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Scritto da nel Numero 80 - 1 Giugno 2011, Scienza | 1 commento

Quando la scienza è passione

Il turismo spaziale si sta affermando come moda per chi, esentato per ragioni di portafoglio dalle comuni incombenze quotidiane, vuole fare della vacanza uno status-symbol insuperabile.
Fra i comuni mortali con meno quattrini, c' è invece chi, animato da un' autentica passione per la scienza, si accontenta del piacere di dare il suo piccolo, ma utile, contributo alla ricerca.
E' il caso dei volontari che collaborano a SETI ( Search for Extraterrestrial Intelligence ) il programma di ricerca di forme di vita extraterrestre avviato dalla Nasa negli anni settanta del secolo scorso
Il progetto non è più gestito dall' ente spaziale americano dall' ottobre del 1993 quando il Congresso lo sospese per carenza di fondi e attualmente sopravvive grazie al Seti Institute, finanziato da contributi volontari di industrie e privati.
Ma se il programma SETI può continuare è anche per l' abbattimento dei costi ottenuto distribuendo via Internet i dati provenienti da Arecibo ( il gigantesco radiotelescopio di Portorico che scandaglia il cosmo ) a migliaia di utenti che mettono volontariamente a disposizione il proprio personal computer per la post elaborazione dei dati.
L' iniziativa, denominata Setihome ( Seti a casa ) è stata lanciata nel 1999 dall'università di Berkeley e ha riscosso un grande successo. Attualmente sono coinvolti più di cinque milioni computer, che permettono una potenza di calcolo complessiva superiore a tutti i super elaboratori costruiti finora.
SETI è stato il capostipite di questa sorta di volontariato scientifico, ma si contano già diverse iniziative analoghe.
Restando in ambito astronomico 32 licei italiani stanno collaborando con il CERN di Ginevra, l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e il Centro Fermi a uno studio sui raggi cosmici. Nonostante la falce governativa sull' istruzione pubblica, studenti e professori hanno costruito dei telescopi per osservare da scuola queste radiazioni ad alta energia.
Un altro progetto che ha i citizen scientist come protagonisti è il Galaxy Zoo, un programma di mappatura dell' universo nato nel 2007dalla collaborazione fra quattro prestigiose università, Oxford, Portsmouth, Yale, John Hopkins e la Fingerprint Digital Media di Belfast.
Il progetto si pone l' obiettivo di classificare un milione di galassie sparse nel cosmo, molte delle quali mai osservate dall' occhio umano, per determinare in base alla loro morfologia e distribuzione, la struttura dell'universo.
Il ruolo dei volontari coinvolti è determinante nell' attività di catalogazione di questi corpi celesti, lavoro che i moderni software, per quanto evoluti e sofisticati, non sono in grado di svolgere.
Ogni collaboratore analizza le immagini delle galassie ricevute dalla banca dati del telescopio Sloan Digital Sky Survey (SDSS), e procede a classificarle in base alla loro tipologia.
Il successo dell' iniziativa è stato travolgente. Nel primo anno il sito ha ricevuto da 150.000 volontari più di 50 milioni di classificazioni. Per collaborare a Galaxy Zoo 1 è richiesto il superamento di un test di ingresso ma non sono necessarie particolari conoscenze astronomiche.

1 Commento

  1. Buongiorno, mi piacerebbe collaborare come volontario a
    Galaxy zoo1

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