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Scritto da nel Letteratura e Filosofia, Numero 73 - 1 Ottobre 2010 | 1 commento

Color change

















Una vita ad imparare codici, ad allenarci, a cercare l’ingrediente segreto per
la miglior ricetta che vorremmo svelarci… e poi?






Si ricomincia






All’inizio solo poche parole.         
        
        
        
L’essenziale.






Una casa,
del cibo e un clima familiare.






La mente
vive una vita parallela che non può rivelare, si ciba dei suoi
stessi
pensieri, sorniona osserva il nuovo mondo e gli sorride; si
domanda, a volte, a cosa gli servano ora tutte quelle sfumature che
aveva tinteggiato
.






La gamma di colori pare affievolirsi ma è puro effetto ottico: cercare e
memorizzare la nuova denominazione di ogni singola rifrazione.






Si può parlare con gli occhi, o se son questi ultimi che son stati persi,
comunicare col tatto o imparare nuovi codici esistenti o se non
esistono inventarseli.






La perdita
di un substrato acquisito può causare aggressività, disarmo,
imbarazzo, solitudine, frivolezza, malumore… ma superata la cortina
di fumo che sfoca l’obiettivo, i primi piani non tardano a svelarsi
ed
i colori ora appaiono puri, brillanti.






Terra 2010:
si confezionano uomini perfetti, c’è un rimedio nel taschino per
qualsiasi imprevedibile inconveniente… il mondo prospettato da José
Saramago nel romanzo “Cecità” sembra distante anni luce… ma
in fondo non diveniamo cechi o per lo meno miopi nel momento in cui
mettiamo da parte la nostra conoscenza per sperimentare un
cambiamento?






Una cecità
volontaria è sicuramente più disciplinata di un brusco crollo
.






La perdita
di controllo è preventivata, il training più pazientemente
adempito.






Quando è
un amalgama umana a divenire cieca improvvisamente, invece, viene
fuori ineluttabile la vera natura di ciascuno e la lente di Saramago
non è delle più positive.






La carne,
in tutta la sua varietà, viene divorata accantonando le formule
gentili di una “società civilizzata”.






È come se
la mancanza di vista avesse tolto valore a tutto ciò che prima,
almeno in apparenza, ne aveva.






Ma se
viviamo in un mondo dove la ragione è dettata dalla vista, magari
una temporanea cecità potrebbe aiutarci e vedere meglio.












(Liberamente ispirato dal romanzo di José Saramago, Cecità.)










Un ringraziamento particolare va a Stefan, l'animatore d'idee e a Daniela per la consulenza on line.

1 Commento

  1. bello, innovativo , idea brillante ….la parola che assume una movimento e perde la sua staticità…

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