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Scritto da nel Numero 78 - 1 Aprile 2011, Tempo e spazio liberi | 0 commenti

Il Sogno

Diadema stellato posato sul capo bisogno sereno di sentirsi pieno Tu pensi ch'io ne abbia bisogno?
Rotolo volentieri su giardini nuovi tra piaghe di ieri che offuscano il possibile profumo d'erba.
Da qui nasce il distacco dovuto all'impatto riesci a sentirlo forse a carpirlo certo non a capirlo
con mente limpida e vuota ma il presente è una ruota un minuto di follia ed eccomi incastrato
tra un futuro beato (sognato?) e un passato ingrigito da ricordi fuggiti scappati stonati
la foto in bianco e nero suscita nostalgia agorafobia ti nutri di spazi stretti coperte rincalzate
vestiti su misura che dicono chi sei a te e a chi ti circonda perché la voce stenta
a venire tu non vuoi non puoi uscire
a cavalcare l'onda di quella terra straniera che chiamano mondo
il porto sicuro è quindi il sogno fasto rifugio ristoro riposo ripiego
i vestiti e nudo mi stendo su edera celante il mio vero pensiero.
Dovranno rompere muri di secoli per trovare ciò che sono
ma allora?
Tra me con me su me che dico penso scrivo?
Dove sta la solita soluzione di solitudine?
Trasparenza ad ogni costo me ne assumo il rischio.

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