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Scritto da nel Numero 94 - 1 Novembre 2012, Scienza | 0 commenti

Prime Arie

Dove avrò infilato le chiavi stamattina? Dannazione a me quando mi sono lasciato traviare dalla moda delle sacche a tracolla. Manco indossassi tute da sub che non mi ritrovo delle tasche! Oltretutto sarei pazzo stante la canicola già incipiente all'ora della colazione ed il fisico non proprio da “sommozzare” il fiato. Si circola ormai da qualche decennio con calzoni che debordano capienti tasche da ogni centimetro quadrato di stoffa, ciononostante si infilano in queste versatili borsette tutti gli ammennicoli d'ordinanza per la sopravvivenza quotidiana, facendolo peraltro con il cervello ancora riposto fra i cuscini, il che non agevola le operazioni di archiviazione. Finisce così che fioriscano centesimi nei calzini, anziché chewing-gum fra i capelli, anziché telefoni cellulari fra i denti e così via, sino a non sapere mai in quale dei cento scomparti disponibili siano scivolate le chiavi del lucchetto della bici, che ovviamente sono l'oggetto più piccolo ma più indispensabile per preservare quel poco di solidità patrimoniale rimastaci.
Dopo una perquisizione a tappeto del proprio corpo, a metà fra l'automasturbazione e l'ingresso allo stadio in epoche ante tessera del tifoso, mi accerto di disporre della preziosa ferramenta e inebetito per cotanto ritrovamento disperdo definitivamente quel po' di adrenalina che l'ansia da smarrimento mi aveva regalato. Inforco quindi il mezzo e mi isso brevemente sul sellino come a innescare col mio peso sui pedali la ripartenza di questa ennesima, infuocata e pertanto spossante, giornata novembrina. La direzione è sempre quella che malinconicamente mi conduce al lavoro e mentre pedalo mi ritrovo a pormi il medesimo interrogativo d'ogni santo giorno: ma se fossi andato in spiaggia quella mattina di un paio d'anni fa anziché al Bingowork sarei forse meno depresso? Avevo la cartella giusta della tombola che l'Ufficio provinciale del Lavoro indiceva mensilmente fra mille aspiranti, dopo che la Grande Crisi aveva portato ad una patta fra popolazione occupata e non. E dunque anche oggi, a differenza di tanti concittadini, avevo un marcatempo che mi aspettava e si sa che i marcatempo non amano aspettare.
Il tragitto che conduce alla mia nicchia di produttività è relativamente breve e dunque la prospettiva di una pedalata a ritmo sostenuto non mi impressiona; certo se mi alzassi prima dal letto, certo se alle prime luci di un mattino di novembre non ci fosse già una temperatura di 18°, certo se non fossi costretto a fare da reclame pubblicitaria vivente alla mia azienda, lungo le strade della città, per il tramite di una assurda divisa azzurro metallizzato con cravattino incorporato…bah.. con i se e con i ma non si arriva alla meta comunque, né freschi di bucato né sudati come un lottatore di sumo; tanto vale mulinare le gambe e chinare lievemente il capo, giusto per evitare un po' il fastidio delle prime arie pseudoinvernali che sferzano il volto. Abituati agli aliti cocenti degli otto mesi “estivi” le prime arie possono paradossalmente risultare sgradevoli quanto una zanzara affettuosa nel cuore della notte.
Mentre pedalo, la mente viaggia all'indietro per rammentare da quanto tempo ormai il clima si era accanito sull'Europa mediterranea trasformandola in un'appendice africana e per mettere a fuoco se l'evento era ascrivibile all'arco temporale di un triennio o qualcosa di più. Certamente successe in contemporanea con la Grande Crisi, che si era poi evoluta in una lenta ma mai terminata recessione continentale, di cui si pagavano svariate tipologie di prezzo ma al momento quello per me dirompente era l'incuria nella manutenzione stradale che, facendo sobbalzare la pur ammortizzata mountain-bike, acuiva i dolorini lombari da “stagionatura” fisica.
Molto più circostanziato risulta invece il ricordo della dipartita della mia patente: erano già passati due anni da quando mi venne revocata per “assunzione di alcolici”. Fu l'anno seguente l'introduzione del pacchetto normativo sulla limitazione delle libertà individuali, allorquando il reato “tecnico” (una terza via fra quello amministrativo e quello penale) in cui ero incappato venne varato insieme a molti altri siffatti, strampalati reati, quali ad esempio: “vagabondaggio in ore notturne”, “uso di tecnologie non monitorate”, “mancata iscrizione a social network”, “astensione da referendum, sondaggi e primarie di partito”, e via dicendo. In realtà, nella fattispecie che mi ha riguardato, la finalità sanzionatoria, indirizzata anche verso il possesso di patenti di guida, non faceva altro che assecondare l'impossibilità di garantire il carburante necessario ai veicoli a motore. Benzina e gasolio erano ormai esauriti ed erano inutilizzabili per usi civili ed il gas metano costava uno sproposito, dunque si rendeva necessario decurtare di una buona metà la circolazione veicolare e quale miglior stratagemma che non quello di far strage di patenti sulla base della guida pericolosa in stato di ebbrezza?
Sono ormai in prossimità del luogo di lavoro che all'improvviso mi assale un'angoscia atroce come quando pensi di avere un'altra famiglia altrove ma non ricordi dove, oppure come quando non trovi in una cittadina sconosciuta l'agenzia di scommesse per puntare sul cavallo che senti essere vincente. No, ecco ci sono… mi è venuto in mente: devo prima passare in tabaccheria ad acquistare il gratta e vinci battezzato “primarie aperte”. Appoggio la bici al muro, entro e chiedo il biglietto da 100 lire (si era tornati alla vecchia moneta anche se ciò non aveva spostato alcun equilibrio economico-finanziario); comincio a grattare nel primo spazio argentato e trovo un rappresentante farmaceutico di Saronno, quindi nel secondo c'è una assistente di volo di Catania, nel terzo un idraulico di Barletta, ancora un riquadro e appare un direttore d'orchestra di Pavia, nel quinto becco di nuovo l'idraulico di Barletta e già il cuore pulsa forte. Se mi esce un terzo idraulico pugliese faccio il botto…5.000.000 di lire e svolto per sempre.
Anche lui….Alfonso mi pare si chiami. Per ogni biglietto vincente questi esimi signori, che incidentalmente sono anche candidati alle primarie della coalizione di centrosinistra, prendono un cosiddetto “grande voto elettorale”, che equivale a circa 1.000 chiamate da casa di preferenza. Gratto con la frenesia di un gatto nella sabbia autopulente e c'è il faccione di una ricercatrice universitaria di Borgosesia. Settimo e ottavo riquadro mi regalano, ahimè, ancora il direttore d'orchestra padano ed un avvocato di Pescara. Gli altri quattro dei dieci candidati totali evidentemente non hanno voluto farmi l'onore della loro presenza nel mio biglietto. Ed io non dispongo più di molte altre 100 lire per cercarli.
Svanita l'illusione della vincita entro trafelato dai tornelli, estraggo il badge dal portafoglio, allungo il braccio per marcare e…. patapunfete… solita caduta dal letto dal lato destro, peraltro come a seguitare il movimento tipico di s
trisciata in ingresso, e solito affanno e rimbambimento post incubo. Diamine, sono però ormai molto abile ad attutire il tonfo, visto che si tratta di un sogno sempre più ricorrente. Mi ricompongo e mi riassetto sul materasso. Del resto è domenica oggi e non devo nemmeno andarci a lavoro.

