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Scritto da nel Economia e Mercati, Numero 82 - 1 Agosto 2011 | 0 commenti

Lo Squalo sotto attacco

“The end of the world” titolava il Guardian dopo lo scandalo intercettazioni che ha sconvolto l'Inghilterra e scosso l'establishment politico perchè lo scandalo è arrivato fino al primo ministro David Cameron. Il Tabloid – gate ha messo di nuovo in luce il rapporto tra i media e la politica, che in Inghilterra si è spinto oltre ogni regola, circa 4000 le persone intercettate, 5.000 i numeri di telefono fisso e 4.000 quelli di telefoni cellulari elencati nei documenti, 500 i gigabyte di email che gli inquirenti sospettano siano stati cancellati da un manager di News International, 3,2 i milioni di dollari fino ad oggi pagati da News International per raggiungere accordi nelle cause legali sulle intercettazioni illecite, 161mila i dollari che il News of the World avrebbe speso per corrompere almeno cinque agenti di Scotland Yard. Il caso si è tinto anche di giallo perchè una persona è morta tra quelle che hanno rivelato come funzionavano le cose in News of the World. Sean Hoare, il primo giornalista ad aver raccontato che Andy Coulson sapeva delle intercettazioni illecite, è stato trovato morto nella propria abitazione. Secondo gli inquirenti la sua morte non è sospetta: l'uomo soffriva da tempo di problemi legato all'abuso di alcol e droghe. L'uomo copertina dello scandalo è sicuramente Rupert Murdoch, lo squalo, non per responsabilità dirette nelle vicenda, che eventualmente saranno accertate ma per le decine di mezzi di comunicazione che possiede in tutto il mondo,e che ne sottolineano il ruolo che ha nella vita pubblica non solo inglese ma di diversi paesi. Joshua Keating su Foreign Policy ne fa un elenco. Murdoch ha iniziato la sua carriera da un quotidiano locale di Adelaide, ereditato dal padre. Cinquanta anni dopo, in Australia, Murdoch possiede decine di testate, incluso il quotidiano nazionale più venduto, The Australian, da lui fondato nel 1964. Dagli anni Sessanta Murdoch è diventato una figura influente nella politica nazionale. Fino alla metà degli anni Novanta, Rupert Murdoch è stato un grande amico del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ma l'iniziale apparente alleanza si è però trasformata in pochi anni in una rivalità molto accesa. Nel 2003 Murdoch aprì Sky Italia, iniziando a fare concorrenza a Mediaset. Il presidente del consiglio all'epoca era sempre Berlusconi, e durante i suoi anni di governo alcuni provvedimenti sono stati accusati di avere come obbiettivo quello di danneggiare SKY. Tra questi, il decreto che avrebbe aumentato l'IVA sugli abbonamenti televisivi a pagamento, a cui Sky Italia rispose con una serie di spot che ne sottolineavano gli aspetti negativi per i consumatori. Nella carriera di Murdoch non solo vittorie ma anche sconfitte, la Cina nè è l'esempio. Nel 1993 Murdoch entrò nel mercato cinese, acquistando un'emittente televisiva satellitare di Hong Kong per circa un miliardo di dollari, ma questo primo tentativo venne compromesso dalle sue dichiarazioni a favore della libertà di stampa. Pochi anni dopo Murdoch ci riprovò cercando di tessere relazioni con i dirigenti del partito comunista cinese, ma al momento di acquistare spazi in prima serata, nel 2005, incontrò di nuovo forti resistenze locali.

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