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Scritto da nel Economia e Mercati, Numero 72 - 1 Agosto 2010 | 0 commenti

La razionalità di un folle

La razionalità di un folle

Non c'è padre né madre a cui paiano brutti i propri figli, e quest'inganno è ancora più frequente se si tratta di creature dell'intelletto.
Don Chisciotte, Einaudi, Torino, 1972, p. 737.

Di razionalita` in economia si sente spesso parlare. La qualificazione “razionale” accompagna diversi termini. In particolare, si possono identificare tre significati principali: (i) l`economia cerca di fornire una rappresentazione razionale della realta`; (ii) agenti o azioni nel quadro della teoria economica sono entrambi razionali; (iii) le stesse preferenze degli agenti economici sono a loro volta definite razionali. La razionalita`, usata spesso per conferire un`aurea di scientificita` alle teorie economiche, rischia di rivelarsi un escamotage che rende i risultati della scienza economica lontani dalla realta`. La definizione di “razionalità” non ha niente a che vedere con il senso che il termine ha di solito nell'uso comune, oltre che nella filosofia e nell'etica. Cio` che e` perfettamente razionale nell`intendere economico puo` rilevarsi assolutamente sciocco nella quotidianita`. Ed ecco allora che l`economista diventa un ignaro Don Quijotte che fa apparire ai suoi occhi reale cio` che reale non lo e` davvero.

La teoria economica e` razionale se fondata su una logica. La scienza economica in questo caso si avvicina alle scienze deduttive, dove, partendo da assiomi non dimostrati, si deducono teoremi e lemmi grazie al ragionamento puro. La logica come modus operandi per la derivazione dei teoremi e` sufficiente per rendere l`economia una forma di sapere razionale? La logica utilizzata per derivare teoremi puo` renderla una scienza coerente, non in contraddizione con gli assiomi o con le altre preposizioni. Il punto legato alla razionalita` della teoria e` intrinsicamente legato al significato degli assiomi di partenza e dei risultati finali, soprattutto se giudicato con il metro di misura con cui si giudica la razionalita` delle affermazioni di uso comune. Don Quijotte risulta perfettamente razionale se interpretiamo le sue gesta dal punto di vista della scienza economica. Si assuma che il mulino a vento sia un gigante. Si assuma anche che in quanto gigante posso nuocere. In quanto cavaliere errante e` coerente con gli assunti il fatto che Don Quijotte attacchi il mulino a vento.

Il secondo significato fa riferimento alla razionalita` delle azioni degli agenti economici. Gli agenti economici scelgono le azioni da compiere e la razionalità delle azioni diventa la manifestazione della razionalità del criterio di scelta degli agenti. Inoltre, anche in questo caso la razionalita` e` presa come sinonimo di coerenza, espresse in economia dall`assioma delle scelte rilevate. Razionale in questo caso sta semplicemente ad indicare coerenza, si entra nel merito della scelta e dei gusti dell`agente. Date le alternative possibili, la scelta effettuate diventa razionale se coerente ai dettami della teoria. Dato l`insieme B delle azioni possibili per Don Quijotte (combattere i mulini a vento, far combattere il suo scudiero, darsi alla fuga), e il critero di scelta, potremmo facilmente costruire un sottoinsieme S(B). Se don Quijotte decidera` di compiere l`azione a allora a∈S(B); se l'agente non accetta, allora a∉S(B). Il criterio di scelta S permette di associare un l`insieme di scelta ad ogni elemento di B, percio` S: B → A. La razionalità del criterio di scelta occorre introdurre la nozione di sistema binario di preferenza 〈A, ≿〉. In questo, la relazione a ≿ a′, ove a, a′∈A, indica che l'azione a è almeno altrettanto buona che l'azione a′. Per cui se l`azione combattere il mulino a vento ∈S(B) questa è almeno altrettanto buona di ogni altra azione appartenente a B ed è preferita ad ogni altra azione possibile non appartenente a S(B). Il criterio di scelta 〈≿ , S〉 è razionale se esiste un sistema di preferenza che lo razionalizza. Questa preferenza, coerente con il criterio di scelta e` nuovamente razionale.

Oltre a quella dell`agente, un ulteriore tipo di razionalità e` la “razionalità delle preferenze”, che impone loro particolari caratteristiche, dato il legame tra le azioni e le loro possibili conseguenze. Gli individui che prendono decisioni si suppone siano razionali e intelligenti. In questo caso, razionale e`, in senso stretto, un agente in grado di ordinare le sue preferenze dato un insieme di possibili risultati per ogni possibile combinazione di strategie. ”Ordinare le sue preferenze” significa che, dati due risultati x e y (esempio: x =guadagnare onore e prestigio agli occhi di Dulcinea e y =perdere la faccia), colui che decide e` in grado di dire se x `e meglio di y (x > y), y e` meglio di x (y > x), o se sono indifferenti (x = y). Seguendo questa terza definizione, sembrerebbe possibile dichiarare la follia di Don Quijotte nella sua battaglia contro la sua stessa immaginazione. Infatti, combattere mulini a vento non puo` avere come conseguenza che una disfatta e la soluzione saggia sarebbe quella di soprassedere.
La teoria dei giochi permette di analizzare questa situazione considerenado le strategie dei vari giocatori, dati i possibili risultati e le strategie degli avversari. In questo caso, la valutazione sulle conseguenze delle azioni rende razionale il sistema di preferenza. Si consideri il problema della scelta di Don Quijotte date le sue preferenze sui risultati possibili:

N=Don Quijotte (DQ), Sancho Panza (SP)
S=(Combattere c, Non Combattere nc)
UDQ(c,nc) > UDQ(c,c) > UDQ(nc,nc) > UDQ(nc,c)
USP(c,nc) = USP(nc,nc) > USP(c,c) > USP(nc,c)

Risolvendo il gioco a ritroso, la strategia scelta da Don Quijotte sara` (c,nc). Di nuovo, Don Quijotte torna ad essere perfettamente razionale nella sua scelta di combattere i mulini a vento data la scelta tra guadagnare fame e gloria o rimanere un cavaliere senza fortuna, mentre Sancho riterra` utile starsene in disparte ed attendere la fine dell`impari duello.

La critica alla razionalita` nella sua accezione economica e` argomento di un acceso dibattito. Tra le proposte di miglioramento di questo concetto, e` sicuramete rilevante quella di Simon che introduce il concetto di razionalita` limitata. Quella che viene criticata e` la conoscenza perfetta da parte degli agenti e la condivisione del modello teorico proposto dall`osservatore. Queste poche righe non hanno alcuna pretesa di rigore scientifico, tuttaltro. L`unico intento e` quello di sottolineare come, data la natura della definizione, anche il gesto meno saggio possa ambire a diventare razionale. E nel far questo l`economia e` maestra.

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