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Scritto da nel Numero 95 - 1 Dicembre 2012, Scienza | 0 commenti

Ora X?

Ormai ci siamo! Il conto alla rovescia sta per finire e fra pochi giorni scopriremo se i Maya ci avevano azzeccato, anche se non si sa bene a prevedere cosa. Il presunto evento dovrebbe essere una radicale trasformazione per l' umanità, un' indeterminatezza che lascia aperte tutte le porte agli appassionati del genere.
I fan dell' apocalisse stanno col fiato sospeso pronti a gridare l' avevo detto un attimo prima che si compia la presunta profezia, mentre sulla rete proliferano gli annunci sull' imminente fine del mondo.
Che questo sia l' ultimo numero dell' Arengo ? La lunga lista di previsioni più o meno catastrofiche rivelatesi poi bufale colossali può far dormire sonni tranquilli ai lettori.
Emblematico in proposito il coro di voci allarmanti, compresa quella sul devastante baco informatico, che si era levato alla vigilia del terzo millennio. O, in tempi ancora più recenti, la paventata eventualità che i primi esperimenti condotti nel nuovo acceleratore di particelle del Cern potessero originare un buco in grado di fagocitare il pianeta.
Quella del profeta di sventure, il bene non fa notizia, è una professione vecchia di secoli che riesce a sopravvivere nell' era della razionalità e della scienza, anche se il suo periodo d' oro lo ha avuto prima dell' Illuminismo e dell' età dei lumi.
A metà del '600 serpeggiava un timore diffuso sull' imminente fine del mondo, lo studio delle profezie bibliche sembrava non lasciare dubbi.
Come se non bastasse, nel 1664 una cometa solcò i cieli europei. Da secoli questi corpi celesti erano considerati portatori di sventure e quell' apparizione creò ulteriore panico.
Nel periodo si coglievano segnali della fine imminente anche da singolari interpretazioni matematiche. Nel 1660 era considerato molto allarmante il numero 1260, citato nella Bibbia, perché indicava gli anni mancanti al giorno del giudizio a decorrere dal 400 d.C., momento in cui l' orologio dell' Apocalisse si era messo in moto. Un ecclesiastico inglese invece considerava infausto il numero 1666 basandosi sui numeri romani ordinati dal più grande al più piccolo, MDCLVI.
Tornando ai tempi nostri, qualcuno ha collegato la profezia Maya ai cicli solari, ipotizzando un' inversione dei poli magnetici terrestri, con conseguenze inimmaginabili, causata da un intenso picco di attività del Sole. Un' ipotesi che non si sa bene su cosa sia fondata.
Premesso che la nostra stella è quasi più studiata e monitorata della Terra stessa, la prima sonda solare fu lanciata nel 1959 e da allora sono seguite decine di missioni. Anche nei periodi di massima attività magnetica dell' astro gli effetti sul nostro pianeta non sono mai andati oltre le aurore boreali e interferenze transitorie nei sistemi di comunicazione.
Se non ci pensa prima l' uomo, il destino del nostro pianeta dovrebbe compiersi fra qualche miliardo di anni, quando il Sole, esaurito il combustibile nucleare, si dilaterà al punto da raggiungere l' orbita di Marte, arrostendo tutto quello che troverà sul suo cammino, Terra compresa.

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