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Scritto da nel Media e Cultura, Numero 85 - 1 Dicembre 2011 | 0 commenti

Dubbi su “Fracciarossa videogame”

Capitatomi sottomano casualmente il numero di novembre di GQ Italia, mensile dedicato all'universo maschile, e non solo, del Gruppo Edizioni Condè Nast, leggo “Frecciarossa Videogame” di Malcom Pagani. L'articolo si ispira a “Viaggio in seconda classe” di Nanni Loy, documentario Rai del 1977; un viaggio in treno lungo l'Italia alla ricerca di persone, volti e storie, “duemila chilometri senza andare da nessuna parte”. Pagani parte la mattina da Roma diretto a Napoli, poi da Napoli a Milano, da Milano a Venezia e ritorno a Roma.
Ora, prendendo il treno per lavoro quotidianamente, avendo una certa esperienza su questo mezzo di trasporto, non ho potuto fare a meno di riscontrare alcune inesattezze, si fa per dire, nel racconto di Pagani.
Espongo.

Roma-Firenze/ore 11.15 – Cammino in precario equilibrio mentre il monitor comunica che abbiamo superato trecento orari. Il Macchinista ha deciso di giocarsi tutto nel recupero di un risibile ritardo …
Nella tratta Roma-Firenze, la cosiddetta Direttissima, un treno non può viaggiare a trecento all'ora, non perché il nostrano Frecciarossa non ne sia in grado, anche un avveniristico Shinkansen giapponese o un rapido TGV francese avrebbe delle difficoltà, semplicemente perché la linea consente velocità massima duecentocinquanta.

Milano-Venezia/ore 16,35 – Il “Freccia argento” è l'antenato del Frecciarossa. Le carrozze di prima sono solo due. Il ristorante è chiuso. Le fermate si moltiplicano, tutto è rarefatto, lentissimo …
Il Frecciargento non è l'antenato del Frecciarossa, sono due differenti brand di Trenitalia: il primo serve il Nord-Est e Sud con Roma, il secondo collega l'asse Torino-Milano-Roma-Napoli; i Frecciargento sono inoltre normalmente effettuati con materiali ETR 600, i “nuovi Pendolino”, più moderni rispetto agli ETR 500 dei Frecciarossa; ultimo ma non ultimo, la tratta Milano-Venezia non è servita da treni Frecciargento bensì da Frecciabianca, una versione moderna e lucidata – e più costosa – dei vecchi Intercity. Alle 16,35 il buon Pagani avrà infatti preso l'EurostarCity 9735 (mi dice l'orario ferroviario FS).

Sono fastidiosamente pedante, lo so.

Venezia-Roma/ore 19,27 – …Già all'altezza di Bologna, i cessi versano in condizioni desolanti. Ne funzionano solamente quattro su dodici…
Tradizionalmente quello dei cessi è uno dei più inossidabili e frequenti problemi che si riscontrano su un treno. Mi sorge un dubbio: alle ore 19,27, sempre secondo l'Orario Ufficiale FS, parte quotidianamente il Frecciargento 9427, effettuato con un materiale ETR 600 (il già citato “Nuovo Pendolino”, ormai non più tanto nuovo). Costituito da sette vetture, presenta cinque ritirate in seconda classe (di cui una per disabili), e tre in prima, quindi otto cessi in tutto. Dove ne abbia trovati Pagani altri quattro rimane un mistero. Accetto però la remotissima e improbabile possibilità che il treno sia stato effettuato, per motivi a noi ignoti, con un vecchio ETR 485 (sempre della flotta Frecciargento ma di norma utilizzato su altre tratte): lì sì sono presenti dodici ritirate. E allora tanto rispetto per la dedizione di Pagani nel verificare l'efficienza dei cessi di un intero treno tra Venezia e Bologna.

Sono noioso e inutilmente crudele, lo ammetto; in realtà “Frecciarossa Videogame” è un interessante racconto, una bella testimonianza dell'Italia di oggi. Certo, di un pezzo d'Italia che può permettersi un certo tipo di viaggio in Alta Velocità. Sarebbe interessante osservare i volti e parlare anche con quegli Italiani che viaggiano sui più lenti Intercity o sui sempre più rari treni notte.

I veniali errori di Pagani inficiano però la veridicità dell'articolo, alle inesattezze si aggiunge una gradevole ricchezza stilistica, non uno stile asciutto ed essenziale (il più delle volte noioso per la sua neutralità): quindi non più cronaca giornalistica ma racconto romanzato, allontanando il lettore dalla realtà e catapultandolo in una fiction. Emblematico che la rubrica si chiami “I viaggi impossibili di GQ”.

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