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Scritto da nel Letteratura e Filosofia, Numero 83 - 1 Ottobre 2011 | 0 commenti

I sette peccati capitali: Gola

In scena una lunga(si capirà poi?)gonna, dietro la quale nella zona basale sono visibili corpi in movimento. Musica sincopata, la fisicità ne prende spunto.

Eventuale nénia

VOCE A (Joel):(fiduciosa e ingenua) La nostra mamma è speciale. Non soltanto ci ama, ci protegge ci nutre…
VOCE B (Citroen):(interrompendo ironica,cambio tonale e modale) Si sacrifica per noi
VOCE A: …riserva a noi i pezzi migliori e riversa in lei le nostre colpe…
VOCE B: Ma il sacrificio è di tutti, no?
VOCE A: …toglie i colori abbaglianti dalla luce e si ciba di bucce lasciandoci la polpa…
VOCE B: Non voglio la responsabilità di uno sguardo amorevole
VOCE A: …Possiamo fargliene una colpa?!
VOCE B: Che buona la polpa di mamma

Inizio del requiem di Mozart, lento cambio fisico in ascesa, all'aumento dell'intensità della musica la figura cresce, sta sbocciando…

MADRE: Joooeel…. Nooeeel… Citroeeen… (la musica lentamente sfuma)
MADRE: (ansiosa, in crescendo) Non so dove sono Joel, Noel e nemmeno Citroen…
In questo momento potrebbero essere caduti nel pozzo, aver mangiato frutti avvelenati, svenuti annusando fiori troppo profumati o accecati da una freccia scoccata nel loro occhio… Ecco, andranno in fondo al giardino e rivolteranno una pietra, sotto la pietra ci sarà una piccola larva gialla che si schiuderà istantaneamente, volerà nella stalla di un toro cattivissimo e lo pungerà dalle parti delle parti molli; eccolo che demoLLisce la stalla e la strada prende, fuori di sé s'impiglia nelle siepi di spinetta procace, s'incurva e vorace si lancia veloce su un velo di luce e ormai senza lume proietta il proprio corpo contro un carretto che all'urto diretto si sfascia, solido indegno, e partire lascia una scheggia di legno ad altezze infinite, potrebbe anche essere un chiodo, un bullone, una vite delle ruote scarretate in giro poi rotte poi riparate, a mano tagliate ma ancora il frammento s'inarca s'invola divampa in fiamma di essa la forma prende e, Mio Dio, scende, scende su una formica volante la trasforma in zoppo ambulante poiché brace ora cuoce della misera l'ala. Eccola che cade, cade, si rialza, ricade si abbatte improvvisamente in direzione del prato, Mio Dio, là ci sono Joel, Noel e Citroen, la formica cade sulla guancia di questi e poiché magari ci trova tracce di marmellata… LO PUNGE!
(silenzio, poi riprende quasi atona, fredda)
Ha solo il tempo di cacciare un grido, uno solo, ed è morto… ma si dibatte ancora meccanicamente, come i granchi quando li si butta vivi nell'acqua bollente(l'immagine dei granchi la fa sorridere). Diventa rosso come i granchi; è morto.
(a sé, convincendosi, completamente persa nell'oblio)
I bambini appartengono alla loro mamma. Dal momento che le madri hanno sofferto quando li hanno fatti, appartengono alla loro mamma. Le mamme sanno meglio di loro di che cosa hanno bisogno, che cosa fa a loro bene, che cosa può riuscire a farli restare bambini il più a lungo possibile. I PIEDI DEI CINESI. I cinesi gli mettono ai piedi delle scarpe speciali. Forse delle bende. O delle piccole morse. O delle formelle d'acciaio. Ma in ogni caso, si danno da fare perché i loro piedi restino piccoli. Ecco, si dovrebbe fare la stessa cosa coi bambini tutti interi.
(altro cambio in chiusura, riprende il modo della prima parte ma con ostentata sicurezza)
Sono una brava mamma io. Io penso a tutto quello che gli può capitare. A tutti gli incidenti che possono rischiare, io ci penso prima. Io li amo perché penso a tutte le cose peggiori che gli possono capitare. Per prevederle.(comicia lentamente ad allontanare ed alzare le mani, piano piano tutto il suo corpo s'ingigantisce verso l'alto e con esso anche il verbo si allarga) Per prevederle, mica mi crogiolo in queste fantasticherie sanguinose. Sono loro che s'impongono a me. Questo dimostra ch'io tengo ai bambini.
E' per il loro bene che penso a tutte queste cose, mica perché mi piace.
(dalla bocca spalancata le braccia diventano fauci e si chiude su di sé)

BUIO

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