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Scritto da nel Numero 93 - 1 Ottobre 2012, Tempo e spazio liberi | 1 commento

Passeggiando tra i calanchi

Passeggiando tra i calanchi

Al rientro dalla pausa estiva voglio proporvi un itinerario molto suggestivo, di non difficile accesso, che permette di godere dei meravigliosi panorami che si affacciano su calanchi della Abbadessa, nonché sulla dorsale Appenninica bolognese, partendo da Castel de' Britti per raggiungere l'agriturismo Dulcamara.
Il percorso presenta due passaggi che possono risultare un po' “insidiosi”: il tratto di sentiero sul crinale del calanco leggermente esposto (all'inizio dell'itinerario) e un breve tratto in salita nella parte boscosa che può risultare particolarmente difficoltoso in caso di pioggia. Per il resto si procede su comoda strada sterrata, pressocchè priva di ombreggiatura (utile tenerne conto in caso di giornata molto soleggiata).

DESCRIZIONE DELL'ITINERARIO
Lunghezza percorso : 7 km ca
Dislivello sentiero CAI 801 andata: + 150 / – 50
Difficoltà : E

Il percorso prende avvio dal parcheggio/punto sosta al termine di via Piombarola (al termine della strada che dalla provinciale 7BO passa per l'abitato di Castel de' Britti e arriva fino al nucleo abitato di Monterone).
L'itinerario, grazie alla viabilità di crinale che spesso utilizza, offre notevoli panorami sull'area protetta del Parco Regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell'Abbadessa e i territori limitrofi. Il tracciato percorre per un tratto l'antica strada Flaminia “minore”.
Il nucleo abitato di Monterone è caratterizzato da un bell'edificio porticato e da una stalla-fienile circondati da un ampio giardino in cui spiccano alcuni notevoli esemplari di olivo.
In corrispondenza del parcheggio la strada termina e lascia il posto ad una cavedagna che prosegue sul crinale e affianca un piccolo invaso circondato da salici arbustivi, con lo specchio d'acqua in gran parte occupato da un fitto canneto.
Affacciandosi sul margine destro del sentiero si può ammirare il sottostante bacino calanchivo del rio Calvane, con caratteristica forma ad anfiteatro, con versanti ripidissimi e completamente spogli. Sui lembi di prateria lungo i bordi del precipizio è possibile notare la presenza di sulla e vedovella dei prati che in primavera spiccano per i colori dei loro fiori, rispettivamente rosso e violetto.
Il sentiero risale lungo il crinale per circa 750-800 m, fiancheggiando a sinistra estese macchie di ginestra e a destra profondi solchi di erosione che portano a valle lunghe colate di fango.
Inizia poi un tratto boscoso (ca 300m), costituito da bosco misto con olmo, acero campestre, ornello, ciliegio e sporadici pini che lascia a poco a poco il posto ad un rimboschimento di conifere sempreverdi.
Si prosegue per un breve tratto lungo un doppio filare di cipressi che conduce al nucleo abitato di Piombarola, ormai ridotto a rudere.
Qui il percorso prosegue su strada sterrata e raggiunge in breve l'oratorio della Madonna delle Grazie, del 1677, costruito in laterizio e pietra pare in seguito ad una miracolosa apparizione della Madonna sopra un pero. All'interno sono ancora conservati il tronchetto di pero e l'immagine in terracotta della Vergine, tuttora oggetto di venerazione.
Inizia da qui un tratto di strada asfaltata poco trafficata che attraversa un boschetto di roverella, ricco di asparago pungente; nel sottobosco è inoltre presente la querciola, con tipiche foglie simili a quelle di quercia.
Dopo circa 600 m e un breve strappo in salita, si raggiunge un bivio in località Ciagnano, segnato da un vecchio cimitero abbandonato, in posizione panoramica sulla valle dell'Idice, la valletta del rio Olmatello e un ampio settore di pianura sino alle porte di Bologna. Da questo punto in poi il sentiero comincia lievemente a scendere.
Si lascia quindi a sinistra la strada comunale Poggio per imboccare via del Piastrino. Superato l'incrocio con via Bianchina, si raggiunge uno slargo lievemente rialzato a lato della strada che offre uno splendido panorama a 360° sul territorio circostante :
- a nord: dorsale calanchiva del passo della Badessa, culminante nel Monte Arligo che domina la pianura;
- a sud : Appennino Bolognese, valle dell'Idice, monte delle Formiche, contrafforte pliocenico e sullo sfondo Corno alle Scale e Cimone;
- sud-est: colle di Settefonti con la caratteristica torre campanaria.
Si prosegue quindi lungo la sterrata, fiancheggiata a sinistra da un rimboschimento di conifere. E' possibile lungo questo tratto cogliere il paesaggio tipico del settore meridionale del parco, caratterizzato da superfici incolte con erosioni superficiali, alternate ad arbusteti, lembi di bosco e seminativi, con rari insediamenti sparsi.
Sul ciglio della strada, poco più avanti, si incontra un manufatto in mattoni, detto il “pilastrino”, eretto nel 1679 e restaurato nel 1922 dalla famiglia Fava, a ricordo di un evento miracoloso avvenuto presso l'antichissimo monastero camaldolese di Santa Cristina di Stifonte, localizzato nelle vicinanze e abbattuto nel 1782.
Dopo circa 500 m sulla sinistra si devia su un sentiero erboso che fiancheggia i campi della azienda agricola Dulcamara: percorrendo questo sentiero natura (anello di ca 1 km) si possono osservare le diverse attività dell'azienda (biologica) e scoprire esemplari di cultivar frutticole ormai dimenticate.

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  1. Questo ci interessa

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