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Scritto da nel Numero 89 - 1 Maggio 2012, Scienza | 0 commenti

I Re delle Api

Per millenni, ne scrive già Aristotele e se ne è scritto fino al Settecento, si è creduto che a governare l'alveare, la famiglia delle api, fosse un re: la sciamatura, cioè la partenza primaverile di parte della famiglia che forma il nuovo sciame, si è ritenuta fino al XIX secolo una migrazione decisa dal “re”. Re che non esistono tra le api: ma esiste la madre di tutte le api, chiamata comunemente regina. Una regina che non regna ma ha una funzione precisa ed unica: la riproduzione; la regina non può svolgere altre attività, non raccoglie miele né polline e viene continuamente nutrita di pappa reale dalle figlie e sorelle nutrici.
Maschi, femmine: questi i generi ovviamente presenti nell'alveare; con una particolarità: che le femmine sono sterili; i maschi, più grossi e impacciati, hanno solo funzione riproduttiva e non sono autosufficienti: vengono nutriti dalle femmine e la loro unica attività consiste nell'alzarsi in volo nella bella stagione ed in gruppi volare alla ricerca di regine, anch'esse in volo, per fecondarle. E terminano la loro vita per fame, alla fine della stagione riproduttiva, scacciati dall'alveare. Anche in merito alla riproduzione un tempo c'erano credenze e informazioni confuse: si credeva che i maschi si accoppiassero con le normali femmine (che sono sterili) e non con l'unica femmina fecondabile, la regina.
Come nasce una regina? Come viene scelta? Quando la regina muore, o comincia a deporre uova in quantità o qualità che la famiglia ritiene insufficiente (non fecondabili per aver terminato gli spermatozoi), le api cominciano, da alcune cellette che contengono ciascuna una larvicina di femmina di pochi giorni, ad allungare le pareti (perché possano contenere una larva lievemente più grande della normale larva d'ape) ed a nutrire le potenziali regine con un cibo particolare che esse elaborano con miele, polline e altre sostante prodotte dalle loro ghiandole: la pappa reale; solo con questo nutrimento la larva sviluppa gli organi genitali e durante la maturazione in cella si trasforma in una pupa lievemente più grande di un'ape femmina normale (la quale senza questo nutrimento nasce sterile) e in circa sedici giorni (per un'ape normale ne occorrono ventuno) da ogni cella si sviluppa l'insetto perfetto: la regina. Dalla nascita la regina viene nutrita con pappa reale e così per sempre, al contrario della comune ape che si nutre di miele e polline non elaborati. Dopo pochi giorni dalla nascita, la reginetta vergine esce dall'alveare per il volo di fecondazione (il volo nuziale, l'unico della sua vita); al ritorno a casa comincerà a deporre le uova e gli spermatozoi, finché ne avrà in corpo. Funziona così: la regina nell'unico volo della sua vita viene fecondata da più maschi e ritorna all'alveare tenendo in corpo (nella spermateca) oltre un milione di spermatozoi che deporrà quasi sempre insieme alle uova nel corso dei tre-quattro anni della sua vita.
Il meccanismo naturale per le esigenze della fecondazione fa sì che in primavera la regina deponga anche uova non fecondate da cui nasceranno i maschi, i fuchi, mentre dalle uova fecondate nasceranno le femmine. In realtà l'uovo non viene fecondato nel corpo della regina, ma nella cella: la regina sa quando deporre sia l'uovo che lo spermatozoo, per far nascere femmine, e quando deve deporre solo l'uovo per i maschi che devono nascere in primavera per la riproduzione.
Molti sono i drammi all'interno della famiglia, oltre alla scacciata dei maschi che avviene a fine stagione da parte delle femmine. Quando la regina riduce la sua attività può essere uccisa per soffocamento dalle api, con il proponimento di allevarne una nuova se c'è a disposizione qualche larvetta di pochi giorni; e quando le api preparano la regina nuova non si limitano ad un tentativo, ma delle tante nuove larvicine presenti nelle celle ne vengono scelte tre-quattro ed in esse vengono nutrite altrettante reginette, allo scopo di poter scegliere la più vitale; sarà poi la prima regina nata che effettuerà la selezione, uccidendo con il pungiglione (che ha solo questo scopo essendo ricurvo e inadatto alla normale offesa) le altre ancora nelle celle opercolate, ossia ancora chiuse dall'opercolo ci cera che garantisce la tranquilla trasformazione della larva in pupa e poi in insetto perfetto che attende solo di rosicchiare l'opercolo e di uscire per essere nutrito e sfarfallare.
Se la regina ha terminato gli spermatozoi (come detto, conservati nella spermateca) allora depone solo uova che non avendo possibilità di fecondazione generano solo maschi. In questo caso l'intera famiglia è condannata all'estinzione: la regina è diventata fucaiola. In questo caso le api, nonostante tutto ciò che possono fare, non riusciranno a creare una cella reale e, senza ricambio generazionale con le funzioni che comporta per le api di settimana in settimana (pulizia, nutrizione, raccolta, difesa), la famiglia in un mese circa si estinguerà. Prese da disperazione, addirittura le femmine rimaste orfane o con regina carente si affanneranno a deporre le uova che gran parte di loro cominceranno a produrre naturalmente in caso di assenza di una regina efficiente, divenendo così figliatrici, ma non essendo uova fecondabili (l'ape operaia non fa voli di fecondazione e non riceve spermatozoi) da esse nasceranno solo fuchi, con conseguenze esiziali per la famiglia.

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