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Scritto da nel Internazionale, Numero 98 - 1 Aprile 2013 | 0 commenti

Adios Comandante, il chavismo sopravviverà senza il suo leader?

Adios Comandante, il chavismo sopravviverà senza il suo leader?

Il Sudamerica saluta l’ultimo caudillo, Hugo Chavez non è riuscito a vincere la sua battaglia contro il cancro e il SudAmerica ma non solo perde uno dei leader più influenti e carismatici degli utlimi ventianni.

Prima di annunciare la morte di Chavez, il vicepresidente Nicolas Maduro ha accusato il Venezuela di aver avvelenato il Presidente.

Il segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon: “Ha sostenuto le aspirazioni dei più vulnerabili”.

Un popolo in lacrime, orfano di un leader che nelle sue contraddizioni ha reso il Venezuela uno dei simboli della lotta al capitalismo e alle politiche economiche neoliberiste.

Una vittoria di tutti coloro che, in America Latina, costruiscono delle alternative al neoliberismo.”

Con queste parole Chavez nel 2006 festeggiava la riconferma alla guida del governo riottenuta nel 2012 con le feroci polemiche dell’opposizione che accusa Chavez e il suo staff di aver condizionato il risultato elettorale.

Chi è Hugo Chavez? Il sociologo americano Lipset vedeva in certe aree del Sud America un nazionalismo popolare e anticapitalistico fondato sul proletariato e sull’esercito, una sorta di fascismo di sinistra composto nella base di strati sociali che avrebbero potuto trovare nel socialismo e nel comunismo lo sbocco naturale alle proprie condizioni sociali e non.

Secondo i suoi avversari Chavez, di cui scrivavamo nei primi numeri dell’Arengo, ha creato un “contenitore senza contenuto, il petrolio rappresenta il 70% delle esportazioni e il 50% dei redditi, quando il petrolio finirà quale sarà il futuro del Venezuela?”.

Sono molte le imprese che oggi accolgono la morte di Chavez come un segno positivo perchè ora per il Venezuela potrebbero aprirsi prospettive diverse così come auspicato dallo stesso Obama.

Prima però bisogna fare i conti con il chavismo, i suoi effetti e l’eredità dei comandante Chavez potranno subito essere verifiate durante le elezioni che si terranno il prossimo 14 aprile.

Henrique Capriles Radonski ha ufficializzato la sua candidatura alle presidenziali; è la seconda dopo la sconfitta dello scorso 7 ottobre.

Maduro che raccoglie la pesante eredità di Chavez cercherà di sfruttare l’aspetto emozionale suscitato dalla morte del leader.

Difficile che il Venzuela volti completamente pagina e la vittoria di Maduro dovrebbe essere in qualche modo scontata.

Chavez è stato uno dei leader che più si è avvalso dei mezzi di comunicazione, con Twitter ha conquistato più di tre milioni di utenti, con la tv un vero e proprio showman.

In un’intervista al New York Times del 13 febbraio 2005 diceva: “Tentate pure di stabilire se sono di sinistra, di destra o di centro, se sono socialista, comunista o capitalista: io non sono niente di tutto questo, ma c’è in me un po’ di tutto questo…e do un consiglio a quelli che vogliono destabilizzarmi: so quanti sono e quanto pesano dopo aver mangiato”.

Con la televisione è ormai diventato celebre ed oggetti di tesi di laurea il programma della domenica Alo Presidente.

Nel programma Chavez risponde al telefono e parla direttamente con la gente, ascolta e promette soluzioni tempestive. Il Presidente è inquadrato a mezzo busto, indossa una camicia a quadri. La camera è fissa, come si addice a una comunicazione autenticamente diretta e magnetica. Ogni domenica “si collega” con il suo popolo da una località diversa. Conduce la trasmissione da solo. Oltre a rispondere alle telefonate da casa, introduce brevi monologhi in cui racconta ciò che ha fatto “per il progresso del Venezuela” durante la settimana trascorsa e cosa intende fare per la prossima. Usa un linguaggio comune, denso di espressioni volgari e gergalità, nel preciso intento di essere dialetticamente e comunicativamente riconosciuto dalle classi più povere del paese, che ora piangono la scomparsa del presidente.

Attraverso lo show Chavez ha costruito e conservato, attraverso i media, la sua base popolare portandola a identificarsi direttamente con lui, aggirando l’azione di partiti e movimenti.

In Europa gli esempi sono innumerevoli.

“Servire la causa della rivoluzione è come arare il mare” diceva Simon Bolivar da cui Chavez ha ispirato la sua rivoluzione, nel tempo verificheremo quanto il chavismo sopravviverà.

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