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Scritto da nel Letteratura e Filosofia, Numero 95 - 1 Dicembre 2012 | 0 commenti

A Natale si commettono delitti

Quando le città, al calar del sole si illuminano di milioni di piccolissime luci colorate e sfavillanti. Quando nell'aria risuonano le cornamuse e gioiosi canti corali. Quando le vetrine dei negozi si affollano di ogni qualsivoglia meraviglia tanto da farvi incollare bambini e adulti, mentre folle di persone vanno e vengono cariche di buste e pacchi colorati. Ecco, quando tutto ciò si realizza possiamo, più o meno felicemente, sospirare che il Natale è arrivato. E come tutti sanno a Natale si è sempre più buoni!!
Eppure, mentre la maggior parte delle persone, spinte dall'ardore natalizio si abbandona verso sentimenti e azioni positive c'è sempre chi, decide di rimanere fedele a se stesso, senza subire il magico fascino natalizio e chi, forse per contro bilanciare l'ondata di buonismo decide di darsi al crimine e all'omicidio. Per citare l'incipit di Commings in Serenata per un assassino «di solito, il delitto e il Natale sono agli antipodi». Eppure non sembrerebbe nel rileggere i racconti di tanti grandissimi autori che proprio in occasione del Natale hanno colto l'opportunità per imbastire racconti gialli e descrivere i retroscena più tristi della festa più gioiosa.
Un po' come racconta Agatha Christie in “Una tragedia natalizia”, quando il signor Sanders uccise sua moglie, la signora Sanders, inscenando un tentativo di rapina pochi giorni prima di Natale. Deciso, com'era già da tempo, ad impossessarsi di una grossa cifra di denaro vincolata nel giorno del loro matrimonio, sino alla dipartita di uno dei coniugi, e di cui erano beneficiari l'uno dell'altra. Eppure il signor Sander non riuscì a farla franca, già da tempo, aveva destato l'attenzione di Miss Marple, per la quale erano ben chiari i maligni intenti ai danni della povera Sanders.
L'amore per l'amante fu invece il movente che spinse il dottor Carpenter a premeditare e poi compiere l'omicidio di sua moglie in Di ritorno per Natale, di John Collier. Il delitto era stato organizzato e predisposto con grande cura ma queste erano anche caratteristiche proprie della signora Carpenter. Sicuramente il piano del Dr. Carpenter sarebbe andato a buon fine, lasciandolo impunito e libero di vivere la sua nuova storia d'amore, se non fosse stato proprio per la moglie. Hermione Carpenter aveva infatti organizzato e predisposto con cura quello che sarebbe dovuto esser il regalo, di Natale per il marito: la ristrutturazione della pavimentazione del loro garage. Sarà proprio, ironia del destino, quel regalo, quella sorpresa che incastrerà il signor Carpenter rivelando l'atroce delitto da egli commesso. Ignaro della sorpresa, il signor Carpenter aveva scelto, per nascondere i resti della moglie proprio il garage credendolo un luogo sicuro.
«Nessun criminale è intelligente [...] né i pesci piccoli né quelli grandi. Sono più o meno subumani, tutti quanti. Un pizzico di astuzia, una grossa vena di codardia, e il resto è stupidità e vanagloria. Sono troppo stupidi per qualsiasi cosa che non sia il crimine, e hanno un tale complesso di inferiorità che prima o poi finiscono sempre per tradirsi vantandosi delle loro malefatte».
Così Nicolas Blake in Un problema in bianco per bocca del suo protagonista, affronta e descrive i criminali, in questo racconto altissimo è il tasso di crimini commessi registrabili. Il racconto si apre con l'esposizione una rapina precedente avvenuta, nel medesimo luogo della narrazione solo pochi giorni prima, cui seguono un ulteriore furto ed un omicidio. La caccia al colpevole si snoda attraverso una querelle di situazioni in cui quasi tutti i personaggi sono colpevoli, di uno o più crimini.
Da protagonista, l'omicidio o il tentato omicidio, diventa un piccolo dettaglio, quasi ininfluente, nel racconto di William Lee Burroughs, ne Il Natale del tossicomane. La mattina di Natale, il giovane Lee, affetto da problemi di tossicodipendenza, si ritrova alla disperata ricerca di soldi per potersi procurare una dose. Nel corso della sua ricerca si imbatte in una valigia contente un paio di gambe di una donna. Sebbene questo piccolo, quanto raccapricciante, dettaglio lascerebbe sconvolto chiunque si trovasse al posto di Lee, egli rimane del tutto impassibile. Nulla gli importa di quelle gambe, della loro provenienza e del crimine cui potrebbero condurre: ciò che conta è la valigia, la valigia entro la quale erano conservate, la valigia dalla cui vendita potrebbe ricavare abbastanza denaro per una dose.
C'è anche chi uccise e dovette farlo per ordine, obbligato in tempo di guerra a dover eseguire quanto gli veniva comandato e ora si ritrova, solo a Natale, in cerca di una redenzione che forse non arriverà mai come giura Mario Rigoni Stern ne Il Natale del 1945.
E che dire dell'allora giovanissimo Friedrich Dürrenmatt, che in un suo brevissimo racconto: Natale, del 1942 si ritrovò a nutrirsi del piccolo Gesù bambino, inerme dopo essere precipitato dal cielo. Se il colpevole, forse, materiale è il protagonista del breve racconto ciò non esclude che il resto dell'umanità sia altrettanto colpevole nell'averne causato la caduta.
Già l'umanità, milioni di persone alcune delle quali, neppure a Natale riescono ad essere più buone.

AA.VV, Delitti di Natale, Milano, Club degli Editori, 1978.
AA.VV, Racconti di Natale, a cura di Fabiano Massimi; introduzione di Nico Orengo, Torino, Einaudi, 2005.

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