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Scritto da nel Letteratura e Filosofia, Numero 86 - 1 Febbraio 2012 | 0 commenti

Il distributore automatico

Il denaro è l'unico Dio che si vede
ed i suoi adepti
se ne guardano bene dal rinnegarlo.
CARL WILLIAM BROWN

Le analisi sul denaro non sono limitate al contesto economico ed oscillano tra il troppo pratico o il troppo astratto. La filosofia ha cercato di creare un punto di contatto tra concretezza ed astrazione e svariati pensatori hanno dedicato diversi studi all'argomento. Karl Marx, tra i nomi di spicco, analizza la società capitalista, incentrando la sua analisi proprio sul denaro. Un'analisi economico- filosofica viene poi successivamente affrontata da altri filosofi, fra i quali George Simmel.
Simmel, filosofo e sociologo tedesco, si occupò della questione del denaro nella celebre opera del 1900: “La Filosofia del Denaro”. Essenziale si dimostra l'analisi del concetto di Valore definibile in base alla sua rarità e posto sempre in rapporto con la privazione. Tale dicotomia trova motivo d'essere in quanto ottenere un determinato oggetto implica necessariamente una rinuncia, un sacrificio. In questo sistema di scambi il denaro diventa così simbolo dell'epoca moderna, simbolo del capitalismo e della sua struttura sociale. Gli scambi finiscono con l'interessare anche l'intero sistema dei rapporti tra persone benché molti di essi (amore ed amicizia per esempio) non abbiano nulla a che fare con l'economia.
Il valore economico si configura come oggettivazione di valori soggettivi. Tale prevaricazione dello spirito oggettivo sullo spirito soggettivo, porta alla più totale alienazione: l'uomo diventa da un lato uno dei tanti ingranaggi che compongono la società, dall'altro un ente smarrito, oscurato, che non si riconosce nemmeno come autore del proprio lavoro. Se il valore delle cose si realizza attraverso il rapporto con le cose, il valore del denaro si presenta come valore completamente autonomo: il denaro è valore delle cose senza le cose. Attraverso il denaro, le cose trovano il loro senso l'una rispetto all'altra e nella reciprocità dei rapporti in cui le cose sono immerse. Il loro relazionarsi fa sì che si determini lo stesso essere delle cose ed, in particolare, il loro esser così. Il denaro diventa veicolo di pura rappresentazione.
Nel momento in cui subentra l'economia monetaria ciò che accade è che le monete stesse passano da una concretezza sostanziale a una crescente astrazione; il denaro si trasforma da sostanza a semplice funzione.
Simmel sviluppa un'analisi psicologica di chi possiede una'ampia disponibilità di denaro. I soldi possono trasformare l'uomo in “cinico”, quando i valori più alti sono messi in relazione con quelli più bassi, in blasè, quando non si percepisce nessuna differenza tra i valori, oppure nel semplice avaro. Il modo di concepire il mondo muta in base al modo di relazionarsi con il denaro. Relazionarsi male con il denaro implica anche percepire in modo distorto mezzo e fine.
L'aspetto positivo che emerge è che l'uomo, attraverso il denaro, riesce a conquistare una nuova forma di emancipazione; il pagamento di una somma di denaro sostituisce i legami personali. Il denaro incrementa la libertà individuale poiché consente, a chi è in debito, di poter liberamente scegliere il modo attraverso cui disobbligarsi. Pagare una somma di denaro può anche offrire all'uomo la libertà da vincoli legati alla società e concedere, allo stesso tempo, un aumento del ruolo del valore nella società. L'epoca moderna appare, agli occhi di Simmel, come un vero e proprio distributore automatico che si sostituisce all'uomo. Egli la descrive così:

«L'esempio definito del carattere meccanico dell'economia moderna è il distributore automatico; in esso la mediazione umana viene esclusa completamente anche dalla vendita al dettaglio, che da sempre era fondata sul rapporto interpersonale; l'equivalente del denaro viene meccanicamente trasformato in merce».


Simmel ci regala un'analisi critica del suo tempo non troppo distante dall'analisi che anche noi potremmo fare riguardo il nostro. Affascinante è l'idea che uno scritto vecchio più di un secolo possa rimanere così attuale; sarà interessante verificarne il riscontro sulla realtà tra qualche tempo. Non credo che alcune teorie filosofiche, per quanto articolate, possano avere un riscontro pratico, credo invece che esse contribuiscano a quella che Richard Rorty definisce “La Conversazione dell'Umanità”.

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