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Scritto da nel Internazionale, Numero 84 - 1 Novembre 2011 | 0 commenti

E-ducation




Se il mondo in cui viviamo, la terra, i mari, le genti e le civiltà, riusciranno mai a vedere un futuro più prospero e roseo di quello attuale, sarà grazie alla tecnologia. O per lo meno, sono in molti a pensarla in questo modo. Ottimisti, o magari semplicemente ingenui. Certo è che tra questi rientrano i governi di Sud Corea e India, convinti che la tecnologia, ed in particolare il digitale, possa salvare l'istruzione e vincere le disparità sociali.

La Sud Corea è in prima linea, pronta a rivoluzionare la storia dell'insegnamento lanciando il proprio intero comparto educativo nel mondo del digitale. Il governo ha infatti recentemente annunciato un piano da 2 miliardi di dollari per convertire entro il 2015 tutti i libri di testo con tablet forniti gratuitamente ad alunni e studenti. Il programma prevede inoltre la creazione di un network che consente l'accesso ad un database interscolastico di e-books – dai contenuti pari ai testi ordinari, ma integrati di risorse multimediali ed audiovisive – scaricabili via Wi-Fi direttamente nelle scuole. Il progetto è ambizioso e forse azzardato, ma ne dovrebbero conseguire molteplici benefici. Se da una parte vengono infatti economizzati alcuni costi dell'istruzione, come la spesa per i libri, dall'altra, la dimestichezza che lo studente acquisisce nell'utilizzo di strumenti altamente tecnologici costituisce di per sé un valore aggiunto. Un terzo evidente vantaggio è propedeutico all'insegnamento. Il governo coreano ha previsto la possibilità di lezioni on line per determinati studenti, come ad esempio bambini in degenza ospedaliera. Queste permetterebbero agli alunni di non rimanere indietro con i programmi didattici, creando improduttive distanze in seno alle classi, e verrebbero conteggiate come normali ore scolastiche.

Un passo del genere potrebbe non sorprendere se intrapreso da un paese altamente informatizzato come la Sud Corea, patria del colosso Samsung. Tuttavia, non è l'unico. Misure simili hanno coinvolto anche la molto diversa India, intenzionata a colmare le enormi disparità sociali e culturali che dividono il paese anche e non solo in campo digitale. L'Aakash, in indi “cielo”, è il tablet più economico al mondo e viene venduto al prezzo sussidiato dal governo indiano di 35$. È dotato di schermo a colori, la possibilità di effettuare videochiamate, programmi di scrittura e accesso a internet. Funziona con il sistema operativo Android 2.2, ha 256 megabyte di RAM, una memoria SD da 2GB e due porte USB. L'obiettivo è quello di raggiungere le grandi masse ancora lontane dalla modernità e dall'istruzione. Nonostante il livello di alfabetizzazione in India sia infatti giunto al 78%, dal 12% dell'epoca britannica, solo il 7% della popolazione possiede un'istruzione superiore. Un livello tanto basso quanto l'8% che naviga regolarmente sul web. Così il governo ha voluto lanciare ponti e segnali in tale direzione iniziando con la distribuzione del nuovo prodotto a 100'000 bambini di Nuova Delhi. Nella speranza di poter un giorno portarli in rete tutti e 220 milioni.

Forse non potrà essere la sola tecnologia a salvarci dall'ignoranza così come un tablet non potrà mai colmare le disparità sociali, in India come altrove. È infatti probabile che questi programmi falliscano se non adeguatamente supportati da altre importanti misure nei vari correlati aspetti dell'economia e della società. Non per questo sono idee sulle quali non vale la pena ragionare.

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