Eppure non sprofondo nuovamente nel sonno, c'è un tarlo che mi fa rimanere in stato di dormiveglia, mi si affastellano pensieri di urne, scrutatori, carabinieri, schede, regolamenti, registri, calcolatrici….mah.. non mi capacito. Alla fine accendo un attimo la luce e sbircio la sveglia. Le lancette sono disposte come un compasso d'altri tempi; non ha importanza al momento sapere se sono le 5.35 o le 7.25, se è domenica solo un cannone mi smuoverà prima delle 9.30. Mi riaddormento e come per incanto già gracchia la radiosveglia.
Ripenso all'incubo ed alle successive elucubrazioni. Mi riaccendo finalmente e focalizzo cosa mi aspetta in giornata: un elegante pranzo con il comitato elettorale ristretto, in un agriturismo sulle colline. Del resto sono uno dei massimi esponenti dello stesso e non posso certo mancare. Velocemente mi lavo e mi acconcio al meglio del decoro e sono già sul mio Suv che filo veloce su una splendida statale a 4 corsie, senza l'ombra di un buca. Ne esco per un caffè, in quanto la legislazione recente prevede un tasso alcolico pari a zero quando si sta alla guida, e parcheggiando nella piazzetta di un assonnato borgo la mia attenzione viene catturata da un cartellone pubblicitario dove un'avvenente bionda, con mise da assistente di volo, mi strizza l'occhiolino sopra una scritta “votami… spillerò la tua birra”. Perplesso entro nel bar, ordino e, sorseggiando la bollente bevanda, ascolto il radiogiornale che amplifica le parole del presidente della Repubblica Cavaliere Silvio Berlusconi: “Prendo atto che il triumvirato governativo Monti-Casini-Renzi ha deciso nella notte di sospendere l'indizione delle primarie del centrosinistra e di ogni altra compagine per non turbare i mercati e per non rischiare che si instaurino pericolose forme di partecipazione politica della cittadinanza. Pertanto, in data odierna, avallo, controfirmandola, la loro decisione. Un saluto alla nazione”. Con un senso di smarrimento e nausea pago ed esco.
Ecco.. santa pupa…siamo sempre le ultime ruote del carro. Non potevano decidere ieri sera così magari me la dormivo e rimanevo sotto le coperte? Elaboro questo semplice pensiero mentre faccio inversione verso casa.

