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Scritto da nel Internazionale, Numero 73 - 1 Ottobre 2010 | 0 commenti

Adios Lula

Il Brasile si appresta a vivere una lunga vigilia elettorale che coniciderà con la chiusura di un'epoca, di un pezzo di storia fatto di conquiste e sacrifici che coincidono con Luis Inacio Lula da silva, più semplicemente Lula.
Sono passati otto anni da quel 27 ottobre 2002, quando Lula da Guaranhuns vinceva le elezioni. A Brasilia il 1 gennaio 2003, il giorno del suo insediamento, Lula diceva: “…Credo che il Brasile avrà un futuro grandioso, perché la nostra gioia è più grande del nostro dolore……la nostra speranza è più grande della nostra paura”.

Dopo otto anni di governo, che Brasile “lascia” Lula?
Secondo Roberto Da Rin, giornalista del Sole24ore, il Brasile oggi è diventato una potenza economica, agroalimentare, energetica, aerospaziale. Il giorno dell'elezione di Lula, lo scenario mondiale era profondamente diverso rispetto a oggi: l'Europa si divideva di fronte ad una nuova guerra cominciata con la ricerca delle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein. In Spagna affondava la petroliera Prestige e in occidente cresceva la paura e il conflitto con il mondo islamico. In Americana Latina, il Venezuela affondava nelle sue lotte intestine mentre l'Argentina veniva letteralmente sommersa da un crack finanziario senza precedenti. In otto anni di governo, sulle questioni di politica interna Lula ha realizzato l'assicurazione rurale con la conseguente crescita del volume del credito rurale accessibile ai più piccoli agricoltori. Centrato l'obiettivo luce per tutti: in un paese enorme come il Brasile con oltre sessanta milioni di poveri, l'energia elettrica sta raggiungendo ogni famiglia carioca. Il Programma Bio-diesel, che prevede di aggiungere il 2% di olio di origine vegetale all'olio diesel favorendo settori dell'agricoltura su cui Lula non ha tradito il proprio elettorale di riferimento, quel popolo con cui ha portato avanti anni di proteste per il riconoscimento di quei diritti che solo oggi vedono la realizzazione.

Lula è il principale esponente del PT, il Partido dos Trablhadores nato nel 1980 sulla base delle grandi mobilitazioni operaie di cui Lula fu protagonista ed oggi per le elezioni pensa al dopo Lula con la candidatura di Dilma Rousseff, ex guerrigliera ai tempi della dittatura militare.
In termini di macroeconomia GiorgioTrebeschi su un portale autorevole come la LaVoce.info sottolinea come la crisi economica in Brasile è stata vissuta con tranquillità grazie a politiche economiche responsabili. Sono state messe in campo agevolazioni fiscali così che ogni cittadini potesse acquistare beni di consumo, con un continuo sostegno a settori nevralgici come l'edilizia e l'agricoltura. Un ruolo centrale è stato svolto dalle banche dal Banco do Brasil da Caixa Economica e da Bndes. Non secondario, i salari minimi sono stati continuamente aumentati, si stima così che nell'anno in corso il Brasile stia crescendo a ritmi superiori al 7%. Sostegno all'innovazione di cui ha beneficiato la Fiat così come la compagnia petrolifera Petrobras, che tra pochi anni potrebbero fare del Brasile uno dei principali paesi produttori al mondo. Nel periodo 2003-07, il governo federale ha investito 68 miliardi di reais (quasi 31 miliardi di euro) per ricapitalizzare imprese pubbliche, ricevendo nel solo 2009 quasi 37 miliardi di dividendi. (cit. LaVoce.info) Alle scelte economiche vanno affiancate anche le politiche sociale su cui il governo Lula ha molto investito. Combattere la povertà è stato il punto numero uno del programma del presidente operaio: era il 2003 quando da Porto Alegre Lula diceva: “L'unica guerra che bisogna combattere è quella contro la fame”.

Con Lula si chiude un ciclo, termina un racconto che ha narrato la storia di un uomo, un ex tornitore che diventa presidente del suo paese riscattando l'orgoglio di oltre 60milioni di poveri e non solo. Parafrasando Pablo Neruda: ”È memorabile e al tempo stesso straziante per molti, per un lasso di tempo, incarnare la speranza di tutto un popolo”.

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