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Scritto da nel Numero 93 - 1 Ottobre 2012, Politica | 0 commenti

I politici

Esistono delle persone che assolvono al difficile compito di governare.
Queste persone, nell'accezione per noi interessante, vengono chiamate dalla nostra convenzione linguistica, che vanta secoli di storia, POLITICI.
Governare deriva dal latino gubernaculum che si traduce con timone.
Timone è una parte delle imbarcazioni atta a dare una direzione, una rotta e, presumibilmente, una destinazione alla barca stessa e alla sua ciurma, mozzi compresi.
Quindi i politici non sono altro che quelle persone che noi stessi invitiamo a governare, appunto, l'organizzazione socio economica alla quale apparteniamo, per discendenza. (eviterei a questo punto di iniziare una lunghissima disquisizione sull' inadeguatezza di questo o quel sistema politico o elettorale)
Trovo estremamente riduttivo considerarli solo come un gruppo di persone strane, forse extraterrestri scesi tra di noi per farsi beffe del popolino; questa sembra più una rivisitazione del non antichissimo teocrate che scendeva sulla terra per imporre ai suoi sudditi tasse e regole, pena severissime conseguenze.
I politici siamo noi, anzi siamo i più coraggiosi fra noi che partono verso una direzione, e non avanti indipendentemente dal resto del mondo, ma cercano di spiegare al maggior numero di persone possibile la loro idea di mondo, e se li portano con loro, se ci riescono.
Indubbiamente, visti in quest'ottica, sono diversi, meno infidi, vigliacchi, egoisti, traditori, disonesti, maiali, ignoranti, altezzosi, cretini, odiosi, antipatici, stupidi, falsi, vecchi e bavosi di come in tutti i modi, da diversi decenni si sta cercando di descriverli.
In fondo a che pro, quale vantaggio possiamo trarre noi dal considerarli così male. Cosa ci importa se Berlusconi fa i festini, quello cerca i trans e quell' altra faceva la velina. Si, possiamo scrivere e dire che siamo indignati, che siamo stufi, che questi non ci rappresentano che fanno schifo che sono dei pervertiti che si drogano che bevono e che vanno con le signorine, ma poi? Qualcuno mi sa dire a questo punto cosa è stato risolto?, che se ne va?, che se ne vanno?, e poi? Chi ci va, io che mi drogo solo ogni tanto e sono onesto? o tu che bevi con gli amici ma almeno con i soldi tuoi? O quello che sta al bar che è diventato esperto di economia e saprebbe, lui si, come si fa a risollevare l'Italia e il Milan, insieme.
Non è assurdo che dopo anni e anni di indignati, di monetine davanti agli hotel, di brutte parole rivolte a tutto e a tutti, l'unica cosa (in altro modo pare non si possa chiamare) che sembrerebbe degna di interesse è un ex-comico con un sacco di denuncie e 10 ideucce da prima media?
Io voglio immaginarlo cosi, con gli occhiali bagnati dall' infuriare della tempesta, ma ancora curvo sopra le mappe di viaggio a darci una destinazione e una rotta mentre il forte vento del nord gli strappa via la cravatta e la camicia, scoprendo quel fisico scolpito che non ti aspetteresti, urlando con tutta la forza improperi contro le cose che non vanno e la caducità dell'esistenza.
Questo è un Politico, questa è la persona che voglio sfidare perché la sua idea e peggiore della mia, ne sono convinto, ma solo per questo, solo perché questo eroe antropomorfo, quindi difettoso, ha avuto la prodezza di guidarci nella tempesta ma, stolto, ha fatto in modo che ci finissimo.
Che gusto c'è a sfidare un misero omuncolo disonesto e vigliacco, come cerchiamo di dipingere questi eroi, forse taluni peccano oltremodo, ma per questo dovrei ritirarmi?, per questo dovrei solo tirare insulti a lui e a tutta la sua categoria? No, cerco li in mezzo quegli eroi, ma per poterli sfidare e battere sulla rotta migliore da seguire e, vincitore, mi sollazzerò orgoglioso sui sinceri complimenti che un eroe mi porge, sconfitto, ma contento di passare il testimone a chi non lo odia, non lo teme e lo rispetta ascoltando la sua preziosissima esperienza di condottiero.
Diverso tempo fa un vecchio e saggio personaggio mi fece notare come nei tempi antichi gli eroi e i miti si chiamavano Ulisse, Ercole, Achille, Icaro e Socrate, che avevano il coraggio di sfidare con il vento in faccia mari sconosciuti, mostri misteriosi e demoni di ogni tipo; ora si chiamano Costantino, George, Brad, Belen, Flavio, Steve e Diego Armando, che sfidano palloni con effetti spaventosi, cineprese a luci accecanti, macchine fotografiche che ti rubano l'anima e i mostri dell'alta finanza e del godersela.
Preferisco il coraggio di Ulisse alla spregiudicatezza di Flavio, la lungimiranza di Socrate alle inutilità di Steve, l'incoscienza di Icaro a quella di Belen, la prodezza di Achille alla fragile sregolatezza di Diego Armando, la forza di Ercole all' inutilità di Costantino.
Io non sono sufficientemente coraggioso e intelligente per essere quell'eroe, ma qualcuno dobbiamo trovarlo.

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