Certo il caldo estremo dell'incubo succitato ha in realtà avuto un parallelismo concreto nello scorso mese di ottobre, specialmente nelle regioni del centro sud e sino a metà mese anche al nord, sebbene quest'ultime abbiano poi negli ultimi 5 giorni registrato situazioni tipicamente invernali con nevicate già a quota 200-300 m.s.m. Prima si erano registrati valori prossimi ai 30° in varie zone del paese e il mare ha continuato a lungo ad essere meta di gite fuori porta.
La virata recente al nord Italia in direzione più di un inverno precoce che di un autunno maturo non deve meravigliarci in questo scenario di eventi estremi sempre più frequenti, quali lo stesso uragano Sandy sulla East Coast degli Usa. E però possiamo affermare con buona approssimazione che il gran freddo è da ritenersi una parentesi veloce, diversamente dal tempo perturbato che potrebbe essere una costante di questo avvio di novembre. Ciò in quanto si è formata una estesa e robusta area depressionaria sui mari prospicienti le isole britanniche che garantirà, almeno per la prima settimana, continui affondi di aria fresca di matrice atlantica ed un carico di piogge esaltato dalle temperature ancora calde dei mari mediterranei. Insomma si delinea un quadro prettamente autunnale, ora sì anche dal punto di vista termico, con precipitazioni corpose specie al Nord Ovest, sulla Sardegna e sulle aree centrali tirreniche, intervallate da sprazzi di sole e da giornate variabili o poco nuvolose. I venti torneranno perlopiù a disporsi dai quadranti occidentali e meridionali e incursioni gelide di matrice artica al momento sono relegate in secondo piano. Con la sfera di cristallo mi spingo a ritenere che il vero freddo non tornerà a farci visita prima del 20-25 del mese ed anzi che verso il 10-15 novembre ci sarà occasione per delle gradevoli giornate di tepore posticcio, in particolare sulle colline e lungo i litorali ma si entra già nel fideistico. Per ora occhio a qualche fenomeno piovoso estremo che qua e là potrebbe regalarci qualche mini alluvione.
Copritevi insomma, anche a letto, così se cadete per un qualche incubo attutite l'impatto. E provate a cadere verso sinistra; c'è anche più gusto a strisciare i badge in uscita.

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