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Scritto da nel Letteratura e Filosofia, Numero 78 - 1 Aprile 2011 | 0 commenti

Trappole per sogni ad occhi aperti

Tecumseh Sparrow Spivet ha dodici anni ed ha un modo particolare di metabolizzare la realtà: la disegna, la mappa e la cataloga. I quaderni blu, disposti sulla parete sud della sua camera da letto, rappresentano gli “Schemi di gente che fa cose”; i quaderni verdi, sulla parete est, inglobano mappe geologiche, zoologiche e topografiche; quelli rossi, invece, sono anatomie d'insetti (spesso usate dalla dottoressa Clair Linneaker Spivet).
La cameretta di TS Spivet dove sono custoditi i suoi quaderni, ha le seguenti coordinate geografiche: 45˚ 49' 27'' N – 112˚ 44' 19'' W. A queste coordinate corrisponde la cittadina di Coppertop Ranch nel Montana.


Il romanzo d'esordio di Reif Larsen, Le mappe dei miei sogni, si presenta come un volumone di trecentosessantotto pagine: il massiccio diario segreto di TS Spivet. Questo diario contiene tutte le sue considerazioni, i pensieri, opportunamente mappati e descritti con numerose digressioni in note — che finiscono per rappresentare una parte fondamentale del suo libro in quanto si dilungano in spiegazioni minuziosissime — che, a volte, sfiancano un po' il lettore, ma… dopotutto bisogna sempre ricordarsi che a scrivere è un “bambino di dodici anni”, con tutti i suoi dubbi, le sue curiosità e le sue fantasie sulla vita.
A volte il confine tra realtà e fantasia s'assottiglia e gli oggetti si animano e gli parlano. Le sue mappe, dunque finiscono per mischiare rappresentazioni del mondo reale e allucinazioni momentanee.
TS Spivet è interessato a capire il mondo, la gente, la sua famiglia, se stesso ed è proprio per questo che si serve di mappe per catturare i dettagli e rifletterci su, in un dialogo del tutto sincero con se stesso che solo i bambini, a volte, riescono a mantenere. Cerca di razionalizzare i sogni riportandoli nella realtà, scrutandoli nelle espressioni facciali dei suoi “oggetti di studio”, nella morfologia delle cose: uno scienziato sognatore.
In seguito alla sua straordinaria abilità nel mappare, si ritrova catapultato in un mondo di adulti accademici vogliosi delle sue mappe ma meno interessati ai suoi desideri.

Il suo tentativo di comprender il mondo, pur essendo strenuamente perseguito, avrà come inevitabile conseguenza l'arrendersi di fronte alla complessità umana, ma tuttavia questa sua traversata lo porterà a realizzare per lo meno uno dei suoi più importanti sogni.
Le mappe, sono trappole che catturano delle idee; ed i sogni, ad occhi aperti, possono essere irrazionalmente pilotati non rappresentando, a volte, un fine ma semplicemente un mezzo.

Dopotutto, qual'è il “vero sogno di un bambino”?

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