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Scritto da nel Economia e Mercati, Numero 87 - 1 Marzo 2012 | 0 commenti

Il tempo è denaro

Chi ha tempo non aspetti tempo e così come vuole l'intramontabile saggezza popolare è normale che capiti che ogni tempo abbia il suo denaro. E ogni detto sul tempo il suo riflesso sugli altri tempi che ci circondano. Che il tempo non sia uno solo ce ne accorgiamo infatti perché il viaggio nel tempo che ci accompagna social democraticamente dalla culla alla tomba ce lo mostra: non credevate davvero fosse impossibile viaggiare senza il flusso canalizzatore di Ritorno al Futuro?

All'alba del mondo, la prima forma di tempo che incontriamo è quella meteorologica: quella che quotidianamente la mattina fa capolino dalla finestra, fin dai tempi antichi ha condizionato lo sviluppo dell'umanità. Le fasce climatiche hanno selezionato gli abitanti (e/o viceversa), il pianeta si è così popolato e colorato, e da quando siamo diventati agricoltori il meteo ci nutre. Salvo quando diventa tiranno, e non solo perché mette fretta, ma anche perché distrugge i raccolti, inonda e allaga. Questo il tempo della natura: crea la vita e dispensa morte. Il tempo della natura è circolare.

Quello dell'uomo, razionale, vorrebbe essere lineare, anche se lo rappresentiamo con un orologio che, a dirla tutta, gira in tondo. E anche se, allo scorrere lineare delle lancette, l'uomo contrappone per un naturale riflesso condizionato il tempo antropomorfo della guerra, durante il quale il tempo collassa su se stesso e l'umanità pure.
Il vero tempo lineare che al momento surfa sulla cresta dell'onda è quello dell'economia, lineare per come è nato in catena di montaggio e modellato sulle filiere industriali. Qui il tempo si moltiplica per il numero di persone impiegate (il famoso giorno x uomo) e si divide per il prodotto, in modo da misurarne una “crescita”, spesso tanto impetuosa da lasciar trapelare la possibilità di una “crescita infinita”.
L'ultimo ritrovato del tempo antropomorfo è l'economia monetaria, in cui la variabile che cresce è controllata direttamente dall'uomo: i soldi. Ecco che il detto “Il tempo è denaro” trova la sua perfetta realizzazione. Senza però essere invertibile: infatti, chi spende tempo per avere denaro, non ha poi il tempo di avere tempo perché se lo è speso tutto per guadagnare denaro. Il tempo diventa denaro semplicemente perché non essendo possibile la crescita indefinita dei beni è invece possibile quella della carta, soprattutto quando la carta diventa immateriale ed elettronica. Il denaro crea denaro, si compra denaro con altro denaro e via di questo passo. Se il tempo è denaro, il costo del denaro non si misura solo in valuta ma anche in minuti, giorni, mesi, anni: il denaro costa vita.

Finché non venne la crisi. Fu allora, e solo allora, che si capì che il tempo era cambiato. Il tempo lineare era diventato troppo dritto e rigido per combinarsi con le circolari rotondità terrestri. L'unica misura lineare rimase il numero delle persone. E' questa la variabile che chiave per ridistribuire non solo il denaro, ma anche il tempo. Gestire il denaro significa gestire il tempo, la cosa più preziosa che abbiamo e la maniera più circolare per farlo, a parte i giochi di parole, è proprio quello di far circolare il denaro in tondo, mano per mano, in modo che esso possa via via arrotondare le sue rigidità e ritrovare nuova naturale linfa per una crescita a tutto tondo.

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