Spazio all'entusiasmo
Generalmente il consiglio che viene dato ai vincitori di una sfida solo parziale è non lasciarsi trasportare dall’entusiasmo e rimanere coi piedi per terra. Dopo i risultati elettorali delle ultime amministrative, stavolta sarebbe opportuno che finalmente il popolo della sinistra – ma anche quello favorevole ad un semplice rinnovamento al di là del colore politico – ceda alla positiva esaltazione di questi giorni ed alimenti la volontà di cambiamento.
I perfezionisti, perenni critici che abbondano nell’area politica progressista, dovrebbero ora mettere da parte tutte le obiezioni sui candidati di sinistra vincenti nei vari comuni e province italiane, e piuttosto mettersi in gioco in maniera costruttiva per dare sostanza alla volontà che il popolo ha espresso. Perché sarebbe fin troppo facile avere da ridire sui protagonisti di ciascuna delle competizioni elettorali locali. Luigi De Magistris, ad esempio: si potrebbe ampiamente discutere sul suo passato da Pubblico ministero o da deputato del Parlamento europeo (dove ha chiesto ed ottenuto l’immunità), carica che aveva solennemente promesso di portare a termine fino alla fine del suo mandato. Ma occorre dare una chance a chi ha ottenuto il nullaosta da un napoletano su tre: magari la sua essenza «giustizialista», sempre ostentata, potrebbe finalmente essere provvidenziale per ripulire la città partenopea. Lo stesso discorso deve valere per Giuliano Pisapia a Milano (accusato d’essere troppo di sinistra ) o per Piero Fassino a Torino (non è certo una figura «nuova» ed è altresì favorevole alla TAV) o ancora per Virgilio Merola, colpevole di rappresentare la continuità di quel Partito democratico che male ha governato la città felsinea con Cofferati prima e Delbono poi, oltre che di credere ancora in serie B i rossoblu del Bologna.
Gli elettori hanno scelto amministratori ritenuti in grado di migliorare la qualità della vita delle città in cui vivono. Perché quello che chiedono maggiormente è più aree verdi, una viabilità più armoniosa, più trasparenza nella gestione delle spese, la raccolta differenziata porta a porta… Ecco, dove la sinistra ha presentato candidati di qualità, ha vinto.
L’unica regione dove ciò non è avvenuto è la Calabria. Qui la sinistra ha preferito lasciare ancora carta bianca ai vecchi notabili, quindi sorprese non ce ne sono state. L’unica vittoria è maturata a Crotone, dove Peppino Vallone, sindaco uscente di un’amministrazione a dir poco mediocre, ha avuto nettamente la meglio ai ballottaggi sull’improponibile candidatura da parte del centrodestra: la parlamentare ultracattolica Dorina Bianchi. Guardando al futuro, la speranza della sinistra in Calabria, al momento, è il piddino Salvatore Scalzo, giovane candidato alla carica di sindaco di Catanzaro. Scalzo, 27 anni, ha creato un movimento molto interessante tra i giovani della città ed ha ottenuto molti più voti delle liste che lo hanno sostenuto, sintomo della qualità della persona e di come la classe politica di sinistra in Calabria debba interamente rinnovarsi.
C’è infine da rallegrarsi anche per l’ottimo risultato ottenuto dal Movimento cinque stelle, benedetto da Beppe Grillo. Al di là della demagogia ed eccessiva irruenza del comico genovese, il voto ottenuto dai grillini è segnale della presenza di una piccola parte di società che vuole uno stravolgimento del sistema in senso ecologista e (ancor più) democratico. Ci sono gli estremi per criticare questo movimento al fine di delegittimarlo, ma è più semplice e costruttivo coglierne le idee più brillanti e canalizzarle in migliori progetti politici.
Coloro i quali credono indispensabile un radicale rinnovamento nel governo della cosa pubblica in Italia, esultino e si accontentino per quello che è accaduto in questo sorprendente maggio elettorale. Anche chi scrive ritiene che occorrerebbe ben altro per cambiare questa società marcia, ma una ventata d’ottimismo aiuta a tirar su il morale.