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Scritto da nel Numero 79 - 1 Maggio 2011, Scienza | 0 commenti

Se la corsa diventa una marcia…

Era il 12 aprile 1961 quando Yuri Gagarin volò nello spazio, oltre l' atmosfera terrestre. Dopo il lancio dello Sputnik nel 1957, l' impresa dell' astronauta sovietico fu un altro schiaffo per l' orgoglio americano.
Gli Stati Uniti seppero comunque riprendersi dal perentorio uno-due della potenza rivale, fino alla grande rivincita dello sbarco sulla Luna con l' Apollo 11, il 21 luglio 1969.
Ma quel volo di Gagarin, compiuto in condizioni di sicurezza piuttosto approssimative, rappresenta una pietra miliare dell' esplorazione umana dello spazio.
Da allora la ricerca spaziale ha fatto passi da gigante, basta citare le straordinarie missioni Voyager e Pioneer o le scoperte del telescopio spaziale Hubble.
Un cammino esaltante ma,a parte le spedizioni Shuttle e la Stazione Spaziale Internazionale, compiuto senza inviare nello spazio altri esseri umani.
Dopo le missioni Apollo, che avevano sancito la supremazia americana, la Luna aveva finito di essere l' oggetto del desiderio. Anche se ultimamente potenze emergenti come Cina e India sembrano avere nei loro programmi l' invio di astronauti sul nostro satellite.
A parte le ambizioni lunari di questi paesi con il PIL a due cifre, al momento il futuro dell' esplorazione umana dello spazio appare molto incerto.
Di una missione con equipaggio verso Marte, più volte sbandierata dall' amministrazione Bush, ormai non se ne parla più. La stessa NASA ha ammesso che non potrà essere presa seriamente in considerazione prima del 2050.
Le maglie della crisi economica si sono strette anche sul bilancio dell' ente spaziale americano, che ha dovuto rivedere al ribasso i suoi programmi.
Fino a pochi anni fa si riteneva realizzabile entro il 2020 una base permanente sulla Luna da utilizzare come centro di collaudo delle tecnologie necessarie per puntare al viaggio verso il pianeta rosso.
Uno di principali motivi che hanno affossato il progetto sono stati i costi stimati per garantire il massimo livello di sicurezza possibile agli uomini che avrebbero dovuto lavorare sulla base lunare.
Un dato che la dice lunga sui rischi che hanno corso i pionieri del volo spaziale, da Gagarin agli equipaggi delle missioni Apollo. In più occasioni gli astronauti si trovarono a dover prendere i comandi e pilotare a vista la navicella, ignorando le spie di bordo che segnalavano anomalie inesistenti. Fortunatamente l' ansia di primeggiare che animò gli inizi della corsa allo spazio, ha ceduto il posto a una maggiore attenzione non solo ai costi, ma anche alla vita umana.
Nonostante il periodo di vacche magre, si stanno comunque valutando progetti alternativi, come quello di visitare un asteroide. I costi non sembrano proibitivi e la missione potrebbe aprire la strada per il balzo verso uno dei satelliti marziani.

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