e temperature sopra media, il che non esclude qualche passaggio perturbato con piogge di stampo atlantico comunque. Per il periodo di Pasqua ad esempio già si avrà una certa variabilità e specie nelle prime due regioni analizzate, ossia Piemonte e Liguria, non è che lunedì di Pasquetta si potrà proprio fare picnic di assoluto relax, senza insomma il rischio di dover prendere i quattro lembi della tovaglia, far fagotto delle vettovaglie e fuggire a bordo dei Suv. Anche se dovrebbe schiarire nella giornata di lunedì rispetto a domenica. Diverso il discorso in Puglia dove la variabilità e qualche goccia potrebbe paventarsi più lunedì che non domenica e dove comunque le temperature saranno in genere più elevate.
Se tutto va come penso il 17-18 prima capatina a mare e sennò andate ad asparagi!

Scrivi un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>