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Scritto da nel Numero 78 - 1 Aprile 2011, Politica | 0 commenti

Il Sogno, motore dell'umanità

L'eterna ricerca della sintesi tra visione e concretezza, il perenne inseguimento della conciliazione tra desiderio e attuazione, o ancora, il conflitto sconfinato tra fantasia e realtà sono fasi della vita e della quotidianità che tendono a proiettare il nostro essere verso qualcosa di cui sentiamo un grande bisogno: la felicità. Rincorrere la felicità è un'azione che ci fa pensare al sogno. Nella comune accezione del termine “sogno” però, intravediamo il risultato positivo di una circostanza singola: quel dato sogno, mentre il concetto di felicità ci perviene inclusivo di ogni benessere possibile. Essere una persona felice, infatti, vuol dire essere soddisfatto di ogni necessità, non avere “alcun problema”. O no? No. Questa è un'utopia. I psicologi si ostinano ad affermare, infatti, che la felicità non esiste, e che si può essere felici non perché non si abbiano dei problemi bensì sapendo mettere in pratica il modo migliore per affrontarli. Oppure che la felicità esiste a tratti nel tempo, a causa della conseguente “non felicità” data dall'insicurezza di mantenerla. Quindi rimane valido il dubbio sulla sua effettiva esistenza. Ecco che nella nostra quotidianità troviamo più facile perseguire e raggiungere un obiettivo, un traguardo, se ci rapportiamo piuttosto che con la felicità, con il sogno, casomai con un sogno per volta…

Stiamo parlando di quel rifugio incantato che ci pone vincenti di fronte alle grandi sfide. Stiamo parlando di quello stato armonioso della nostra emotività che accarezziamo fiduciosi nella fase ascendente di un progetto importante. Stiamo parlando di quella sensazione di fiducia che impersoniamo quando le minacce della vita ci indurrebbero alla resa ma che, con la forza e l'energia contenuta in questa magica parola, il sogno, sappiamo di poter valicare. Basta averla dentro questa parola, basta sapere che esiste, basta crederci… nel sogno. Tutte le azioni umane ruotano attorno ad esso: non avrebbe alcuna forza un proposito se non contenesse la forza del sogno. Tutte le scienze, le arti, gli studi, i lavori umani ruotano attorno a un sogno. Narra la leggenda, ma che leggenda non è, che Tommaso Edison sognava di fare accendere quella famosa lampadina! Quanti studi, quante prove, quante combinazioni, ha provato prima che… Si parla di mille tentativi prima di vederla finalmente accesa! Poteva arrendersi un attimo prima, ma aveva un sogno. E così Marconi prima di accendere le luci di una città lontana migliaia di chilometri dal suo paesello, senza un filo! Aveva un sogno. E così via dicendo. Certo, stiamo parlando di sogni supportati da una consistenza scientifica ma pur sempre sogni. Le vite dei grandi personaggi sono state segnate dalla grande volontà di trasformare in realtà un sogno. Ma anche le vite di persone meno grandi e meno note: basta sentire dentro la pulsazione del proprio sogno e viverla con perseveranza, fede, sicurezza e soprattutto col “desiderio bruciante”, per dirla con Napoleon Hill. E' solo questa la differenza, la grandezza e vale per tutti. Prendendo in esame l'arte, ad esempio, in taluni quadri di Chagall, di Monet o di Van Gogh, vediamo il sogno scorrere da solo, esprimersi e scivolare dentro la tela: gli uccelli, le acque, i colori. Leggendo le poesie leopardiane ne scorgiamo il sogno tra le righe (A Silvia!). Lo stesso dicasi per i Poeti Maledetti. Così come ascoltando certi componimenti musicali, talvolta leggiamo nel pentagramma il sogno dell'autore e ne sollecitiamo anche alcuni dei nostri, spesso diversi e nuovi. Basta pensare e Beethoven, Verdi, Smetana, Malher, Bach, e Co.

Il sogno, motore dell'azione umana, sta alla base di ogni impresa. Ma è troppo facile parlare di sogni per chi e con chi possiede gli strumenti materiali, culturali e diciamo anche economici per poterli perseguire e realizzare. Vi sono dei sogni per i quali è indispensabile l'intervento di qualcuno affinché si realizzino, perché sono talmente grandi e necessitano di mezzi talmente complessi da non potersi realizzare senza l'aiuto degli altri. Sono i sogni di chi ha urgenza di solidarietà: dei bambini che soffrono la fame, dei popoli oppressi, dei malati. Lì c'è poco da provare mille volte se una lampadina accende o no…. Il sogno, infatti, può essere anche necessità, esigenza, bisogno e diritto e possono mancare gli strumenti per trasformarlo in realtà. Ecco che la forza del mondo esterno, quando se ne incontra la parte benevola, interviene sensibilizzata dallo stato di difficoltà del prossimo, quando il sogno di chi vuole aiutare chi soffre è lo stesso di quello che sta soffrendo.

Vogliamo restare in tema 150.°? Che cosa ha unito l'Italia, permettendoci oggi di essere liberi da aggressori ed invasori se non il grande sogno di unità dei nostri Padri? Che cosa sta muovendo gli animi ed armando le braccia contro l'oppressore, oggi in Medio Oriente, se non un grande sogno di libertà e indipendenza? E perché questa urgenza di Risorgimento? Egitto Tunisia, Libia, Siria, Yemen? E perché proprio adesso? Non è un caso: le rivendicazioni dei diritti essenziali, il riscatto dall'oppressore ed i sogni che da queste cose scaturiscono, hanno una scadenza storica. Che cosa spinge gli uomini politici e gli uomini della storia ad agire, con leggi, norme, aiuti ed interventi se non il sogno di aiutare il paese per cui lavorano a realizzare meglio i suoi sogni? Servirà costruire una giustizia più giusta e veloce anziché emettere una sentenza dopo quarant'anni, quando non serve più a nessuno? Non sarà meglio attuare una proroga dei pagamenti dei mutui, ad esempio, data la congiuntura economica? Ma per parlare di sogno non occorre uscire di casa: che cosa spinge, infatti, un padre a lavorare sodo, sacrificarsi una vita, sudare, se non il sogno di vedere la migliore realizzazione per i propri figli?

“Senza entusiasmo non si è mai compiuto nulla di grande” (Emerson), “Noi siamo condannati ad essere liberi” (Sartre), “La vita senza un obiettivo è un continuo vagabondare” (Seneca), e via discorrendo.

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